Capitolo 29

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|Charly's POV|

Giuro, quelle due proprio non le sopporto. Non lascerebbero Federico neanche se le pagassero. Vorrei strozzarle con le mie mani.
Ma ovviamente non posso, non hanno colpe, loro non hanno idea del fatto che siamo fidanzati.

Oggi spero che non gli stiano sempre attaccate, potrei non rispondere delle mie azioni altrimenti.
Purtroppo però appena entrati al parco acquatico dove passeremo la giornata, subito si sono formati dei piccoli gruppi, e così se lo sono portato via immediatamente.

Io, Giorgia ed Ilaria abbiamo deciso di andare nella piscina ad onde, la quale non è altissima, giusto per sguazzare un po' nell'acqua ed allo stesso tempo chiacchierare.
Avendo un animo ancora un po' bambinesco abbiamo deciso di andare sulle attrazioni per bambini, ma non perché quelle più grandi ci spaventino, ma perché queste sono più divertenti e c'è sicuramente molta meno coda.

È giunta l'ora di pranzo e così ci dirigiamo verso lo spiazzo d'erba dove abbiamo lasciato asciugamani e borse, anche se il mio lo ho addosso, sono troppo freddolosa per lasciare che il sole mi asciughi.
Neanche a dirlo, Bella e Matilde sono appiccicate a Federico. CHE FASTIDIO. No, calma, devi contenerti.

Ormai non sopporto più questa cosa, è come se io non esistessi, anche se sono convinta che a lui loro non interessino.
Voglio stare un po' da sola e non pensare a nulla, così appena arrivo alla mia borsa la prendo e la porto il più lontano possibile dagli altri. Mi metto le cuffiette nelle orecchie ed inizio a mangiare il mio panino. Non voglio sentire nessuno in questo momento.

Sono quasi a metà panino quando vedo Federico alzarsi e correre nella mia direzione, per poi sedersi proprio davanti a me.
«Se non ci fossero gli altri ti avrei già baciata... va bene comunque un abbraccio?» chiede guardandomi negli occhi, nonostante abbia la testa china.
Lo abbraccio, ma senza dire nulla, non sono in vena di parlare, così continuo ad ascoltare musica. Resta davanti a me finché non finiamo di mangiare, ma nemmeno lui parla, mentre gli altri fanno caciara.

Dopo pranzo torniamo ai gruppi di prima, ma al contrario di prima decidiamo di provare qualche attrazione più adatta alla nostra età.
Passiamo così il pomeriggio, fino all'orario di chiusura.
Nessuno però sembra aver voglia di tornare a casa, tranne me, quindi hanno deciso di non farsi venire a prendere ma di andare in spiaggia prendendo un bus. Ed io che avevo voglia di buttarmi a letto, uffa.

Arrivati in spiaggia depositiamo le borse e corriamo tutti in mare, insomma, corriere è un parolone, non ho neanche più le forze per camminare. E pensare che l'intenzione dovrebbe essere quella di stare qui fino al tramonto. Morirò sicuramente prima.

Raggiungo lentamente gli altri in acqua, ma lo spettacolo a cui assisto è raccapricciante. Bella, quella simpaticissima ragazza, tenta di baciare il mio fidanzato.
Giuro, stavolta non ce la faccio, non posso resistere. Mi scuso per poi correre verso la borsa, infilo la maglia e scappo il più velocemente possibile verso casa.
Finché corro sento delle lacrime scorrere lungo il mio viso, senza neanche accorgermene ho iniziato a piangere.

Arrivata a casa saluto velocemente lo zio, sperando non noti le mie condizioni. Salgo le scale e lancio la borsa non so dove, per poi correre a buttarmi sul letto di Federico. Sono stata un'emerita deficente a non dire nulla sul fatto che fossimo fidanzati, probabilmente non avrebbero avuto questi comportamenti.

Mi sembra di sentire qualcuno correre in giro, ma potrebbe essere anche solo la mia immaginazione che mi fa credere che Federico sia venuto a cercarmi. Il letto si muove. Una mano mi accarezza i capelli:
«Anche se quelle due mi vengono dietro non significa nulla, mi importa solo di te». Non era solo immaginazione, è lui davvero.
Mi alzo di scatto e lo abbraccio.
«Scusa. Solo che vederti con delle altre mi fa male, soprattutto se ci stanno spudoratamente provando con te» mi scuso singhiozzando, sto ancora piangendo.
Mi prende il viso tra le mani e dolcemente mi asciuga le lacrime:
«Non devi scusarti. Però voglio che tu non stia più male per questo, non voglio vederti così. Me lo prometti?».
Faccio segno di sì con la testa e mi bacia. Non riesco a trattenermi dal sorridere.
«Vado a farmi una doccia» dice e mi lascia un leggero bacio sulla fronte.
Vorrei tanto fargli sapere quanto lo ami. Non sono ancora riuscita a dirglielo. Anche se stiamo insieme da meno di un mese ci conosciamo da tanto tempo, perciò sono certa dei miei sentimenti però, insomma "ti amo" non sono due parole qualsiasi. Anche se so di amarlo forse temo che sia troppo presto, o forse ho solo paura che di spaventarlo così, magari non è pronto, magari non lo sono nemmeno io. No, invece sono pronta.
«Fede...» lo interrompo prima che possa uscire dalla stanza.
Mi guarda.
Non riesco a fare uscire le parole dalla mia bocca, mi sembra avere un nodo alla gola. Spero non la prenda male.
«...ti amo».
Mi fissa per qualche secondo. Temo di aver fatto l'ennesima cavolata.

Torna verso di me, mi prende in braccio e mi bacia come non aveva mai fatto prima. Mi stringe forte a sé.
«Non hai idea di quanto ti ami io, amore» sorride.
Mi scende nuovamente qualche lacrima. Sì, ma questa volta sono lacrime di gioia.

Never stop dreaming ||Federico Rossi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora