Epilogo.

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L'epilogo verrà descritto dal punto di vista di Clyde.•

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Erano soltanto le sei del mattino quando mi svegliai. Tutto quel silenzio, era inquietante, soprattutto se sentivi gli scricchiolii del pavimento. È una cosa che mi ha sempre fatto paura, sin da bambino, più che paura, impressione. Mi alzai per andare in cucina a prendere un pò d'acqua, per poi tornare in camera e sdraiarmi a cercare di prendere sonno, senza riuscirci. Mi voltai verso Jamie, e non mi ero ancora accorto che al posto suo c'era un foglio chiuso in due parti.
Non sapevo se aprirlo o meno, magari era un avviso che era andata a correre, o magari non so. Non mi andava di aprire quel foglio, così lo posai di nuovo, magari sarebbe tornata a momenti. Rimasi seduto sul letto, con le gambe a terra e i gomiti sulle gambe. Tremavo, e quel foglio mi faceva paura, però mi incuriosiva.
Basta, decisi poi di aprirlo, c'era un lungo testo, prima di leggerlo mi soffermai guardando il pavimento, e pensare se ne valeva la pena leggerla.. ma si.

'Clyde, scusa se è tutto con una lettera, ma so che se ti avessi parlato di persona avresti cercato di fermarmi.
Quando leggerai questa lettera io non sarò più lì con te purtroppo, e non lo sarò più.
Dopo quella sera e tutta questa settimana ho cominciato a sentirmi diversa, strana, come se ancora mi mancasse qualcosa. Non so se hai fatto caso alla mia freddezza, ma non solo con te, anche con Bonnie e Kyle. Era necessario che io andassi via da New York, lì ho troppi ricordi che mi uccidono dentro.. In questi mesi ho passato situazioni orribili, che tu hai reso spettacolari solo salvandomi. Mi hai salvata dalla prostituzione, dalla droga, e da Bronson, e te ne sarò sempre grata per questo.
Ricordo la prima volta che ci siamo incontrati, quello è stato il giorno più bello della mia vita. Quando aprì gli occhi in ospedale, e incociai i tuoi, il mio cuore smise di battere, persi il respiro. Quando mi avevi accompagnata a casa, già mi mancavi. Amavo i tuoi occhi dolci, così pieni di timidezza, da lì capì che avevo bisogno di te sin da subito.
Ricordo quando mi hai trovata sulla panchina a dormire, tu che volevi sapere tutto di me, e io ti impedivo di farlo, avendo paura che non avresti più voluto vedermi, lasciandomi te stesso nel cuore.
Ricordo quando mi hai salvata dalla galera, pagandomi la cauzione. Appena uscì dalla cella e poi vidi te, ero rimasta come una sciocca, ero contenta che c'eri tu lì, ero contenta di averti conosciuto.
Clyde.. Mi hai salvata del tutto.. ma ho bisogno di stare da sola, ho bisogno di cambiare vita, voglio essere libera!. Ma tutto ciò non significa che io non ti abbia amato, non ho mai amato una persona come ho fatto con te, e non ho mai conosciuto un ragazzo come te.
Devo cominciare una nuova vita così come dovrai fare tu. Io so che mi ami, so che magari questa lettera potrà farti soffrire, come ha fatto soffrire me quando l'ho scritta. Io ti amo più della mia vita Clyde, ma il nostro amore non può continuare con tutti questi pensieri che ho in testa.
Sappi che non sei tu che non va bene, ma sono io.. Sono io che non vado bene. Tu hai bisogno di una persona che ti dia attenzioni, ciò che io in questo periodo non potrò darti.
So che credevi che io ero la persona giusta, e credimi che è ancora così, lo credo anche io che tu sia la persona adatta a me, l'unica persona che mi può salvare, l'unica che può farmi sorridere, l'unica persona che con il suo sorriso fa tornare a vivere. Perché tu Clyde mi hai fatto rivivere la vita, in modo diverso, più bello, in modo spettacolare.
Amo il tuo modo di guardare i miei occhi comprendendo il mio stato d'animo. Hai compreso tutto sin dall'inizio, un altro ragazzo, non sarebbe mai rimasto al mio fianco. Tu si, perché mi ami davvero. Amo ogni secondo passato con te. Amo il giorno in cui mi hai portata via.. Tu c'eri sempre, anche quella volta che ti avevo mollato, facendoti credere che non ti amassi, ma in realtà stavo morendo dentro.. Quando la poliza mi inseguiva, tu dopo settimane sei ricomparso dal nulla, per salvarmi.
Amo il tuo modo di sorridere. Amo tutto di te.
Ma purtroppo dobbiamo stare lontani, ho bisogno di te come ho anche bisogno di spazio.
Ho bisogno di libertà Clyde, comprendimi come hai sempre fatto. Ti amo ed è questo l'importante, e lo farò tutta la vita. Perché nessuno, e dico proprio nessuno, mi ha fatta innamorare come hai fatto tu. Non amo nessuno come amo te. Non ho mai provato sentimenti così per qualcuno, ma solo odio con tutti. Non mi sono mai fidata di nessuno.
Con te invece è tutto diverso. Io per te provo qualcosa che non riuscirò mai a descrivere.
Sei importante per me Clyde, non dimenticarlo mai. Non soffrire per me. Te ne prego. Non servirà. Continua la tua vita, continua a cantare, e pensa a dimenticarmi, perché non ci sarà più un noi..
Clyde mi dispiace, avrei voluto un futuro insieme, ma devo pensare anche a me..
Alla mia libertà..
Mi mancheranno i tuoi baci, i tuoi modi di fare, i tuoi sorrisi, il tuo amore che mi faceva sentire viva, il tuo modo di salvarmi, mi mancherà la tua voce, tutto ciò che mi sussurravi.. Clyde. Sappi che adesso che siamo lontani a me manca una parte del mio cuore.. E sei tu.
Ti prego Clyde, non cercarmi. E se ci riesci, perdonami. Kyle è con me, si prenderà cura di me, non preoccuparti.
Ma ricorda solo che ti amo più della mia vita. Solo tu sei il mio unico amore. Il mio vero grande amore. Solo tu sei il mio mondo.
Solo tu sei la mia unica speranza.
Ti amerò tutta la vita. Te lo prometto.
-Jamie.'

Quando lessi quella lettera, il mio cuore si spezzò. Delle lacrime uscirono cadendo sul foglio, bagnandolo. Alzai gli occhi dalla lettera guardando la finestra. Mi cadde la lettera a terra. Non potevo crederci, tutta la mia vita andò in frantumi. L'amavo, e come se l'amavo, avrei smesso di vivere per lei. Jamie era tutta la mia vita, non so proprio come spiegarlo.

Presi il telefono, la chiamai, avevo bisogno di parlarle, avevo bisogno di sentire la sua voce.
Aveva il cellulare spento. Le lasciai un messaggio.

'Jamie, ho letto la lettera, quella cazzo di lettera che non doveva neanche essere scritta. Non capisco cosa ti abbia preso, ti prego richiamami Jamie, ho bisogno di te. Ho bisogno di noi.'

Avevo bisogno di lei, come l'aria che respiravo, anzi di più.

Andai in veranda, poi al parco. Mi sedetti sulla sua panchina, guardando un punto fisso, le lacrime che uscivano sole. Io non potevo stare senza di lei, avrei dovuto fare qualcosa.
Tornai a casa, sbattendo la porta, andando contro il muro, dandogli pugni, per poi fermandomi appoggiando la fronte a muro, e piangere ancora come un bambino quando si sbucciava un ginocchio. Mi voltai appoggiandomi con la schiena, scivolando giù a terra, con le mani tra i capelli e la gambe rannicchiate e lacrime che continuavano a scendere. Non mi ero mai sentito così in vita mia, almeno per nessuna ragazza.

Lei era l'unica che contava nella mia vita.

Piangevo, piangevo in modo terribile, come non avevo mai pianto.

Restai circa due ore lì per terra, finì per alzarmi e prendere dell'acqua, appoggiandomi  sulla cucina a fissare il tavolo.
Mi sentivo abbandonato.
Poi scese Bonnie, che andò dritta in veranda.  Io sapevo che Bonnie sapeva ma non le dissi nulla, per non metterla in difficoltà.

Mi feci un doccia, mi preparai mettendo una tuta, un t-shirt e una giacca nera, alzai il cappuccio e andai verso l'auto. 
-Clyde dove vai.- Urlò Bonnie.
-A Brooklyn.- Risposi abbattuto.
Decise di venire con me, lei non parlava durante il tragitto. Ma io stavo morendo dentro, pensavo a tutto quello avevamo passato, avevamo fatto tanto per restare insieme, e lei se ne era andata via così. 
Piangevo, mentre Bonnie appoggiò la sua mano su la mia che stava sul cambio, io mi voltai.
-Mi dispiace Clyde..-
Mi fermai all'improvviso, appoggiai la testa sul poggiatesta, e piansi ancora. Bonnie mi abbracciò.
-Dov'è lei, Bonnie.- Chiesi disperato.
-Clyde, io.. non lo so.. te lo giuro.-
-Non ti credo Bonnie..- Gridai.
La credevo, ma avevo la dannazione nell'anima.

Arrivati a Brooklyn, andammo da nostra nonna. Entrai senza salutare, sedendomi sul divano. Mio padre si accorse che avevo qualcosa di strano. Si avvicinò chiedendomi cosa avessi. Io lo uccisi con uno sguardo. Uscì dalla porta sbattendo la porta, lasciando tutti a guardare.
Andai all'albero, fissando i nostri nomi con le mani dentro le tasche della giacca.
Provai a richiamarla, squillava.. ma scattava la segreteria.

Mi sedetti sotto l'albero. Aspettando una sua chiamata, che non avrebbe mai fatto.
Sentivo un buco nello stomaco profondo  come un silenzio incolmabile. Un vuoto, un vuoto che solo lei poteva riempire.

***

Passavano i giorni e i mesi, passandoli sulla sua panchina. Cominciai a scrivere nuove canzoni, a dedicare la mia vita alla musica, come avevo sempre fatto, ma ispirandomi a lei, tutta la mia vita, perché Jamie era quello, la mia vita.
Stavo sempre con me e me, nel mio mondo, dove c'era ancora lei.
Jamie non passava mai, e non sarebbe mai passata. Perché l'amavo con tutto me stesso. Io in lei avevo trovato tutto ciò che nessuno  poteva e potrà mai avere.

Lei continuava a restare nei miei pensieri, io continuavo ad amarla senza alcuna fine, e so che anche lei, ovunque si trovasse mi amava.
Mai e poi mai, avrei potuto amare una persona come amavo lei.

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Ecco l'epilogo ragazzi.
Spero vi piaccia!

Grazie per le votazioni.
Spero che continuate a seguire questa storia, perché non finisce qui. 😘😘😘😘

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