Capitolo 6

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Passai tutta la notte in cella, pensavo e ripensavo. Ero arrabbiata con Paige e Kyle, non potevano fare nulla a casa dei Tomlinson, ma potevano venire a farmi uscire da qui. Credevo di marcire lì dentro fino agli anni che mi avevano dato da scontare. Ad un certo punto, però, venne la guardia, aprì la cella.
-È il momento di andare signorina.-
Non potevo credere alle mie orecchie, qualcuno era venuto a prendermi, credevo fosse Kyle, o Paige o entrambi. Mi prese per il braccio. Mi portò all'entrata, mi aspettavo i miei due migliori amici, ma lì non vidi nessuno, allora pensai che magari mi stavano lasciando libera per piacere loro, ma poi vidi Clyde. Lui alzò gli occhi verso di me, mi lasciò il braccio e andai verso di lui, mi fermai davanti al suo viso, lui mi guardava negli occhi, mi spostò i capelli e mi accarezzò il viso. Ero rimasta. Era come se lui fosse scomparso e poi ritrovato.
-Non posso crederci che sei qui.- Dissi a bassa voce, mordendomi il labbro.
-Ti avevo detto che ti tenevo con me.- Rispose abbracciandomi.
Mi scesero le lacrime, perché credevo di stare lì per parecchio tempo.
Era lui, era proprio Clyde che pagò la cauzione e mi salvò dalla galera. Non c'eravamo visti per tre settimane, ma non appena mi accadeva qualcosa lui era sempre lì a proteggermi, a salvarmi. Mise un braccio attorno a me, salutò gentilmente e uscimmo, mi fece salire in macchina.
Chiuse lo sportello, si toccò i capelli e mi guardò.
-Come hai fatto a sapere che ero qui? Ti ha chiamata Paige o Kyle?.- Chiesi.
-No. Avevo una strana sensazione, infatti ho saputo che avevano arrestato qualcuno, e andai da Paige, mi disse che non sapeva dove fossi. Così sono venuto qui.-
Mi morsi il labbro.
-Ti ho mentito.- Gli dissi.
Mi guardò perplesso.
-A che ti riferisci.-
-Quando ti ho detto che non avevo bisogno di te, ti ho mentito.- Ci fu silenzio.
-Ho avuto bisogno di te dal primo giorno che ti ho incontrato.- Aggiunsi.
Lui si voltò verso di me lentamente, quasi fosse sollevato che gli dissi questo, mi sorrise.
-Mi salvi ogni volta che sono nei guai, ma perché lo fai?.-
Appoggiò la testa al poggiatesta del sedile, e guardava davanti a lui.
-Perché quella volta che apristi gli occhi in ospedale, io vidi la cosa più bella del mondo.-
Rimasi a bocca aperta, ero emozionata del fatto che lui mi trovasse la cosa più bella del mondo, teneva a me come io tenevo a lui. Io non ce la feci più, mi avvicinai lentamente a lui, lui mi rimase immobile e mi guardava le labbra, gli presi il viso e gli morsi il labbro inferiore e cominciai a baciarlo, lui abbassò le mie mani dal suo viso, e mise le sue nel mio. Non avevo mai baciato nessuno, quindi non sapevo farlo, ma non mi importò tanto, io dovevo baciarlo, finalmente dopo tanto tempo. Fu un bacio intenso, pieno di passione, un bacio vero. Ci guardammo negli occhi..
-Era ciò che speravo che accadesse.- Disse.
Continuai a baciarlo. Poi sentimmo bussare al finestrino, era un poliziotto.
-Scusate, potreste farlo da un'altra parte?.-
Noi arrossimmo e Clyde si scusò.
Cominciammo a ridere.
-Ascolta, adesso verrai con me.- mi disse
-Cosa? Ma dove?.- Risposi confusa.
-Tu stai tranquilla, ti porto a casa tua, prendi un pò della tua roba.-
-Ma..-
-Jamie, ti prego.-
Non risposi, feci quello che mi disse. Mi fidavo di lui, poi era da un pò che non ci sentivamo.
Mi portò a casa, quando entrai Paige stava sul divano, si alzò di scatto.
-Jamie, ma dove sei stata.?- Fece la parte della disperata, era così pessima a recitare.
-Non far finta di non saperlo.- Mi guardò confusa.
-Avanti Paige, tu e Kyle mi avete lasciata a casa dei Tomlinson non appena è arrivata la polizia, ho passato la notte in una cella, fredda, e sola. I veri amici avrebbero rischiato per un'amica, come io sto rischiando per non perdervi.- Lei era confusa, quando le dissi questo. Ma capì perfettamente di quello che parlavo.
-Non mi sarei mai aspettata un comportamento così da te e soprattutto da Kyle. Dimmi perché l'avete fatto.-
-Cosa credi? Che io andavo a finire di nuovo in carcere per un piccolo furto? Puoi scordartelo.-
-Di nuovo? Tu non sei mai stata in carcere.- Ero confusa, di che parlava Paige? Cosa intendeva con di nuovo? Lei fece finta di nulla, e negò il fatto che disse così. La sua faccia cambiò, era nervosa.
-Chi ha detto che ci sono stata?.- Rispose nervosa.
-L'hai appena detto.-
-Jamie, non mettermi parole in bocca che non ho detto.-
-Paige..-
-No adesso basta, cosa sei venuta a fare? Per rinfacciarmi quanto accaduto?.-
-No. Prendo delle cose e vado.-
-Cosa? Te ne stai andando?.-
-Si. Per un pò di tempo, se mi passerà tornerò.-
Presi la mia roba e me ne andai, lei cercò di fermarmi, ma io la evitai. Salì in macchina e non dissi neanche una parola. Clyde non mi disse nulla, capì che non volevo parlare, mentre io pensavo alla conversazione che ebbi con Paige. Cosa intendeva con 'di nuovo'?. Lei mi aveva raccontato tutto, ormai la conoscevo bene, poteva essere tutto, ma non una bugiarda. Quella parola mi incuriosì, nascondeva qualcosa, ma cosa. Che motivo aveva di non farmi sapere, gli stava succedendo qualcosa? Infondo ero la sua migliore amica, almeno credo io.
Clyde mi vedeva abbastanza pensierosa, non riusciva ad evitarlo.
-Jamie tutto bene?.- All'inizio non diedi importanza alla sua domanda.
-Jamie..-
-Come? Oh, si..- Risposi.
-A me non sembra.- Lui cominciava a conoscermi bene.
Sospirai, così raccontai quello che era successo a casa con Paige..
-.. io credo che nasconde qualcosa.-
-Non darle troppa importanza, magari è solo una sciocchezza. Lascia stare.-
Clyde aveva ragione, mi facevo troppi problemi.
Arrivammo davanti casa sua, ancora mi chiedevo il perché mi aveva fatto portare la mia roba.
-Dai scendi, porto tutto dentro.-
-Cosa..?-
-Starai da me per un pò, e non vedrai Paige fin quando starai qui.- Sorrise. -Evitiamo un pò di guai per il momento.- e mi diede un bacio in fronte.
-Adesso scendi.-
Non mi dispiaceva stare da Clyde, avrei evitato di fumare erba, di rubare e tante altre cose. Ma i suoi genitori, non credo accettino il fatto che io stia da loro, soprattutto se sapessero di me.
Scesi dalla macchina, mentre lui scendeva la mia roba dal sedile dietro.
-Clyde ma i tuoi genitori che diranno di me.-
-Tu non devi preoccuparti di questo.-
Entrammo in casa, mi portò in una stanza per gli ospiti, era davvero stupenda. C'era un letto matrimoniale con lenzuola nere e una corona come stemma, le mura erano lisce e bianche, un armadio a parete immenso, con tre ante per giacche e cappotti, tre per le maglie invernali e tre per le estive. Cassetti per la biancheria e per jeans, color nero lucido, era enorme, potevi metterci dentro un centro commerciale, e infine armadio per solo scarpe.
-Wow.- Dissi.
-Ti piace?.- Chiese sorridendo.
-E come dire di no.-
All'improvviso dietro me e Clyde spuntò sua sorella.
-E lei la ragazza Clyde?.- Io guardai con un sorriso, lui diventò rosso per la vergogna. Aveva parlato di me alla sua famiglia, e non stavamo neanche insieme.
-E-e-h, si Bonnie.- balbettò..
-Io sono Bonnie, tu sei Jamie giusto?.-
-Si..-
-È un piacere.- mi abbracciò.
Era molto carina, era bionda e occhi chiari, l'opposto di Clyde. Era una diciassettenne, mentre Clyde ne aveva solo diciotto.
-Bene, ragazze vi lascio sole, vado a farmi una doccia.- Mi fece l'occhiolino e uscì dalla stanza.
Mi lasciò con Bonnie, era una ragazza davvero simpatica, parlava molto, ma non ti stancavi di ascoltarla. Mi raccontò della sua famiglia, sua madre da giovane era una modella e suo padre un chitarrista, e lei voleva seguire il suo esempio, mentre Clyde voleva essere come suo padre. Adesso capivo da chi aveva preso Clyde per il suo sogno per la musica. Bonnie mi disse anche che avevano una sorellina di cinque anni, ma che morì cadendo dal quinto piano a casa della loro nonna..
-Tu che mi dici di te, Jamie.-
Lei aveva molto da raccontare, io invece? Cosa dovevo raccontarle? Di come ero finita in carcere, o che lavoravo come Lap dancer oppure che spacciavo, o meglio ancora ero una prostituta.
Non sapevo cosa dire, stava succedendo la stessa cosa che mi era successa con Clyde, non volevo farmi conoscere come questa parte di me, che soprattutto non ero davvero io, ma non sapevo se avesse capito lei come aveva fatto Clyde.
-E-e-h, io..- Balbettai.
-Jamie, sta tranquilla.- Capì poco di che cercava di dirmi.
-Come?.- Risposi.
-Con me puoi parlare tranquillamente. Clyde mi ha parlato di te, e io posso capirti perfettamente.-
Io restai in silenzio, ci pensai e decisi di raccontarle ogni cosa, tanto ormai sapeva già tutto.

Salvami ancora. [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora