CAPITOLO 27

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«Una figura incappucciata si fece strada nel bosco. Camminava senza fare rumore, con movimenti fluidi, furtivo come un'aquila e veloce come un falco.
Conosceva bene il sentiero e non aveva alcun bisogno di guardare dove metteva i piedi, si concentrò sull' edificio che si faceva sempre più vicino. La sua meta. Era un palazzo riccamente decorato, ma insignificante se paragonato a ciò che custodiva.
La figura incappucciata salì tre gradini per volta, abbassò la testa, non in segno di rispetto ma per evitare di sbattere sul soffitto basso. Si affrettò lungo il corridoio, oltrepassando il luogo dove riposavano i corpi bruciacchiati di vampiri morti da tanto tempo. I suoi passi erano l'unico rumore nell'oscurità.
Giunse in una stanza e fece correre lo sguardo all' interno, finché non vide la ragazza. Era legata al trono di pietra che proteggeva le tombe; la testa le ciondolava e dalla guance era sparito ogni colore. Le profonde ferite sul collo grondavano sangue e i vestiti erano strappati al punto da lasciarla quasi nuda.
La corda attorno ai polsi le aveva lacerato la pelle.
Se non fosse stato per il torace che si alzava e si abbassava sarebbe sembrata morta.
Lui si fece avanti e i suoi passi riecheggiavano nel silenzio.
Spaventata, la ragazza alzò la testa, gli occhi che scandagliavano nel buio cercando di mettere a fuoco.
"C-Chi sei?" gracchiò.
"Chi sono non ti riguarda. Piuttosto devi chiederti che cosa sono" rispose lui in tono di scherno, aprendo le labbra per mostrarle due canini appuntiti.
Lei spalancò gli occhi terrorizzata e tentò di strisciare indietro, ma le corde la trattennero. "Ti prego..."
Lui la interruppe. "Come ti chiami?"
"S-Sarah"
Lui sorrise ancora, rivelando i canini.
Lei spalancò ancora gli occhi e le lacrime cominciarono a scenderle sulle guance.
"Uccidimi e basta. Ti prego" singhiozzò
Il suo sorriso si spense: non era quello che voleva. Il desiderio e la sete gli pulsavano dentro, spinti dal suo cuore morto, le asciugò le lacrime con il pollice, e fece una smorfia cercando di mantenere il controllo.
"Ne sei sicura, Sarah?" ribatté lui ansimando.
"Fa troppo male! Voglio solo che finisca" continuò lei tra i singhiozzi.
Lui sapeva che presto avrebbe perso di nuovo i sensi.
Ma non le avrebbe permesso di cavarsela così facilmente. Le prese la testa con entrambe le mani e la liberò dalle corde.
"Sei fortunata che sono un vampiro misericordioso"
E con queste parole le spezzò il fragile collo.
Era così assetato ora. Avvicinò il collo ai canini e iniziò a bere.
Sollevò quel corpo straziato e uscì portandoselo con sé ne bosco scuro.»
Balzai a sedere sul letto e urlai, l'eco orribile delle mie grida rimbombava contro le pareti. Il sudore freddo mi colava dalla fronte; tremavo annaspando tra i singhiozzi.
"Lydia!" la porta della camera si spalancò ed entrò Gabriel, sul viso un'espressione di panico. "Lydia, stai bene?" si precipitò accanto a me "Cosa c'è? Cos'è successo?" chiese, passandomi un braccio attorno alle spalle
"Stavo dormendo" iniziai confusa non sapevo come spiegarglielo
"E' stato un incubo Ly?" mormorò dolcemente
"Si ma questa volta non centra con Zoe, si tratta di un'altra ragazza Sarah" risposi io agitata "c'era un uomo incappucciato e questa Sarah, lui l'ha uccisa" conclusi poi.
"Era solo un brutto sogno, Lydia" mi rassicurò Gabriel, ma con voce poco convincente "va meglio ora?"
Io annuii riluttante, non andava affatto meglio.
Se il sogno era reale, allora quella ragazza era appena morta, e da qualche parte nell'oscurità un mostro si aggirava furtivamente in un bosco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 18 ⏰

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