Erano già passati due giorni, giorni di tristezza, giorni persi, tornai ad essere quella di prima, quella spacciatrice, quella che si drogava, e peggiorava col passare del tempo. La rotta con Clyde mi aveva fatto male, soprattutto perché gli mentì. Mi dispiaceva che gli avevo fatto credere di non provare nulla per lui, mentre lo amavo più di ogni altra cosa al mondo.
Un sabato mattina, verso le 7.00 mi alzai, mi feci un bagno caldo, ero abbastanza pensierosa. C'era lui nei miei pensieri. Non appena uscì dalla vasca accesi una canna, mentre mi vestivo. Paige si svegliò con l'odore dell'erba.
-Dove vai a quest'ora?.- Disse ancora con gli occhi chiusi.
-Vado a prendere un caffè.- Risposi, con la canna in bocca.
-Aspettami andiamo insieme.-
-No, vado sola, ci vediamo alla stazione.- Diedi un bacio in fronte a Paige, presi le cuffie e me ne andai.
Avevo bisogno di stare da sola, e riflettere a quanto accaduto. Andai al bar, mi sedetti. Misi le cuffie e accesi la mia musica preferita di Ed sheeran, Castle on the hill. Misi il cappuccio, e rimasi tra i miei pensieri. Ordinai un caffè amaro. Restai lì a finire la mia canna, le lacrime mi uscivano sole. Clyde mi mancava, era l'unico che riusciva a salvarmi dalla mia dipendenza, ma sta volta non poteva farlo, Bronson l'avrebbe fatto uccidere.
Pagai il caffè e andai alla stazione, dove aspettai Paige. C'era solo Arnold. Certo non mi andava di vederlo, ma non mi importava più di tanto, così mi sedetti vicino a lui.
-Hei..- Gli dissi abbattuta.
-Jamie.. che ci fai qui?.- Mi disse.
-Dovevamo incotrarci con i ragazzi.-
Aveva una canna in mano, e me la passò. Io non rifiutai, ne avevo bisogno, come avevo bisogno di Clyde. Arnold sbuffò.
-Ma non volevi smettere?.- Rise.
-Se fosse facile, Arnold.- Risposi guardando un punto fermo.
Lui cominciò a parlare, ma io non feci caso a ciò che diceva, non capivo nulla. Pensavo a come era potuto succedere tutto questo, io mi stavo rovinando la vita per Bronson. Erano sempre gli stessi pensieri che mi tornavano in mente, e non potevo fare a meno di piangere. Arnold notò la mia assenza mentale, così si alzò e mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi.
-Jamie che ti succede?.- Disse accarezzandomi il viso.
Piansi, e lui mi abbracciò. Cercava di consolarmi, ma non ci riusciva, non ci poteva riuscire, non era per lui farmi stare meglio. L'ho allontanai.
-Grazie Arnold, per quanto tu possa sforzarti, non servirà a nulla.- Gli dissi.
Nel frattempo vennero Paige e Kyle. Io andai dritta da Kyle e lo abbracciai.
-Jamie, stai ancora così..-
-Kyle aiutami ad uscirne fuori, ti prego. - Sussurrai piangendo.
Mi baciò in fronte.
-Sta sera nei quartieri bassi ragazzi.- Disse Paige. -Jamie, tu verrai?.- Aggiunse.
Mi fermai a pensare, Clyde l'avevo perso, per sempre, i miei non c'erano. Cosa avevo da perdere oltre a questo? Mi asciugai le lacrime e risposi decisa.
-Oh puoi giurarci.- Ero convinta, non mi importava di nulla. Avevo bisogno di distrarmi un pò di tutta questa situazione, e concentrarmi meglio su Bronson.
-Kyle tu ci sarai?.- Disse Arnold.
-Certo.-
-Saremo solo noi quattro. Poi si crea troppo fracasso.- Aggiunse Paige.
-Adesso andiamo a prendere una crepes? Sto morendo di fame, non ho ancora fatto colazione.- Disse Kyle.
Andammo al bar dietro la stazione, Kyle mi rimase accanto tutto il tempo. Mentre entravamo vidi passare un auto come quella di Clyde. Si parcheggiò e vidi scendere un ragazzo con un cappuccio nero e le mani dentro le tasche. Lo fissai tutto il tempo, e i miei occhi affermarono che era lui. Kyle si accorse che non gli tolsi gli occhi di dosso, così inventò qualcosa per distrarmi. -Jamie!.- Disse all'improvviso. Mi girai e lui mi abbracciò.
-Kyle cosa ti prende?.-
-Nulla, volevo soltanto abbracciarti.-
Gli feci un sorriso. Paige, Kyle e Arnold ordinarono una crepes, mentre io presi un altro caffè. Dopo accompagnammo Arnold da suo padre e noi andammo a casa con Kyle. Io mi sdraiai sul divano e Kyle vicino a me, mentre Paige andava prendere la codeina in camera.
-Kyle.. Perché facciamo tutto questo.- Dissi.
-Beh.. non sempre è facile vivere sotto un tetto con i genitori, a volte ti capiscono e altre volte no. Poi capitano cose peggiori e si ci sta male, qualcuno ti spinge a fare qualcosa, convincendoti che ti fa star bene, tu la provi e quando ti capita qualcosa cerchi questo, diventi dipendente e non ne esci più, perché si è convinti che quella roba lì ti aiuta con tutti i tuoi problemi.-
Io credo proprio che Kyle parlava di lui. Mi disse quasi le stesse cose che mi aveva detto Bonnie.
-Io non posso farne a meno di tutto questo, se non ho Clyde, ho bisogno di questa roba qui.-
-Si, lo so.. Paige ha rovinato tutti...-
Paige tornò in soggiorno, e Kyle non disse più nulla. Ma che intedeva dire con quelle parole, mi aveva fatto capire che la colpa di tutto questo era di Paige. Cercai di sforzarmi a pensare per quale motivo diceva questo. Ma rinunciai, gli avrei chiesto quando poi eravamo da soli.
-Ecco ragazzi.- Disse Paige.
-Io prendo la cocaina.- Dissi, non volevo esagerare, sta sera mi sarebbe venuto difficile poi ad andare in giro con l'effetto della codeina.
-Io preparo dei toast.- Disse Kyle alzandosi dal divano.
-Ragazzi che vi prende. Kyle hai appena mangiato una crepes.- Disse Paige, era perplessa.
Dopo la cocaina andai a dormire un pò, erano le 13.00. Misi le cuffie e mi addormentai, sognando Clyde.***
Mi svegliai verso le 21.00, Paige mi diede un colpetto sul braccio.
-Jamie, la cena è pronta, quando vuoi mangia, però devi sbrigarti,ci aspettano delle persone.-
-Si..- Ero assonnata, così prima mi feci il bagno e mi vestì. Poi cenai. Paige aveva preparato la pizza e delle frittelle. Divorai tutto quanto. Lavai i denti e uscimmo di casa, andando nei quartieri bassi per vendere qualcosa. Io ero quella che doveva vendere di più, per recuperare il denaro della settimana prima. Feci del mio meglio quella sera. Recuperai tutto il denaro della settimana prima, più quelli della settimana che mi toccava.
Verso le 5.00 del mattino io e Paige andammo da Bronson a consegnare il denaro.
Bussammo alla porta, e l'uomo ci aprì. Andammo allo studio di Bronson, e Paige bussò.
-Sono Paige.- Entrammo, era seduto come al solito sulla sua sedia girevole di pelle nera.
-Jamie ci sei anche tu.- Disse con un ghigno.
-Si, Bronson. Come vedi ti ho portato tutto il denaro.-
-Hai lavorato bene questa notte. I miei complimenti.- Mi rispose. Si alzò e andò verso un armadio dove conteneva la tutta la roba. Prese dell'eroina e altro ancora.
-Voglio che vendi tutto questo, entro la prossima settimana.-
-Ok.-
-Puoi andare, Paige tu rimani.-
Così uscì dallo studio, e da casa sua. Tornavo verso i quartieri bassi, mentre sentì la sirena della polizia dietro me.
Mi giarai di scatto i poliziotti stavano scendendo dall'auto. Io scappai, corsi fino a alla strada principale, e corsi ancora vicino al parco, restai immobile non sapendo dove andare.
Ma un'auto nera si fermò vicino a me.
-Sali, sbrigati.-
-Tu che ci fai qui.-
-Ti sembra il momento, sali!.-
Così salì in macchina, e mi portò verso la strada per andare a Brooklyn.
Clyde mi aveva salvata di nuovo, nonostante lui avesse capito che volevo mi stesse lontano.
-Clyde...-------------
Ragazzi questo è tutto per oggi.😘
Purtroppo non ho avuto molto tempo, con lo studio etc..
Questo è un capitolo di passaggio, il prossimo aggiornamento è domani, spero vi piaccia😘
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Salvami ancora. [Completa]
RomanceJamie è una ragazza con problemi economici, vive a NewYork in una casa con solo due stanze. Il padre è malato e la madre per prendersi cura del marito non può lavorare. Un giorno Jamie incontra Paige dove la ospita a casa sua fin quando non si sist...