28. I missed you

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#ALIS
Mi avvicinò per la nuca mordendomi il labbro inferiore con passione, come se con quel morso volesse recuperare tutto il tempo perso.
"Non mi hai mai perso"
Leccò le mie labbra per poi succhiarle.
Lo guardai negli occhi e notai qualcosa di diverso, qualcosa che fino in quel momento non avevo mai visto.
Sentimento di possesso.
Non del corpo, ma dell'anima.
"Attraverserei l'inferno per te"
Sussurrava tutte quelle parole mentre le sue mani erano sparse per l'intero corpo che mi stringevano così forte da non lasciarmi più andare via.
"Solo al pensiero che un altro potrebbe toccarti"
Aumentò di più la presa sulle mie guance stringendole con forza.
Restava sopra di me con gli stessi sentimenti negli occhi, il che mi fece eccitare abbastanza.
Il mio corpo, il mio cuore, la mia anima, i miei respiri. Erano tutti suoi.
"Cosa faresti?" mormorai alzando di poco il capo e prendendolo per il labbro.
Adoravo vederlo così, con il suo sguardo solo su di me, con il cuore che era solo mio, il modo in cui mi proteggeva.
Facendo una risata ironica mi lasciò piccole scie di saliva sul petto per poi scendere sempre più giù "Sapresti benissimo cosa farei piccola" mormorò stringendo tra i suoi denti un pezzo della mia carne "E non ci penserei due volte"
Emisi un piccolo gemito indesiderato, ma alle sue parole sentivo come se tutto il corpo mi tremasse sotto di lui. Lo volevo.
"Tu sei solo mia" disse succhiando il pezzo di carne proprio sotto il seno lasciando un segno evidente color viola.
"Mi stai minacciando?" dissi incurvando la schiena cosi che i nostri corpi si potessero toccare sempre di più.
Alzò le spalle pensandoci per poi ridere "prendilo come un piccolo avvertimento"
Strinsi le lenzuola tra le mie mani cercando di non dare troppo alla vista che ero affamata di lui, come mai lo ero prima "sennò?" chiesi.
Amavo provocarlo, vedere le sue reazioni appena avrei nominato qualcuno che non fosse lui, qualcuno che mi avesse toccato il corpo con le mani ma che le mani non fossero sue.
Adoravo vederlo così protettivo.
"Se non sei mia, non sarai di nessun altro" sputò continuando a stringermi la guancia con tutta la forza che aveva "preferisco vederti morta piuttosto che con un altro"
Infilai le unghie nella schiena come segno che non l'avrei mai abbandonato e che lui sarebbe stato l'unico che mi avrebbe mai potuto toccare.
Tutte quelle emozioni mi passarono dalla mente quando mi ricordai di lui.
Jeremy Bieber.
Lo spinsi da me con tutta la forza che avevo.
"Cosa c'e che non va?"
Mi alzai dal letto mettendomi davanti alla valigia cercando qualcosa di mettermi addosso.
Cosa potevo dirgli? Tuo padre non è morto, mi ha tirato uno schiaffo e stava per diventare nonno? Come potevo dirgli una cosa del genere?
Strinsi l'anta dell'armadio tra le mie mani cercando di concentrarmi su cosa indossare
"Alis" disse mentre era ancora nel letto.
Si alzò mettendosi dietro di me "dimmi"
Mi passò la mano sotto la maglia, chiusi gli occhi trattenendomi dal baciarlo "niente" dissi guardandolo con la coda dell'occhio "va tutto bene"
Teneva il respiro sul mio collo guardandomi. Dannazione, non ero brava a mentire "dimmi" mormorò girandomi verso di lui appoggiandomi al muro.
Serrò la mascella alzando le sopracciglia "solo che.."
Mi fermai passandogli l'unghia sulla clavicola sporgente "mi sei mancato"
Bloccò le mie mani sopra la testa mentre continuava a baciarmi e sussurrami tutte le cose che volevo sentire dalla bocca.
Ma per quanto io lo desiderassi in quel momento, non ce la facevo.
"Justin" borbottai spingendolo da me.
Si allontanò di poco aggrottando le sopracciglia confuso poi fece una piccola risata non capendo perché io l'avessi allontanato.
"Non ti ero mancato?" si leccò il labbro velocemente.
Alzò le mani per poi farle cadere lungo i suoi fianchi non capendo più niente "abbiamo perso un figlio, ti ho lasciato andare per il tuo meglio, mi chiami alle 4 del mattino dicendomi che ti manco, e quando voglio fare qualcosa con te, mi respingi"
Alzò le spalle per poi appoggiare la mano sull'armadio.

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