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"No J ti prego, non mi lasciare! Ti prego J, NON LASCIARMI!" qualcosa mi tiene ferma, apro gli occhi di scatto e lo vedo, in ginocchio, chino su di me.
"Sono qui, amore mio. È finita, sono qui" è stravolto. Ha le occhiaie ed i capelli spettinati. La barba di giorni e un'espressione tormentata.
Lo stringo forte: "Ho sognato che mi lasciavi. Andavi via, lontano, e io non riuscivo a raggiungerti. Mi sono sentita morire, mi dispiace per le brutte cose che ti ho detto, per averti picchiato. Ma sono così insicura..." scoppio in un pianto a dirotto.
"Abbiamo sbagliato entrambi. Direi che siamo in pari col ceffone che ti ho dato per calmarti e iniettarti il siero" spiega.
"Non scapperò più. Ho visto la morte così da vicino. Non voglio litigare con te, mettiamo tutto da parte, per favore" sussurro.
"Certo. Guardami Charly" dice.
"Non devi mai dubitare del mio amore per te. Anche se proveranno a convincerti del contrario, ti diranno che sono meschino e bugiardo. Il mio amore non deve mai essere in discussione. Mai, Charly" mi stringe le braccia.
"Sì J, va bene, tutto quello che vuoi tu" replico.
"Ti amo" dice. E il mio cuore si apre.
Lo stringo più forte.
"Non so' com'era prima ma, mi sono sempre sentita sola, in un mondo che non aveva posto per me.
Fino a che non mi sono innamorata di te" ed è la verità.
"Andiamo a fare una doccia, ne abbiamo bisogno entrambi" dice sollevandomi.
Una volta finito mi asciugo e mi vesto, mettendo una maglia e dei pantaloncini. Lui è in cucina che traffica ai fornelli.
"J, ti posso chiedere una cosa?" Domando affiancandolo.
"Mmmh" risponde.
"Perché hai cambiato idea?" Chiedo.
"Perché mi sono reso conto che perderti, è più difficile che amarti" risponde. Spegne il fornello e mi guarda, mi accarezza e parla ancora.
"Ho sempre rifiutato l'amore, l'ho combattuto e calpestato. Le persone buone e giuste su cui mi sono accanito. Mi fa paura l'amore, nonostante lo denigri sempre. Una volta, qualcuno ha detto che l'amore uccide. È la verità, amore mio. Amarti e perderti, equivarrebbe a morire. Questo credevo, nella mia stoltezza. Poi ieri sera la voce ha parlato, mi ha mostrato ciò che non riuscivo a vedere. E questo mi ha spaventato ancora di più. Ma ho capito, amarti è un dono, non una condanna" spiega in un modo contorto e dolcissimo.
"Aspetta, hai deciso di amarmi perché te lo hanno detto le voci?" Scrocchia il collo e scuote affermativamente la testa.
Scoppio a ridere, ma mi sento più leggera.
"Beh allora grazie voci" scherzo.
"Adesso mangia, devi rimetterti in forze" ordina.
"Questo non cambierà mai, vero?" Chiedo.
"Che cosa?" Non afferra.
"Tu che mi comandi a bacchetta" spiego.
"Temo di no amore mio. Ricordati comunque con chi hai a che fare" replica.
Sbuffo e me ne vado in sala.
"Sei un pallone gonfiato Joker! Dovremmo lavorare su questo tuo delirio di onnipotenza" lo sfotto.
"Ehi, com'è che sei così irrispettosa?" Sta al gioco.
"Non sono irrispettosa" butto giù una dose generosa di zuppa, sedendomi sul tavolo da pranzo.
"Sì che lo sei. Punzecchiarmi così, mancarmi di rispetto, può essere pericoloso" minaccia.
"Ah sì? E dimmi, a cosa potrei andare incontro? Mi lasci senza cibo? Mi affoghi?" Giro il coltello nella piaga.
"No, potrei toglierti qualcosa che brami più di tutto" ghigna.
"E sarebbe?" Accavallo le gambe e termino il pasto.
"Il mio splendido corpo" si mette in posa.
"Santo cielo se sei tronfio! Posso fare a meno del sesso, J." Non è vero, ma non voglio alimentare le sue convinzioni.
"Ma chérie, sei una pessima bugiarda" si toglie la maglia, strofinandosi la mano sull'addome.
Alzo un sopracciglio anche se dentro sto sbavando.
Butta gli occhi al cielo e sfila i pantaloni.
"Ma tu le mutande le porti mai?" Domando.
"Sono un impiccio" allarga le braccia e ammicca.
"Sei un'idiota, lo sai?" Ma sorrido. Balza su di me e dice: "Non puoi vincere contro di me" ed è il mio turno di fargli vedere con chi ha a che fare.
Poso la mano sul suo petto e lo spingo via.
"Povero allocco" dico.
Inizio a camminare, togliendomi gli abiti e dirigendomi verso la spiaggia. Un attimo prima di toccare l'acqua, nuda, le sue mani mi afferrano.
"Solo per questa volta baby, solo per questa volta" mi solleva e correndo, mi riporta in casa.

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