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Mi svegliai i miei occhi erano ancora gonfi perché nel sonno continuavo a piangere, mi trascinai in bagno ber rendermi più presentabile.

Mi dispiaceva averlo lasciato ma avrei solo mentito a me stessa e a lui, comunque saremmo rimasti amici e credo gli andasse bene.
Andai a far colazione, fortunatamente non era in cucina.
Al suo posto cera nami.
Nami:ei glo, tutto bene?
Stanotte mi sono svegliata e piangevi nel sonno...
Io:e che ieri sera... e complicato...ho lasciato sanji...
Mi aveva sentita mentre parlavo con ace.

Nami:capisco, sta tranquilla se hai paura stai tranquilla che sarete lo stesso amici.
Lei mi abbraccia comprendendo la mia situazione.

Io:grazie nami...
Faccio colazione con lei e mentre gli raccontavo episodi divertenti di quando ero nel mio mondo qualcuno entrò.
Ace vendomi sorrise leggermente poi io mi avvicinai a lui.
Ace:va tutto bene?
Io:si...puoi immaginare...
Lui mi accarezza la guancia.
Ace:scusa se ti ho messo in questa situazione...immagino tu abbia bisogno di un po di tempo...io ti aspetterò.
Io senza pensarci lo abbraccio poi faccio un leggero sorriso.
Io:grazie ace...

Il mio telefono scuolló e mi distrasse.
Lo presi e vidi che era mio fratello.
Io:scusa un momento ace.
Ciao ivan, che vuoi?
(Ivan e mio fratello.)
Iv:ei sorellona, e così che si risponde? Cos'è sta storia che non torni.
Sai che mi manchi?
Io:mmm, a me no, un pochino magari...
Chiunque, come stai senza me, sorella rompiballe?
Ora non ti lamenti più!
Dico sedendomi su una delle sedie che cerano.
Ivan:no, come ti trovi li, ai incontrato il tuo grande amore?
Li succo di frutta ace.
Sento una risatina dalla sua parte e io a quella battuta faccio una finta risata.
Io:divertente, bella battuta.
Scherza pure.
Comunque si.
Sai il tuo umorismo e sempre pessimo. Salutami mamma e sino.
Ciao.
Ivan:ciao, sai che lui ti ama?
Divento seria.
Io:lo so...me lo ha detto.
Ora ti saluto, ciao.
Ti voglio bene.

A quella parola ace mi guarda perplesso.
Ivan:anche io...ciao.
Stacca la chiamata, non avevo mai detto quelle parole a lui, mi sembrava sempre scontato anche se litigavamo sempre.
(Roba del  tipo non potersi neanche vedere che partono le liti)
Ace:chi era? Si può sapere?
Io: era mio fratello...

Lui aveva appena finito di mangiare ed era al mio fianco, mi nascondo tra le sue spalle abbracciandolo.
Ace:o capito...immagino che tu non gli abbia mai detto quelle parole, indovinato vero?
Io:e sempre stato scontato...

Dopo nami esce e mentre anche noi stavamo per uscire mi imbatto contro sanji.
Continuavo il mio discorso senza dagli peso.
Io:non andavo mai daccordo, qualsiasi cosa io facessi io gli davo fastidio, pensa che stavamo sempre in due piani diversi e non ci incrociavano mai.
Ace:una peste fastidiosa, ma gli vuoi bene.
Io:certo, quel nanetto che al mio compleanno mi aveva tirato una pentola in testa, come non volergli bene, avevo...5 anni e lui 3...

Lui scoppiò a ridere.
Ace:seria! Una padella, sarà stato un bel compleanno.
Io:non ce da ridere ace!
Sanji mi diede un occhiata e ala mia affermazione disse sotto voce.
Sanji:si cucina con le padelle...ma a qualcuno magari fanno bene in testa...
Io:per vendicarmi gli tirai un carillon in testa, solo che la differenza e che io tentavo di farlo smettere di piangere e volevo passargli.
Ace rideva ancora però uscimmo dalla porta e andammo sul prato.
Io:parlando d'altro, seriamente ...voglio star con te...
Ace:anche io, ma sei pronta...te la senti?
Annuisco e li guardo in faccia per poi sdraiarmi sul prato guardando il celo.
Io:si, ora che ti ho trovato non ti lascerò scappare, non ti voglio perdere.
Ace:ce  una cisa, non resterò per sempre su questa nave, o dele cose da fare, perciò vorresti venire con me, mi serve qualcuno che in caso di emergenza mi ripeschi in mare, sai il mera mera...
Non ti lascerei per nulla al mondo...
Io:anche io, certo che vengo.
Ma non sono io che devi convincere, sai che luffy non lascia facilmente un membro della sua ciurma.
Ace:a lui ci penso io non preoccuparti, mi concedi un bacio?
Io mio alzo e glie ne do prima uno sulla guancia poi sulle labbra.
Io:ti amo.
Lui ghigna poi mi accarezza la guancia degli delicatamente la sua mano e calda per il suo potere ed era una bella sensazione.
Io:sai, al mio compleanno, ogni anno ho sempre desiderato una sola cosa, ogni anno speravo che si realizzasse ed ora sono contenta.
Chiedevo sempre di poterti incontrare e poter star con te...ora sono felice.
Ace:io chiedevo semore qualcuno che mi amasse veramente...che non gli importasse di chi sono figlio...che non mi vedesse come...
Lo fermai
Io:non dire quella parola, tu non lo sei e non lo sei mai stato.
Sei come me e...so cosa si prova... se sei un mostro allora lo sono anche io.

Io gli sorrido per poi dargli un altro bacio.
Ace:tu non sei un mostro sei un angelo che mi guida lontano dalla tristezza.
Le sue parole mi commuove vano e mi bagnavano gli occhi involontariamente.
Ace:perché piangi?
Io:perché sei la persona migliorare che io abbia mai conosciuto e...le rue parole mi commuovono.
Grazie ace...
Lo abbraccio il suo petro emetteva calore e il suo profumo mi stregava.
Una cosa era certa, non me lo sarei fatto scappare.
Lo volevo per me e avessi potuto ritornare alle intere giornate di pigrizia assoluta, le avrei passate abbracciata a lui a dormire nel mio bel letto che un po mi manca.
Io:un po mi manca non far niente​ tutto il giorno, la mia vita di sempre...
Senti, se trovassi il modo di ritornare, verresti con me?
Ace:io ti seguo dovunque tu voglia andare.
Se e quel che vuoi verrò con te.
Io:allora vado a chiamare.

Mi alzai e dandogli un bacio e lui una carezza sul viso, me ne andai dove cera il leone.
Feci un paio di telefonate edissi di portare anche lui, poi mi arrivò una telefonata.
Simo:ciao, come stai...mi manchi.
Io:anche a me, sai...tra un po tornerò li.
Sei contento?
Mi porto qualcuno però...puoi immaginare.
Simi:sanji?
Io:no, ace ma...mio fratello mi ha detto molte cose che non mi hai mai detto.
io un tempo ero sola, perché non me lo hai chiesto...
Simo:mi avresti risposto di no, mi basta Se restiamo amici anche Se so che Non e proprio così.
Io: mi spiace...sai una volta mi è successo lo stesso, intendo in prima.
Mi ero presa una cotta per te ma non ho detto nulla perché pensavo lo stesso.
Ora devo andare entro oggi sarò a casa.
Chiusi la chiamata poi sospirai.

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