#ALIS
Mi sedetti su uno sdraio davanti alla piscina mettendomi le mani nei capelli "dannazione" scossi il capo alzandolo e lasciando cadere le lacrime "mi manca così tanto"
"Dovresti smetterla di piangere" disse Adam sedendosi davanti a me su uno sdraio.
Si porse in avanti appoggiando i gomiti sulle ginocchia e incrociando le mani "se lo ami così tanto, cosa ci fai ancora qui?" chiese aspettando una mia risposta "vai da lui, digli quanto lo ami, nonostante tutto e tutti" strinsi i pugni guardando in un punto fisso leccandomi le labbra.
"Non capisci Adam" lo guardai posandogli una mano sulle ginocchia "mi ha alzato le mani, e continuerà a farlo"
Mi fermai notando che alzò gli occhi al cielo sbuffando per poi ridere "Alis, questa è la nostra vita."
Mi guardò cercando di farsi capire, ma inutile.
"Non ti puoi aspettare che non ti alzi le mani"
Si fermò cercando il mio sguardo "la violenza è il modo in cui lui ti fa vedere che ti ama." disse "siamo cresciuti avendo davanti ai nostri occhi pistole, violenza, morte"
Mi guardai le mani mordendomi l'interno guancia sospirando.
"Quel giorno è andato apposta per tenere al sicuro la sua famiglia. Dovresti preoccuparti se se ne avesse fregato della vostra sicurezza"
Restò per alcuni secondi in silenzio poi si alzò entrando nell'hotel.Mi alzai chiudendo gli occhi e inspirando.
Sali nella mia camera chiudendo la porta dietro di me.
Notai un bigliettino sul letto, scritto a pc.
"sono ovunque, mi senti?"
Mi guardai attorno preoccupata, strinsi il biglietto lasciandolo cadere a terra "chi sei?" sussurrai sapendo che qualcuno mi stesse vedendo e sentendo. "Chi sei?" urlai.
Il tramonto riempi la camera d'hotel illuminandola "Sono qui" notai un walky talky sul comodino.
Iniziai a tremare, sentendomi male.
Presi un sospiro calmandomi "cosa vuoi?" balbettai restando davanti a quel coso immobile.
"te" mi si ghiacciò il sangue nelle vene alle sue parole da robot "voglio te Lakwnoski"
Deglutì asciugandomi le mani sudate sul lenzuolo, cercando di restare calma "se vuoi me, allora incontriamoci"Mi legarono ad una sedia, un pezzo di stoffa ricopriva la mia vista.
Non potevo fare niente.
Era la mia fine? Non lo so, ma ero sicura che non mi sarebbe dispiaciuto accompagnare mio padre e Agvustin.
Non avevo più niente, niente da perdere.
Le mani dolenti sotto la fune iniziarono a sanguinare di poco.
Sentì i passi di alcune scarpe avvicinarsi a me togliendomi il pezzo di stoffa.
Mi ritrovai davanti un uomo con la faccia bruciata, tolsi lo sguardo spaventata da come era ridotta la sua faccia.
"Non ti ricordi di me?" chiese alzandomi per il mento obbligandomi a guardarlo "ti suona strano il nome Jeremy Bieber?"
Mi teneva per la mascella stringendola, deglutì incredula mentre pronunciò il suo nome.
"Ti meriti questo e anche peggio" dissi guardandolo dritto negli occhi, mentre stringevo i pugni "avresti dovuto bruciare all'inferno" urlai cercando di liberarmi dalla presa.
Mi diede uno schiaffo, i capelli mi coprirono il viso "Sai, vergogna alzare le mani sulla tua ex nuora che doveva nascere un bambino con il tuo cazzo di figlio" sputai per poi pentirmi e maledire me stessa.
Spalancò la bocca facendo notare ancora di più la sua faccia bruciata, strinse i pugni davanti alla bocca mordendosi la mano.
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LAKWNOSKI
FanfictionIsidor Lakwnoski, capo della più potente mafia russa, in fin di vita chiederà a sua figlia, Alis Lakwnoski di vendicarsi sul gruppo più potente di Stratford, causa della sua morte. I Komodo. Ma cosa succederà quando Alis Lakwnoski e Justin Bieber si...