Dakota.
I signori Styles erano esattamente come li ricordavo: imponenti, sicuri di sé e tirati a lucido come se dovessero incontrare la regina.
Quando entrammo in casa, erano compostamente seduti in salotto, dove la signora Styles si guardava intorno stringendo le labbra in una linea dura.
La prima cosa che Alexa notò una volta che fummo arrivati, furono le nostre dita intrecciate, mie e di Harry.
Si morse il labbro inferiore, impaziente di conoscere i dettagli, per quanto potevo appurare.
Per quanto mi riguarda, Harry non mi lasciò andare neanche un secondo. Mi trascinava con sé e io lo seguivo come un ombra. Notai una smorfia guizzare sul viso del signor Styles quando notò la mia presenza, ma cercai di non farmi intimidire.
Nel silenzio più assoluto, ci sedemmo tutti in salotto, in attesa di vedere chi dovesse iniziare a parlare.
“Se non ti dispiace, questa è una conversazione privata, di famiglia.” ruppe il silenzio il signor Styles, rivolgendosi a me. Inarcai le sopracciglia e feci per alzarmi, quando la presa sulla mia mano si strinse. “Kota fa parte della famiglia” puntualizzò Alexa.
La signora Styles sospirò e guardò verso il basso. Quasi mi commossi, ma mi trattenni.
“Sempre in mezzo a questioni che non la riguardano” ribattè invece il padre, scoccandomi una strana occhiata. Sentii il mio battito accellerare.
“Cosa volete?” Harry arrivò dritto al punto.
“Torna a casa, tesoro” lo pregò la madre con voce debole.
“No” rispose lui secco. “Ascoltami Harry, è una situazione dura per tutti. Me, tua madre.” iniziò il signor Styles, congiungendo le dita in una posizione simile a quella di una preghiera.
“Infatti siete voi quelli appena usciti da un ospedale” scherzò senza allegria, tanto da meritarsi un’occhiataccia.
“Non puoi biasimarci per aver perso le speranze che ti risvegliassi” borbottò la signora Styles.
“Lo dici come se fosse colpa mia” ribattè Harry.
Il suo tono di voce si alzò in modo quasi impercettibile.
“Torna a casa” ripetè la donna.
“Questa è la mia casa”.
“No. Non lo è” strinse i denti suo padre.
“Stranamente silenziosa questa volta, devo dire” non capii perché tutto ad un tratto la sua attenzione si era nuovamente spostata su di me. Voleva farmi parlare? Urlargli contro per farmi passare dalla parte del torto? Non ne avevo la minima idea.
“Non tirarla in mezzo” disse Harry con astio.
“Siete voi che avete detto che poteva restare, non vedo perché non interpellarla. Soprattutto dato che lei si trova molto in mezzo a questa storia. Direi quasi in mezzo.” Enunciò con lentezza estenuante. Ci misi qualche secondo a realizzare di cosa stava parlando. E in cosa mi stavi trascinando.
Grazie al cielo, Harry lo ignorò. Ma non potei che constatare che ormai ero arrivata agli sgoccioli, e avrei dovuto tirare fuori tutta la verità da lì a poco. Assurda o no che fosse.
“Non ho intenzione di tornare a casa” rincarò.
“Non puoi continuare a stare a casa di tua sorella e dormire sul divano” cercò di farlo ragionare la signora Styles.