Capitolo 1

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Avevo solo 15 anni quando cominciai, per la mia famiglia era un momento difficile, mio padre era malato, mia madre non lavorava, eravamo soli, non avevamo nessuno aiuto della nostra famiglia, eravamo talmente poveri da non poterci permettere neanche una bottiglietta d'acqua.
Abitavamo in una casa con solo due stanze, era molto vecchia, con qualche topo che girava per casa. Insomma era un periodo davvero difficile per tutti noi. Andavo a scuola che puzzavo, venivo presa in giro da tutti, ma non mi importava nulla, perché c'era un motivo per la quale io ero così.
Un giorno incontrai una ragazza, mi vide seduta su una panchina mentre piangevo, e si avvicinò.
-Perché piangi?
La guardai, e non gli risposi.
-Hei, sono una brava ragazza, tranquilla.
-Non ci conosciamo.
-Paige. Tu?
Non volevo dirle il mio nome, ma dopo tutto era stata l'unica persona che mi rivolse la parola.
-Jamie..
-Bene. Ascolta Jamie perché stai qui da sola? Perché non stai con i tuoi amici.?
-Non ho mai avuto amici.
-Cosa? Che ti è capitato..
Avevo paura a raccontare della mia vita, non l'avevo mai fatto con nessuno, mi chiedevo se potevo fidarmi di una sconosciuta, ma avevo bisogno di sfogo, così non diedi molta importanza a quello che poteva succedere, in fondo era l'unica persona che mi parlava senza volerlo, raccontai tutto quanto, da cima a fondo.. Lei comprendava quello che raccontavo. Dopo averle raccontato tutto ci fu un minuto di silenzio.
-Jamie, ascolta fidati e vieni con me.
-Cosa? Ma dove.
Mi tirò per un braccio e mi portò con se, a casa sua.
-Da quando non ti fai una doccia?
Mi morsi il labbro, e diventai rossa per la vergogna che stavo per provare quando stavo per rispondere. Mi lavavo quando c'era la possibilità di poterlo fare.
-Circa una settimana.
-Scherzi? Avanti vai a farti un bagno, ti presto un pò della mia roba e poi andiamo a comprare qualcosa.
-No, davvero non è il caso, neanche ci conosciamo.
-Smettila, mi hai raccontato gran parte di te, sembra di conoscerti da una vita.
-Ma..
-Shh! Basta, sta zitta e vai.
Così entrai in bagno, un bagno davvero lussuoso, non mi aspettavo tutto questo lusso, lei sembrava una ragazza come me, persa, con tutti quei piercing, con espansioni di 2 cm, sembrava una ragazza sperduta. Mi feci il bagno, e fu una sensazione bellissima, quasi non volevo più uscire, volevo godermi quel momento fino in fondo, perché non sarebbe capitato di nuovo.
-Ti sei rilassata?
-Oh, puoi dirlo forte. Era da tanto che non facevo un bagno così.
-Bene. Da oggi non dovrai preoccuparti di nulla. Starai a casa mia fin quando non si sistemeranno le cose a casa tua.
-Cosa? Scherzi vero? Non voglio dare problemi alla tua famiglia. Non posso lasciare i miei genitori così..
-Jamie, tua madre comprenderà, non credo che ti lascerà nella merda con loro, mentre c'è la possibilità di vivere meglio, tua madre non vorrà mai questo. I miei lavorano fuori, poi ho già chiamato i miei, e hanno detto che devi restare.
-E i miei genitori?
-Troveremo un lavoro per te, e tua madre si prenderà cura di tuo padre. Adesso andiamo a comprare qualcosa, e poi ti presento i miei amici.
Così andammo al centro commerciale, mi ha comprato molti vestiti, vestiti che potevo solamente sognare di avere, mi portò dal parrucchiere e mi chiese se mi piacevano i piercing, le ho risposto si, così mi fece fare un piercing al sopracciglio. Poi andammo in una stazione dove c'erano i suoi amici.
-Ei ragazzi, lei è Jamie.
Tutti mi guardavano in modo strano, avevano tutti dei piercing, e la maggior parte di loro spacciavano droga, altri fumavano e altri sniffavano, allora non mi ero sbagliata sull'apparenza di Paige. Un ragazzo mi guarda e si presentò.
-Io sono Arnold.
Arnold, davvero carino, forse era il più carino in mezzo a tutto questo gruppetto..
-Jamie.
-Vuoi?
Si riferiva alla canna, ma rifiutai, non ero pronta per provare, ma poi pensai che non avevo niente da perdere, e cambiai idea..
Passavano i giorni, i mesi, e ogni giorno di più mi perdevo con loro, la notte andavamo in quei locali dove c'erano ragazze nude che ballavano sui pali, una sera ero mezza sbronza, così mi spogliai e cominciai a ballare su un palo. Un ragazzo mi guardava e cominciava a lasciarmi banconote così come tutti gli altri. Da lì capì che facendo questo si guadagnava e mi feci assumere in uno di quei locali, era meglio di spacciare droga.
-Jamie, cosa hai fatto?
-Mi sono fatta assumere, qua il guadagno è tanto.
-Ah, davvero? Mi aggiungo anche io allora.
-Ma tu guadagni già bene con lo spaccio, e poi i tuoi ti mandano sempre soldi, non ti manca nulla.
-Jamie, qui più lavoro fai, meglio è, pensaci bene, potrai aiutare meglio i tuoi, e i miei mandano soldi anche a te.
Forse Paige aveva ragione, così cominciai a spacciare anche io, e quello che guadagnavo lo dividevo coi miei. La mattina seguente, andai da mia madre dandole ciò che avevo guadagnato la sera prima.
-3.000 dollari.. ma dove hai preso tutti questi soldi?
La sera prima mi ero data da fare molto, vendevo più droga possibile, e mi facevo pagare molto al locale..
-Mamma, ho trovato un lavoro, dove il guadagno è sufficiente per prendere una nuova casa e comprare le medicine a papà.
-Cosa, ma dove?
-Non importa dove, l'importante è che potrete vivere tranquillamente, io continuo a stare da Paige. Adesso vado, mi aspettano.
Ero più sollevata, per aver dato una possibilità a mio padre di guarire e a mia madre di sopravvivere, il mio guadagno sarebbe stato la salvezza dei miei.. Ma non mia, io ero abbastanza persa ormai, e non potevo immaginare cosa mi sarebbe successo se ancora continuassi, e continuavo a pensare, mentre attraversavo la strada, un auto mi venne incontro..
Persi i sensi, quando mi svegliai mi trovai in ospedale con accanto un ragazzo, che attendeva il mio risveglio.
-Cosa è successo?
-Stavi attraversando la strada, non ti ho vista e ti ho presa in pieno..
Prima non feci caso a lui, ma poi l'ho guardai bene.. Non avevo mai visto degli occhi così belli, pieni di dolcezza e piccoli, aveva le labbra carnose, e quel faccino così innocente.. era il ragazzo più bello che abbia mai visto..
Quando lo guardai lui mi sorrise un pò dispiaciuto, io gli sorrisi.
-Come ti senti?
-Sono tutta indolezita..
-Non sai quanto mi dispiace, di solito non sono così distratto quando guido...
Cominciava ad innervosirsi per i suoi sensi di colpa.
-Stai tranquillo, è tutto ok.
Infondo come si ci poteva arrabbiare con quel faccino. Mi guardò dispiaciuto..
-Io sono Clyde..
-Jamie.
Mi guardava sorridendo, come se fosse contento di avermi incotrata, e anche io lo guardavo in questo modo. C'era silenzio, aspettavamo il dottore che ci dava notize.
-Signorina Smith, non è niente di grave, riposi per un paio di giorni. Può andare.
Uscimmo dall'ospedale.
-Lascia che ti accompagni io..
-Ma no, non è il caso, ce la faccio.
-Insisto, lascia che rimedi al danno che ho fatto.
Balbettai.. -Nono, non è nulla di grave.. tranquillo.
Sospirò, e si avvicinò a me, mi prese la mano e mi tirò verso la sua auto, mi aprì lo sportello, io mi bloccai..
-Tranquilla, non capiterà un altro incidente.
Infine salì. Era così bello quando guidava, quasi dimenticavo tutto quello che mi stava capitando. Lo fissai per tutto il tragitto, poi lui si voltò verso di me.
-Cosa c'è?
-Oh, niente. Hai degli occhi stupendi.
Dissi mordendomi il labbro. Lui mi guardò e sorrise. Mi feci accompagnare da Paige. Arrivati, lui scese dalla macchina, mi aprì lo sportello e mi aiutò a scendere.
-Grazie..
-Era il minimo dopo quello che è successo. Guarisci presto, spero di rivederti.
-Magari, chissà..- Dissi a testa bassa, lui era un bravo ragazzo, io ero solamente una prostituta e una spacciatrice, non pensavo affatto che se lo avesse saputo avrebbe voluto vedermi ancora. Mi salutò con una stretta di mano.
-È stato un piacere Jamie.
-Anche per me..
Entrai in casa, Paige mi vide zoppicare un pò.
-Jamie ma dove sei stata tutto il giorno? Avevi detto di andare da tua madre per darle i soldi e... Perché zoppichi?
-Sono stata in ospedale, ho avuto un'incidente..
-Cosa? Perché non mi hai chiamata? Sarei venuta subito. Avevi qualcosa con te?
-Per fortuna no.. Comunque non è nulla di grave, devo stare a letto per un paio di giorni..
-E con il lavoro?
-Farò il possibile per stare meglio.. Tranquilla.
In realtà ero sollevata dal fatto che questi due giorni stavo a casa, e avrei voluto anche che fossero stati di più i giorni di riposo, non era un "lavoro" la quale andavo fiera, ma quel denaro mi serviva, e per i miei genitori avrei fatto qualunque cosa.

Salvami ancora. [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora