Dakota.
Sbuffai e mi rigirai per l’ennesima volta tra le lenzuola. Strinsi gli occhi e nascosi la testa sotto il cuscino.
Niente da fare, non riuscivo a prendere sonno. La casa era silenziosa ma la mia mente era affollata di pensieri.
Cercai a tastoni il mio cellulare sul comodino e controllai l’ora: le undici del mattino.
Avevo preso la brutta abitudine di alzarmi sempre tardi, ultimamente.
Tranne quando avevo lavorato al bar-pasticcieria. Ma ora April stava meglio, e in fondo lo sapevo che il mio era un ruolo temporaneo.
Sbuffai ancora e decisi di alzarmi. Infilai di fretta gli occhiali e uscii dalla mia camera.
Quando arrivai in salotto Harry era seduto a gambe incrociate sul divano e digitava concentrato un messaggio sul suo cellulare.
Mi sedetti sulla poltrona lì accanto, abbracciando il piccolo cuscino ricamato. “Buongiorno” biascicai.
Harry alzò lo sguardo e le sue labbra si arricciarono in un sorriso. “Buongiorno dormigliona”.
Allungai il braccio e presi il telecomando sul comodino, cercando in tv qualcosa di interessante da guardare.
Mi trovai a mangiucchiarmi una pellicina del dito, mentre seguivo con attenzione un programma di cucina.
Harry sospirò e posò il telefono sul tavolino. Lo guardai incuriosita.
"Era Louis" sorrisi. Ero felice che stava riuscendo a riprendere le redini della propria vita.
"Questa sera andiamo in discoteca" il mio sorriso sparì, all'istante ma cercai di non sembrare dispiaciuta. "Divertiti" gli augurai seccamente, rivolgendo nuovamente il mio sguardo alla televisione.
"Ecco, intendevo tutti. Lui, io, Al...e tu" non potei vedere la mia faccia in quel momento, ma ero sicura che fosse dipinta di puro sgomento. "Oh" mormorai solamente.
"Giá".
"Ho sentito 'discoteca' ?" Una Alexa ancora assonnata fece il suo ingresso. Harry annuì e la sorella si sdraiò non molto delicatamente sul divano, puntando i piedi in faccia ad Harry. Lui fece una faccia disgustata e Alexa ghignò divertita.
Con uno scatto felino, Harry balzò sopra la sorella e attaccò a farle il solletico, mentre lei schiamazzava incapace di difendersi. Scossi la testa divertita, guardandoli.
Quando eravamo più piccoli io e Logan non litigavamo mai, ma una volta cresciuti mi trovavo sempre con qualche livido. Nessuno intenzionale, ovviamente. Solo che è sempre stato molto forte, il mio fratellone. Sospirai tremante, mentre sentii le lacrime bruciarmi negli occhi per uscire. Mi alzai velocemente e senza dire una parola, mi chiusi in camera mia.
Buttai la testa contro il cuscino, che soffocava i miei singhiozzi. Le lacrime uscivano velocemente e non ero capace di fermarle. Quella era la seconda volta che piangevo per Logan.
Le parole di Bradley si illuminarono nella mia testa "volevo solo ricordarti il funerale di tuo fratello".
Sentii la porta aprirsi, ma non alzai la testa. "Vai via Al" dissi duramente.
"Non sono Alexa" mormorò Harry con voce roca. Avvertii il suo peso sul materasso e la sua mano prese ad accarezzarmi con delicatezza la schiena. Sentii i brividi salirmi nei punti che le sue dita sfioravano, ma sperai vivamente che non se ne accorgesse.