Capitolo 14

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Erano le 7.00 di mattina quando mi alzai. Mi lavai il viso e cominciai a dare un pò di ordine alla casa, in soli due giorni che eravamo lì c'era molto casino, essendo soli io e Clyde, chi poteva sistemare la casa, di certo la signora Doris non poteva sistemare il suo piano e il nostro. Preparai la colazione, uova e bacon per Clyde, io presi soltanto un succo d'arancia. Portai la colazione in camera di Clyde e la misi sul comodino che stava a fianco al letto. Io e Clyde non dormivamo nella stessa stanza, la signora Doris mi trovava troppo giovane per dormire con un ragazzo accanto, e certe volte veniva a controllare.
Mi feci una doccia e mi vestì indossando dei jeans strappati e un maglioncino nero, con delle Nike come scarpe. Mi asciugai i capelli, lasciandoli mossi, e scesi dalla signora Doris. Si sentiva un odore di dolci alla mela.
-Buongiorno signora.- Le dissi sorridendo.
-Oh, buongiorno Jamie.- Mi disse abbracciandomi. -Hai già fatto colazione? Prendi una fetta di torta, l'ho appena sfornata.- Sorrise.
-È alle mele?.- Chiesi.
-Però che intuito.- Mi sorrise, tagliando una fetta di torta alle mele.
-Clyde dorme?.-
Affermai con ancora la torta in bocca. Mentre mangiavo, da dietro me sentivo un profumo abbastanza conosciuto, mi girai e vidi Clyde appoggiato al telaio della porta che mi guardava con un sorriso. Avevo ancora la bocca piena, gli sorrisi senza mostrare i denti. Lui si avvicinò a me, e mi spostò i capelli dietro l'orecchio.
-Buongiorno principessa.- Mi sussurrò, e mi diede un bacio stampo. Io gli sorrisi.
-Ti è piaciuta la colazione?.-
-Ottima.- Mi abbracciò. -Sei pronta per andare?.-
-Si..-
Lui mi diede un bacio in fronte, e stava andando a presto le chiavi dell'auto.
-Clyde...- Si voltò. -Ho paura che possano trovarmi.-
Lui abbassò lo sguardo e poi lo rialzò, sospirò.
-Jamie non pensare a questo, ma ricordati con chi sei.- Mi fece l'occhiolino e andò a prendere le chiavi dell'auto. Dovevo ricordarmi con chi ero, che mi voleva dire.
Ma certo, lui era con me. Non mi avrebbe abbandonata, e con lui sarei stata al sicuro. Lui stesso mi aveva detto che mi avrebbe protetta a costo della vita..
-Era buona?.- La signora Doris spuntò all'improvviso.
-Cosa, oh si. Era ottima. A più tardi signora.-
Uscì fuori, e mi sedetti nella veranda ad aspettare Clyde. Ci metteva un pò troppo a prendere le chiavi. Così andai nella serra. C'erano molti fiori, soprattutto le margherite. Amavo le margherite, quel colore bianco, mi trasmetteva calma e serenità, i miei pensieri negativi andavano via con quei fiori, era una cosa che non mi ero mai riuscita a spiegare. Mi voltai, e dietro me c'era Clyde.
-Ti piacciono così tanto?.- Si riferì alle margherite, dato che le guardavo con passione.
-Sono i miei fiori preferiti.-
-Bene, allora diamo la margherita più bella, alla ragazza più bella del mondo.- Mi disse mentre faceva dei passi avanti, raccogliendo accanto a se una margherita e dandomela in mano. Si avvicinò ancora di più, mi sfiorò la spalla, mentre mi guardava negli occhi, e poi mi baciò senza alcuna fine. Lui mi amava, si capiva dai piccoli gesti. Mi sollevò da terra, e mi agganciai con le gambe intorno alla sua vita.
-Non potrei mai stare senza di te, Jamie.- Mi sussurrò.
Neanche io potevo restare senza di lui, non potevo farne a meno. Lui era tutta la mia vita.
-Cly...de.- Spuntò Doris all'improvviso, Clyde mi fece scendere, e non appena toccai di nuovo terra mi sistemai.
-Scusate, non volevo rovinare questo momento.- Sorrise e mi fece l'occhiolino.-
-Non preoccuparti nonna, dimmi.- Rispose Clyde, passando una mano tra i capelli.
-Tua sorella e i tuoi genitori verranno a pranzo.-
-Ok, nonna.-
Doris entrò dentro.
-Dove eravamo rimasti?.- Mi disse mordendosi il labbro, mi prese tra i fianchi, io lo allontanai sorridendo. -Stavamo uscendo.-
Andammo in auto. Mi portò al centro commerciale, per completare il mio guardaroba, tra vestiti e scarpe, il tempo passò subito.
Dopo entrammo in una gabina per foto.
Poi andammo in un parco, dove mi affacciai verso il lago, e lui da dietro mi abbracciò, avevamo il vento contro, io chiusi gli occhi e sorrisi. Lui mi fece voltare, mi guardò negli occhi con il mio viso tra le sue mani, mi baciò, e pian piano le sue labbra morbide scendevano sul mio collo, per poi tornare sulle mie labbra.
-Mi hai fatto perdere la testa, Jamie.- Mi sussurrò.
Mi morsi il labbro abbassando la testa, sorrisi, e mi aggrappai a lui, mettendo le mie braccia intorno al suo collo, e le gambe intorno alla sua vita. Lo baciai.
-Se un giorno ti dirò che non ti amo, tu non credermi.- Gli sussurrai. Mi posò a terra. Mi prese la mano e mi portò con se correndo.
-Dove stiamo andando Clyde.- Gli dissi sorridendo.
Mi portò in un albero, dove c'erano incisi dei nomi.
-Questo è l'albero dell'amore, si ci incidono i nomi degli innamorati, e dopo averlo fatto si dice che le coppie resteranno per sempre insieme.- Mi disse tenendomi la mano. C'era anche un cuore, con dentro scritto i nomi dei suoi genitori. Clyde era il ragazzo perfetto, non avevo mai conosciuto ragazzi così dolci. Lui non era come gli altri. Per gli altri le ragazze erano usa e getta, per lui dovevano essere trattate da vere donne.
Lo guardai negli occhi, e scossi la testa.
-Noi non abbiamo bisogno di un albero per stare insieme per sempre, abbiamo già la certezza.-
Gli vidi una lacrima scendere, gliela asciugai delicatamente, era commosso per ciò che gli avevo detto. Avevamo inciso lo stesso i nostri nomi, per far ricordare che c'eravamo anche noi.
Erano le 12.0, mi portò a fare un giro in barca per circa un'oretta.
Dopo quel meraviglioso giro, andammo in un bar a prendere una bottiglietta d'acqua, e mi portò in una gioielleria, e comprò la dolce metà di argento con inciso le nostre lettere, lui prese la J e io la C.
Dopo quella splendida mattina passata insieme tornammo a casa, e nella veranda ci aspettava Bonnie. Scesi dall'auto, mentre Clyde entrava l'auto in garage. Entrai dal cancello e Bonnie si voltò per il rumore.
-Oh mio Dio, Jamie.- Gridò, e venne correndo verso di me, facendo il giro della fontana. Mi saltò addosso e restò aggrappata a me.
-Mi sei mancata un casino.-
Si posò a terra, e mi abbracciò.
-Anche tu Bonnie.-
-Sei al sicuro adesso..- Mi sussurrò.
-Ne sono più che sicura, però potrebbero venire fino a qui a cercarmi.-
-Ma cosa dici stupida, sono grandi città queste, potresti essere ovunque a New York.-
Bonnie aveva ragione. Mi era mancata un casino.
-Beh..-
-Shh, entriamo mamma e papà ti aspettano.-
Entrammo dentro, e salutai Cornelia e Ezra.
-Jamiee!.- Cornelia e Ezra mi abbracciarono forte, e io ricambiai.
-Avete passato una bella mattina?.- Disse Doris.
-Si, signora. Avete un nipote stupendo.-
-Grazie per il complimento.- Mi abbracciò Clyde da dietro e mi baciò sulla guancia.
Cornelia e Ezra avevano un sorriso stampato in faccia, contenti di avermi vista. Bonnie mi portò con se nella veranda, e Clyde ci seguì.
-Jamie, adesso ascoltate entrambi quello che sto per dire.-
Bonnie non aveva una bella faccia, chissà cosa voleva dire.
-Ti ascoltiamo Bonnie.- Disse Clyde.
Ci furono due secondi di silenzio. Si voltò verso la fontana, e poi abbassò lo sguardo, sospirò e scosse la testa.
-Ho scoperto delle cose sulla tua amica Paige, Jamie..-
La guardai perplessa, cosa aveva scoperto che io non sapevo.
-Cosa vuoi dire Bonnie.- Disse Clyde.
-Ieri ero al Rockfeller Center, sulle panchine c'era Paige con il tuo amico, parlavano di te, Jamie.-
-Di me?. E cosa...-
-Paige diceva che tu non dovevi affatto sapere che sua madre era una tossico dipendente, e che è scappata via con un altro 'Boss' che era contro la sua famiglia. Diceva anche che lei e suo padre si erano alleati per farla rinchiudere, e lei uccise il ragazzo della madre e finì in galera, e suo padre pagò la cauzione.-
Non credevo alle mie orecchie, ero rimasta scioccata, ecco cosa nascondeva Paige, ecco perché le scappavano sempre parole che poi negava, era vero che fu stata arrestata.
-Ma cosa...- Sussurrai.
-Non è finita qui, Jamie. Diceva che adesso che tu eri sparita, bisognava trovare un'altra persona che l'aiutasse a vendere.-
-Cosa vuoi dire con questo?.- Commentò Clyde.
-Voglio dire che Paige sta facendo un favore al padre per aiutarlo a fare soldi, e cerca qualcuno per aiutarla a vendere.-
Collegai tutto. Paige a casa dai Tomlinson era scappata perché già era stata in carcere. Kyle stava per dirmi una cosa, quella volta che Paige andò a prendere la codeina in camera, o quando le scappavano parole e cercavo di farla parlare si innervosiva, o meglio dire quando andai da Clyde per qualche giorno e lei voleva che tornassi a casa. Paige mi usava per fare un favore a suo padre.
Mi scese una lacrima, mi sedetti sulla sedia guardando un punto fermo.
-Io... Io non posso crederci.- Balbettai.
Clyde si piegò davanti a me, e mi asciugò il viso, mentre osservavo e torturavo il bracciale che mi aveva dato Paige.
Clyde mi alzò il viso, e mi guardava negli occhi.
-Ti prometto che risolverò tutto.-
Mi abbassai verso di lui, lo abbracciai e appoggiai la testa sulla sua spalla, e piansi.
Non potevo crederci, Paige mi aveva rovinata, e non solo me, anche a Kyle.
Ero arrabbiata, delusa. Delusa perché lei si reputava un'amica, una migliore amica. Io abitavo con una criminale, una assassina. Tremavo, avevo paura. Avevo vissuto tutto questo tempo con lei, senza sapere che un passo sbagliato mi avrebbe fatto rischiare la vita.
Ero sconvolta, e abbracciai ancora più forte Clyde e sussurrai.
-Ti prego Clyde, salvami ancora.-

Salvami ancora. [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora