CAPITOLO 17: faccia numero 5.

381 28 13
                                    

Quando la ragazza riprese conoscenza, sentì qualcosa di morbido sotto di lei. Si accorse che era un materasso. Lei era sdraiata sul lato destro, mentre il lato sinistro sembrava vuoto. Si guardò attorno: non conosceva quel posto. Le pareti erano di un giallo scolorito, rovinato dal tempo. C'era puzza di tabacco, come se qualcuno avesse appena fumato. Sentì il rumore di uno scarico. Si sollevò per mettersi a sedere, e guardò in direzione del bagno. Ci fu qualche secondo di silenzio, l'unico rumore era quello del giornalista nello schermo della tv. Parlava di quanto sarebbe stata grande la prossima luna piena. La chiamava "Super moon". Era un evento raro.

La porta si aprì, ne uscì fuori Isaac. 

-Buongiorno principessa.-

Megan non rispose, lo guardò con quella che Malia avrebbe definito "faccia numero 5".

Isac si avvicinò al letto, si sedette cautamente come se avesse paura di far correre via la ragazza.

-Sono svenuta?- chiese, tenendo lo sguardo fisso sulle ferite che decoravano la faccia del povero ragazzo.

-Sì.- sospirò questo. -Non sappiamo perché, abbiamo seguito il tuo odore e ti abbiamo trovata nell'erba senza sensi.-

Megan si voltò verso la televisione, il giornalista non stava più parlando della "Super moon", ora parlava di qualcos'altro ma nessuno nella stanza lo stava veramente ascoltando.

-Ho visto un uomo di fuoco.-

-Come?- Il ragazzo rise un po'.

-Non ridere, non sono pazza.- appoggiò la testa allo schienale del letto e incrociò le braccia, continuando a fissare la televisione.

-Certo che non lo sei.-

Megan si voltò. -Chi te li ha fatti?- chiese, allungando la mano verso uno dei graffi sul viso di Isaac.

Sembravano profondi, e il ragazzo indietreggiò prima ancora che la mano di lei premesse contro la ferita, come prevedendo il dolore. Poi si riavvicinò, così come fa il cane mansueto dopo aver preso il bastone per il suo padrone, lasciando che lei accarezzasse il suo zigomo squarciato. Poi lasciò che ripulisse il sangue in eccesso che colava dal lato destro della sua fronte, con il pollice.

Megan guardò il suo stesso dito, sporco di sangue. Era un sangue scuro, più scuro di quello di qualunque altra persona. Rispecchiava Isaac. Anche lui era più scuro degli altri.

Isaac la guardava come si guarda un vaso di porcellana sull'orlo del tavolo, mentre qualcuno lo sta spingendo in avanti. Indeciso se rispondere, e rischiare di frantumare il vaso, o tacere e rischiare che il vaso si andasse a schiantare da solo.

La ragazza continuava a fissare il suo pollice, lui le afferrò la mano. Velocemente condusse il dito sporco di rosso dentro la sua bocca, succhiando il suo stesso sangue.

-Fai schifo!- esclamò lei, disgustata dal gesto. Prese subito un lembo delle lenzuola per rimuovere la sensazione di sporco che la saliva di Isaac le aveva lasciato.

Il ragazzo esplose in una grassa risata, rilassò i muscoli e si sdraiò sul letto. Rideva così forte da riempire la stanza.

-Sei proprio una femminuccia.- disse, sorridendo maliziosamente come al suo solito. -Ti impressioni per qualche ferita.-

-Non fare il duro con me Lahey. Ti ho visto sull'orlo del pianto più di una volta.- le ricordò la ragazza, alzandosi dal letto.

Lui la afferrò rispingendola contro il materasso, sdraiata a pancia in su con il corpo di Isaac a bloccarla.

-Che c'è ora?- sbottò infastidita.

-Non mi va che ti alzi.- fece spallucce, e poi si morse un po' il labbro.

-Hai visto troppi film romantici, o forse hai letto troppe fanfiction.- Il ginocchio di lei puntò verso il suo stomaco, colpendolo, cercando di scollarselo di dosso senza risultati.

Isaac aveva la faccia numero 5. -Non so di cosa tu stia parlando.-

-Non basta così poco.- spiegò lei.

Lui mollò la presa e si sdraiò accanto a lei, rivolgendole lo sguardo interrogativo.

Megan si alzò. -Mi hai condotto nel bel mezzo del nulla, hai ucciso una persona, mi hai lasciata completamente sola con un gruppo di estranei, e poi sei rispuntato fuori all'improvviso senza nemmeno chiedere scusa. Non basta morderti il labbro, avere quell'aspetto da "mi sono quasi fatto ammazzare combattendo per una giusta causa", e dirmi che non vuoi che me ne vada. Non funziona come nei libri o nei film. Se vuoi essere perdonato, dovrai farti il culo.-

-Che linguaggio da signorina.- commentò il ragazzo sarcasticamente.

Megan si inchinò senza troppo entusiasmo.

-Ho bisogno di una doccia.-  disse poi, mentre andava verso il bagno.



Isaac rimase così da solo, nella stanza di quel motel. Gli sembrava passata mezz'ora da quando Megan era entrata sotto la doccia, e il suono dell'acqua aveva iniziato a cullarlo.

-Sei viva? - urlò.

Non rispose ma sentì il suo battito.

Prese così il cellulare che la ragazza aveva lasciato incustodito sul comodino, digitò il codice che aveva memorizzato grazie all'inesistenza di cautela di Megan ogni volta che sbloccava il suo telefono. Scrisse sulle note che era uscito per andare dagli altri, e che si trovavano nella stanza accanto, e che se avesse avuto bisogno di qualcosa poteva bussare.

Aprì la porta della stanza, e inquadrò subito la sua auto parcheggiata esattamente lì davanti. Vide poi più in  la piccola casetta in cui stava la reception del posto, e la sbarra attraverso cui si accedeva al parcheggio che stava al centro dell'edificio. Fece esattamente 5 passi verso destra prima di trovarsi davanti alla camera 34. Bussò con forza, e gli venne aperta la porta da Scott che lo guardò mortificato.

Malia era sdraiata sul letto e fissava il soffitto, Lydia guardava distrattamente il cellulare seduta su un piccolo divanetto, come sempre accanto a lei c'era Stiles. Lui sembrava quello più preoccupato. Aveva le mani giunte come per pregare, e i gomiti appoggiati sulle ginocchia. Sembrava in piena indagine investigativa.

-Si è svegliata?- chiese Scott.

-Sì.- gli rispose.

Lydia mise da parte il telefono. -Le somiglia davvero tanto, se non fosse per la voce.-

-E per il sorriso.- completò Scott.

-Diciamo che nelle ultime 48 ore, l'abbiamo vista sorridere poco.- commentò Malia.

-Che state combinando?- chiese Isaac, ignorando i loro discorsi sulla somiglianza tra Megan e Allison.

Tutti gli rivolsero la faccia numero 5.

-Mi sono venuti a cercare, lei ci sarebbe potuta finire in mezzo più di quanto ci sia già finita.- si lamentò, alzando leggermente il tono della voce e indicando le mura con l'intenzione di riferirsi alla stanza accanto in cui Megan si stava facendo la doccia.

-Che sta succedendo? Kate mi ha attaccato giorni fa! Che diavolo ci fate in Francia poi?- era arrabbiato, voleva spiegazioni. Non sarebbe bastato dirgli di starsene lontano dalla vicenda. Non sarebbe bastato comprargli un bel biglietto del treno per tornarsene a Parigi con la sua ragazza.

-Pensavo che Scott fosse qui per Megan, ma che senso ha portarvi con lui?- continuò, vedendo che nessuno gli rispondeva.

Tutti con la faccia numero 5.

-Sarà meglio se ti siedi e ti calmi.- lo ammonì Stiles. -Riguarda Derek.-

---------------------------------------
Due capitoli in due giorni, sto quasi per meritare la vostra fiducia.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

REMEDY||Isaac LaheyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora