Capitolo 10

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Jamie, alzati! Che ci fai qui?.- disse Paige, dandomi un colpetto sul braccio con il piede.
-Buongiorno anche a te Paige.-
Ero molto stanca, avevo dormito male e mi svegliai con un gran mal di testa, forse erano tutti i pensieri della sera prima. Andai dritta in bagno a farmi una doccia, quando finì presi il telefono per vedere che ora fosse, e trovai un messaggio di Clyde.

'Buongiorno principessa, oggi passo a prenderti verso le 10.00'

Erano le 9. Allora mi preparai in fretta, mentre Paige preparava dei pancake, presi qualcosa a caso, misi una tuta nera marcata adidas e una maglietta aderente che faceva intravedere l'ombelico, e come scarpe delle Nike basse.
Andai in cucina, i pancake erano pronti, così ne presi uno, Paige mi vide già vestita.
-Dove stai andando a quest'ora?.- Disse con la bocca piena.
-Paige, prima butta giù il pancake, comunque Clyde passa a prendermi.- Dissi divertita.
-Starai tutto il giorno da lui?.-
-Credo che pranzerò lì.-
-Jamie dobbiamo vendere tutta quella roba.-
-Hai detto che ce la possiamo fare.-
-Si, se tu eviti di uscire con Clyde per un pò.-
Ah, ma tu sentila, in effetti non aveva tutti i torti, ma tutto questo mi stava impedendo di vivere la mia vita, cosa avrei potuto fare, Clyde era tutto ciò di cui avevo bisogno, e se non avessi lui sarei tornata ad essere quella di sempre, non solo una semplice spacciatrice.
-Mi stai impedendo di vedere Clyde, Paige?.-
-Capisci che per un lavoro così non puoi avere anche un ragazzo.-
-Ah, chiamalo lavoro questo, mi sta solo rovinando la vita, mi impedisce di viverla come voglio, solo per dipendere da quel testa di cazzo di Bronson.-
Paige si innervosì, e cominciò ad alzare la voce.
-Non ti permettere di chiamare in questo modo mio padre.- Disse, ma poi si bloccò, e non disse più nulla si toccò la testa, e si girò verso i fornelli della cucina. Avevo sentito male o era proprio così. Disse che Bronson era suo padre.
-Paige cosa stai dicendo?.- Lei non rispondeva, e la vidi tremare. -Paige..-
-Dimentica ciò che ho detto ok?. Non so cosa mia sia passato per la testa. Ho detto una cazzata.-
Lei non aveva detto una cazzata, era la verità, io non potevo proprio credere alle mie orecchie, Bronson era suo padre.
-Paige, io non posso c...-
-Oh Jamie andiamo, ti sembra facile a te? Che ancora a 18 anni si debba dipendere dal proprio padre? Lui mi tratta come tutti i suoi spacciatori, non mi tratta come una figlia, capisci? Io sono come te e come tutti gli altri che dipendono da lui.- Mi disse piangendo.
Aveva assolutamente ragione, chissà cosa aveva passato con un padre così.
-Paige, ti chiedo solo il perché non mi hai detto nulla, io ti avrei capita.- dissi con tutta calma, mentre l'abbracciai. Infondo era come se non fosse la figlia di Bronson, e quindi non poteva far nulla per calmare le cose con suo padre.
-Non volevo a me non va di dire certe cose.-
-Si ma a me potevi dirlo, io sono la tua migliore amica.- Dissi.
Ero confusa perché lei quando ci incontrammo mi disse che i suoi lavoravano fuori, invece Bronson è suo padre, e sua madre allora? Così le chiesi, e mi disse che davvero sua madre lavorava fuori.
-Ma allora chi ci mandava i soldi?.- Chiesi perplessa.
-Mia madre.- Balbettò. -Mio padre vuole soldi, non darebbe neache mezzo dollaro.- disse asciugandosi le lacrime. La guardai, ma poi sentì il clacson, Clyde era arrivato. Salutai Paige abbracciandola. -Non preoccuparti Paige, ti capisco e ti perdono. A dopo. Pranzo a casa ok?.- Mi fece si con la testa. Le diedi un bacio in fronte e andai. Salì in macchina.
-Ciao bellissima.- mi disse Clyde dandomi un bacio.
-Dove andiamo?.- Dissi sorridendo.
-Al parco. Staremo lì per un pò.- Mi baciò lentamente e con passione. -Volevo tanto vederti.- mi sussurrò.
-A chi lo dici..- Sussurrai mordendomi il labbro e sorridendo. Andammo prima a casa sua, salutai Cornelia e Bonnie che quando mi vide fece i salti di gioia.
-Jamieee!!.- Mi saltò addosso e mi abbracciò forte. -Si sente la mancanza qui a casa.-
-Ma sono rimasta solo tre giorni.- Risi.
-Per noi è come se ci fossi stata da sempre. Ciao cara.- Cornelia mi abbracciò.
Era una famiglia fantastica, avrei voluto essere felice, con una vera amica, una casa, dei soldi e il mio ragazzo con la sua famiglia. Ma purtroppo le cose non erano così, e non potevano esserlo mai.
-Ok mamma, adesso andiamo, stiamo al parco di fronte.- Disse Clyde.
-Va bene. Oh Jamie resti a pranzo?.- Mi chiese Cornelia.
-Oh, no non posso.. - Risposi. Non potevo, dovevo andare a casa per Paige, poi avevamo da fare con tutta quella roba e cercare di venderla, ma sta volta senza debito.
Andammo al parco mi fece sedere sulla panchina dove quella mattina lui mi trovò che dormivo..
Mi tolse i capelli da dietro il collo e li mise sul davanti della spalla, mi mise una collana argentata con una medaglietta con su scritto qualcosa. La presi e lessi.
-Ti amerò fin che morte non ci separi.- Lessi a bassa voce. Lessi quella parola "ti amerò". Lui con quella collana mi aveva fatto capire che mi amava.
-Cosa vuoi dire con questo, Clyde..- Gli dissi con un sorriso.
Si sedette vicino a me, mi prese il viso tra le mani e cominciò a baciarmi, poi sussurrò -Ti amo..-
Lui mi amava, e io non negavo il fatto di amarlo anche, perché non potevo farne a meno di lui.
Piansi sia per l'emozione e sia per tristezza.
Io gli stavo mentendo, e non se lo meritava. Io lo guardai un pò rattristata.
-Cosa succede Jamie.- Disse
Lui credeva che non ricambiassi il suo sentimento, ma non sapeva quello che succedeva. Il fatto è che provavo la sensazione della volta che l'ho conosciuto, avevo paura che scappasse da me. Ma ricordai ciò che mi disse Bonnie, però sta volta era diverso, perché gli mentivo, e poteva stufarsi delle mie bugie.
-Non succede nulla.- Dissi mordendomi il labbro.
-Allora perché hai quella faccia..-
-È tutto ok Clyde..-
-Jamie, sei strana..-
-Devo andare, salutami i tuoi e Bonnie.- Gli diedi un bacio e cominciai a correre, non riuscivo a sopportare quella tensione, e se ancora stavo lì mi sarebbe uscita ogni parola, e non potevo dire nulla. Ancora una volta lo lasciai solo. Dopo che mi aveva detto che mi amava.
Tornai a casa, leggermente confusa, non sapevo cosa fare, così presi girai una canna che mi aiutò a rilassarmi. Venne Paige.
-Hei, senza di me?.- Prese la canna, e fece due tiri. -Hanno chiamato Arnold e Clarence, vogliono della cocaina.-
-Paige. Io non voglio più fare tutto questo.-
-Cosa?.- Non risposi, la guardai solamente. -È per lui vero?.- Disse -Jamie, stammi a sentire, mio padre è molto severo, e io non posso far nulla per coprirti il culo, perché come vedi non ascolta neanche me, io sono una persona normale, per lui non sono sua figlia, quindi scegli, Clyde, o passi dei guai. Ok?.- Disse con tutta la rabbia che aveva. E ancora non capivo perché era lei quella che si arrabbiava.
-Si.- Risposi a testa bassa.
Mi ripresi la canna e andai in camera da letto, mi sdraiai sul letto. Pensai.
Ciò che volevo realmente era Clyde, non mi importava di passare dei guai. Io per lui avrei fatto qualunque cosa. Potevo portarmi quel peso dietro, ma io dovevo stare vicino a lui. Senza scuse.

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Susate, ma ho avuto poco tempo, questo è tutto.
Continuate a leggere il prossimo capitolo, domani sarà aggiornato. Spero vi piaccia😘

Salvami ancora. [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora