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Caos, fuoco e fiamme. L'inferno in terra, nella città del Joker.
Ma un'altra figura si aggira solitaria, nelle vie buie e silenziose. Un'aura di terrore la circonda, mentre il rumore dei tacchi rimbomba nella via. Come a scandire il tempo, anche se non c'è tempo. Non più.
Il grande portone di ferro viene aperto, come se ci si aspettasse la sua visita. In effetti lo aveva detto, prima o poi...
Ma è più poi che prima, ma non conta adesso. Scende le scale nel buio, non gli serve la luce, conosce a memoria quel posto, forse meglio di sé.
Arriva a destinazione e la porta nuovamente si apre. Facendo entrare un barlume di luce.
"Dobbiamo parlare" dice, con una voce innaturale, quasi sconosciuta.
"Non abbiamo nulla da dirci" risponde, l'altra voce, roca e gracchiante.
"C'è molto da dire invece. Tu sai perché sei qui, il progetto prevedeva questo. Prigionia e privazione, affinché tu divenissi. Affinché tu comprendessi. Tutto questo, è solo una parte infinitesimale del grande disegno. Un disegno che si sta mettendo in moto. Ho provato a mutare, a manipolare, ma non c'è stato successo. Ed adesso sono qui, affinché tu riemerga e abbracci il lato oscuro, per vedere la luce, la via. Affinché tu sia quel pezzo del grande puzzle. Affinché tu sia il nemico, di qualcosa che è inarrestabile ed inamovibile. Affinché tu risorga e debelli l'orrendo, colui che si erge a Dio e carnefice." Dice.
"Preferisco morire" risponde lei, la voce.
"Non è questo il tuo destino. Ma come il nostro, anche il suo è segnato. Lascia che ti racconti una storia..."

E la porta, con un tonfo, si chiude.

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