CAPITOLO 13: Salvami.

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Dedico al capitolo a Pace-Stilinski perché i KISAAC non riesco proprio ad immaginarmeli senza ridere. Buona lettura.


-Come ti senti?- chiese Megan,guardando preoccupata il volto ancora pallido di Isaac. 

La faccia del ragazzo era sconvolta,si chiedeva come avesse fatto a salvarlo probabilmente. La verità era che  non lo sapeva bene neanche lei. Era come se fosse stato un riflesso spontaneo. L'eredità delle storie di quella vecchia pazza di sua nonna le aveva illuminato la mente. C'è chi cresce con storie di principesse, di boschi incantati, di fate e folletti e chi, come Megan, cresce con narrazioni di mitologia celtica e creature sovrannaturali. Anche se, visto dove si trovava in quel momento e cosa aveva visto negli ultimi giorni, non le sembrava così strano che sua nonna le raccontasse quelle storie. 

-Bene, credo.- rispose il ragazzo con voce titubante. 

-Lui no.- disse la voce un po' assente e un po' troppo presente di Lydia. 

Stiles, Megan, ed Isaac si voltarono verso la ragazza dai capelli rossi che dava loro le spalle. Dovettero alzarsi in piedi e raggiungerla per poter vedere quello che vedeva lei: un ragazzo steso a terra, sanguinante, la pelle troppo pallida e il corpo troppo immobile. Un ragazzo morto. Un cadavere. Una vita che non c'era più. 

Lydia chiuse gli occhi e cercò con ogni fibra del suo corpo di reprimere quell'urlo che sentiva nella gola. I sussurri nella sua testa si spensero non appena la mano di Stiles raggiunse il suo fianco, iniziando ad accarezzarlo delicatamente. Lei si voltò a guardarlo, trovando nel suo profilo serio qualcosa di nuovo e di bellissimo. 

Megan fece qualche passo indietro e chiuse gli occhi velati dalle lacrime, era la prima volta che vedeva un cadavere. Isaac si voltò a guardarla mentre piano piano cercava di fuggire dalla situazione, di allontanarsi dalla realtà. 

-Mi sono solo difeso.- disse poi, quasi a se stesso. 

Ma tutti lo sentirono. Ma tutti si voltarono. Ma tutti lo giudicarono. Ma tutti pensarono fosse un assassino. Ma tutti pensarono avesse tolto la vita ad un innocente. Ma tutti li avevano visti,gli occhi blu accesi al suo risveglio, quel pezzo di anima che se ne era andato assieme al ragazzo steso a terra.

-Sei stato tu?- fu la voce schifata e arrabbiata di Megan ad interrompere il silenzio che si era creato. 

Che poi silenzio non era,era un rumore di pensieri brutti e nascosti. 

-Mi sono solo difeso.- ripeté Isaac in modo più deciso, questa volta non lo disse solo a lui ma a tutti. 

Megan scosse la testa, gli occhi spaventati e delusi come quelli di una ragazza che ha visto un amico trasformarsi in un mostro. 

-Lui è morto.- disse, centrando Isaac negli occhi. -Lo hai ucciso.- sussurrò. 

A quel punto gli occhi di Isaac si abbassarono sul cadavere, si velarono di lacrime ma nessuno li vide. Gli tornarono alla mente tutti i cadaveri che aveva visto in quegli anni, tutte le volte in cui aveva maledetto gli assassini di ragazzi innocenti, tutte le volte in cui aveva sperato in qualcosa di migliore.

Gli venne in mente tutto e gli crollò il mondo addosso. 

-Lui ha tentato di uccidermi, io mi sono solo salvato la vita.- disse, come a mettere un punto alla discussione prima di infilare le mani in tasca e fuggire via. 

Per qualche minuto, tutto rimase immobile. Un paesaggio desolato, un ragazzino che camminava via con le mani in tasca e lo sguardo sul cemento, altri tre ragazzini che fissavano un cadavere con le facce sconvolte di chi non sa bene cosa fare. 

E quando i volt vennero aumentati da quello strano uomo con i baffi,a quel punto fu come se nel suo corpo si fosse risvegliato qualcosa

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E quando i volt vennero aumentati da quello strano uomo con i baffi,a quel punto fu come se nel suo corpo si fosse risvegliato qualcosa. Un istinto primordiale di sopravvivenza iniziò a scorrergli nelle vene, le sue braccia si caricarono e si sollevarono spezzando le catene. Gli occhi rossi e il ruggito spaventarono l'uomo a tal punto che indietreggiò fino alla porta. 

L'uomo mise le mani in tasca ed iniziò a cercare qualcosa in modo frenetico, probabilmente le chiavi della porta. Voleva scappare, lo dicevano i suoi occhi, la sua postura, l'espressione del volto, perfino quei suoi strani baffi lo dicevano. 

Scott si avvicinò, la testa leggermente inclinata e quello sguardo minaccioso che aveva imparato dagli Hale. 

-Ora che non sono più legato, non fai il gradasso?- domandò con aria ironica, la voce distorta e confusa. 

L'uomo trattenne il respiro e provò a rallentare il battito, ma con scarsi risultati. Più Scott si avvicinava, più il suo cuore iniziava a martellare come se volesse uscirgli fuori dal petto e schizzare via dalla finestra. 

La porta dietro l'uomo di aprì di scatto, il suo corpo cadde a terra privo di conoscenza, mentre quello di Scott si immobilizzò per un istante. 

Un odore fin troppo familiare gli invase le narici. Era simile all'odore di Allison, ma mancava quella dolcezza tipica della giovane cacciatrice. Era un'aroma macchiato di sangue, di cattiveria, di pazzia. 

Sulla porta comparve una donna bionda, gli occhi verdi e brillanti. 

-Non l'avrei mai detto, che il piccolo Scott fosse il True Alpha.- ghignò. -Avevo puntato tutto su Isaac.- 

Il volto, la voce, la pacatezza di Kate Argent. 


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Scusate per l'infinità che avete aspettato per un capitolo molto corto come questo. Sono veramente sommersa dagli impegni ultimamente. Ma,ehy, fra poco ci sarà l'estate e io tornerò ad aggiornare spesso. 

Spero voi siate ancora qui,scusate ancora. 


Maki. 

REMEDY||Isaac LaheyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora