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Va' decisamente molto meglio adesso, una bella doccia era quello che ci voleva. L'unico neo è l'abbigliamento, composto dalla sua canottiera e stop. Ma non ho intenzione di lamentarmi, già che sembra tranquillo.
"J?" Lo chiamo, non vedendolo in casa. Che sia uscito? Mi affaccio alla porta e lo vedo, che scruta l'orizzonte dal bagnasciuga.
Prendo la borsa e cerco il mio ipod, metto le cuffie ed esco nel sole. Mi stendo sulla sabbia dorata, appoggiandomi ai gomiti reclinando il capo all'indietro. Sono stranamente rilassata, come se essere su un'isola deserta con un pazzo, sadico e assassino fosse una cosa normale. Scoppio a ridere, scuotendo la testa. Mi stendo e incrocio le braccia dietro la testa, alzando le ginocchia. Picchio il piede sulla sabbia a ritmo della musica e lascio andare tutto. Svuoto il cuore e la mente, smettendo di assilarmi con domande sul mio passato e sulla mia identità. Questa Lize mi piace, è temeraria, impavida e istintiva. Forse nel profondo di me non voglio ricordare. Magari ciò che ero non mi piaceva. Qualunque sia la cosa che mi è accaduta, devo considerarla come una seconda chance per vivere appieno la vita. E magari con quest'uomo straordinario al mio fianco.
Come richiamato dal mio pensiero, sento il suo dito che mi sfiora l'addome. Apro gli occhi e sorrido.
"Ciao" saluto.
"Ciao a te, ma chérie" risponde. Ma è ancora teso, si vede bene.
Mi metto seduta, incrociando le gambe.
"Stai bene?" Chiedo.
"Perché non dovrei?" Borbotta, picchiettando il piede, come fanno i batteristi.
"Non so', mi sembri teso a disagio " spiego alzando le spalle.
Mi fissa, immobile. Cambio posizione e mi metto in ginocchio, difronte a lui. Inizio a tracciare i contorni dei suoi tatuaggi e poi parlo.
"Mi hai detto che Lize non ti piace, come nome. Facciamo una cosa, fingiamo di essere qualcun altro, per tutto il tempo in cui saremo qui. Io non sono Lize e tu non sei Joker. Saremo solo un uomo e una donna, liberi dal passato, dagli schemi e da tutto il resto. Solo io e te. Tu scegli un nome per me, io lo scelgo per te. Possiamo essere chiunque, qualsiasi cosa. Vuoi?" Propongo.
Si volta e scruta il mare, pensieroso.
"Che nome mi daresti?" Chiede.
"Pensavo a... Reginald?" Mi sforzo di non ridere. Si volta e mi guarda male, a quel punto non riesco a trattenermi. Scoppio a ridere come una matta.
"Scherzavo! Ma ancora non ho un nome da darti. Tu?"
"Ava" propone. Scuoto la testa inorridita. Sorride, e si rimette a pensare. Mi alzo e mi sgranchisco le gambe, passeggiando avanti e indietro. Poi mi fermo e osservo il mare.
"Ho scelto il nome per te" affermo.
"Ah sì? E sarebbe?" Appoggia il mento al ginocchio.
"Diciamo che ho scelto qualcosa che ti rappresenti. Sei entrato così nella mia vita e non credo che possa esserci nome più appropriato" Prendo tempo. Fa un gesto con la mano, invitandomi a proseguire.
"Hurricane!" Strillo andando indietro.
Scatta in piedi e avanza verso di me. Alzo le mani, in segno di resa. Mi afferra per i fianchi e mi tira vicino.
"Mi piace il nome che hai scelto. Mi si addice. Ed io ho scelto per te, dato che vogliamo un significato nel nome.
Ti chiamerò..." mi issa sulla spalla, mentre urlo, iniziando a correre.
Un attimo prima che mi lanci, urla.
"Storm, questo è il tuo nome" poi, sprofondiamo assieme, sotto l'acqua.

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