#JUSTIN
La ammiravo e la ammiravo, in continuo.
Non potevo mai stancarmi di lei e della sua bellezza.
"Ti amo" mormorò sulle mie labbra
Sebbene ero lì con lei, sentivo che c'era qualcosa che non mi voleva dire, qualcosa che mi teneva nascosto.
Sentivo ogni suo minimo dolore.
Le baciai la fronte chiudendo gli occhi cercando di capire cosa le succedeva, se avevo fatto un passo sbagliato, se l'avessi fatta incazzare o altro ma proprio non riuscivo a capire, per quanto la mia mente si sforzasse.
Decisi di lasciar perdere tutti quei pensieri e non pensarci più.
"Justin, vai tu ad aprire?" urlò dal bagno.
Sbuffai incamminandomi verso la porta "come se avessi scelta" mormorai.
"Ti ho sentito stronzo" urlò di nuovo però più forte.
Risi abbassando la maniglia e guardandola in viso, sorridente come mai prima.
"Oh Justin" mormorò sgranando gli occhi alla mia vista.
Certo, quella espressione era da capire.
Voglio dire, anch'io se avessi una figlia che sta con uno e questo qua la maltratta, le fa perdere il figlio e altro, avrei la stessa espressione.
Forse anche peggio, pensai.
Dal nervoso, continuavo a stringere la maniglia tra le mani aspettando che dicesse qualcosa ma poi diventò tutta seria.
"Vi aspettiamo giù" mormorò girando le spalle e andandosene.
Restai per poi secondi nella stessa posizione.
Tutto qui? Niente schiaffi, niente pugni? Aggrottai le sopracciglia per poi rientrare in camera.
Si asciugò il viso tamponandolo leggermente per poi rimetterlo al suo posto, aveva un costume da bagno nero intero con alcuni tagli sui fianchi.
Feci una corsetta dandogli uno schiaffo sulle natiche, il suono rimbombò nel bagno facendomi sorridere, si morse il labbro girandosi verso di me "cazzo Justin" urlò massaggiandosi il fondo schiena.
La alzai facendole incrociare le gambe attorno alla mia vita mentre la baciavo senza distaccarmene, le sfioravo ogni piccola parte del corpo, senza perderne neanche uno.
Quando la posai sul letto, mi guardava.
Mi guardava con dispiacere, dispiacere perché sapeva che non era pronta ad essere nuovamente mia. La capì, non la biasimavo, aveva tutta la ragione del mondo.
"Va tutto bene" mormorai alzandola dal letto e baciandola "aspetterò"Con il sole che si posava sui nostri corpi nudi, lei mi spalmava la crema sul corpo mentre io ero seduto tra le sue gambe con la testa sulla sua pancia.
Mi massaggiava i pettorali con molta delicatezza facendo si che la mia pelle assorbisse quella crema e che non mi bruciassi.
"Justin?"
Prese l'asciugamano e un po' di acqua asciugandosi le mani oleose.
Alzai il capo guardandola, aspettando che mi chiedesse quello che voleva chiedermi.
"Ti manca tuo padre?"
A quella domanda abbassai lo sguardo verso il mare mettendomi gli occhiali.
Non ne avevo mai parlato con nessuno e per quanto mi faccia male, lei doveva saperlo. Prima o poi sarebbe uscito fuori questo argomento.
"Certo che mi manca" mormorai sfiorandole la coscia.
Le sue mani iniziarono a penetrare i miei capelli e a giocare con essi.
"Avrebbe mai accettato il fatto che noi stessimo insieme?"
Continuavo a muovere i piedi nella sabbia dal nervosismo mentre lei non lasciava un secondo i miei capelli.
"Non vedo perché non avrebbe accettato" dissi.
Rimase in silenzio sospirando quando tutto ad un tratto mi alzai girandomi verso di lei sorridendogli "Andiamo a fare un bagno"❌❌❌❌❌❌
Dato che oggi sono rimasta a casa, ho deciso di mettervi un nuovo capitolo già di prima mattina e forse un po' più tardi ne metterò un altro.
Mi dispiace per eventuali errori
Buona giornata 💎💘
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LAKWNOSKI
FanfictionIsidor Lakwnoski, capo della più potente mafia russa, in fin di vita chiederà a sua figlia, Alis Lakwnoski di vendicarsi sul gruppo più potente di Stratford, causa della sua morte. I Komodo. Ma cosa succederà quando Alis Lakwnoski e Justin Bieber si...