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Era ricominciata la scuola ma non potevo andarci, mi avevano bocciata per le assenze ma l'avrei recuperata l'anno successivo.
Non mancava molto alla nascita, due mesi.
Sapevamo già che era una femminuccia e la avremmo chiama MAI.

Stavo facendo compagnia a Sanji in cucina mentre gli altri facevano spese e i miei erano a lavoro, mii fratello era da amici ed ace dormiva beatamente in camera, cera va mo solo noi 3.
Sanji: gli come stai?
Io: a pezzi, sai mi spiace di non aver potuto terminare l'anno, avrei potuto prendere almeno un Diploma.
Dovrò cercare altri corsi e un lavoro, non posso stare ancora con i miei a questo punto.
Sanji: be mi sembra giusto, non sei una bambina e lo dimostra cosa porti in grembo, presto ci richiameranno nel nostro mondo, non so se torneremo ma ricorderò quel che hai fatto per me.
Io: te ne vai?
Mi mancherai.
Anche la tua cucina.
Sanji: non so se riuscirò a vedere tua figlia ma so che sarà forte come te.
Io: già.

Ad un certo punto sento una fitta allo stomaco poi un altra e mi piego dal dolore.
Dissi di chiamare ace e l'ambulanza.
Era chiaro cosa stava succedendo, la bambina sembrava non voler aspettare oltre.
Tra l'altro era il 31 dicembre ed era pomeriggio.

L' ambulanza sembrava tardare, io ero distrutta dal dolore ed ace mi teneva la mano e cercava di calmarmi.
Ace: andrà tutto bene, stanno arrivando.
Non pensare al dolore...
Io: facile a dirlo...
Dissi stringendo i denti, Sanji controllava se arrivavano e aveva chiamato reiju e Ichiji per avvertirli.
Ace aveva pensato ad avvisare i miei genitori.

Finalmente ero in ospedale, durante il viaggio fummo sballottati da tutte le parti per via delle buche.
Il viaggio era lungo perché l'ospedale era molto lontano rispetto al mio Paese.

Volevano farci attendere perché prima di noi cera un caso più grave ma ace li convinse.
Le ore passavano, il parto fu lungo e duro, svenni un paio di volte ma riuscii a fare un parto naturale.
La manina nacque esattamente a mezzanotte e 1 quindi il primo gennaio come me e suo padre.
Quando nacque sentii un infermiera sussurrare a me e a Mai buon anno.
Ace mi accarezzò il viso dolcemente.
Ace: sei stata bravissima.
Sei sempre fortissima.

L'infermiera mi fece vedere la bambina e me la mise tra le braccia.
Io: sei bellissima ...amore della mamma...
Ad un certo punto arrivò nella sala reiju, seguita da Sanji Ichiji che stava fermo sulla porta.
Sanji: i tuoi anno detto che il loro capo non gli permetteva di uscire... Appena finiscono ti raggiungono.
Io: capisco...e Ivan?
Lui sette zitto.
Sanji: le sue parole non ti farebbero piacere ora...

Capii immediatamente cos avrebbe potuto dire e dove stava.
Mi immagino, scossi un po la testa più mi venne sono e stringendo la bambina tra le mie braccia mi appoggia i al cuscino e chiusi gli occhi.

Sentii solo una carezza sul viso da parte di ace e poi un bacio.
Mi svegliai e la bambina non cera ma ace mi fece star tranquilla.
Mi disse che erano le 6 di mattina del primo del 2018.

Io: giorno...
Ace: giorno, come hai dormito?
Io: bene.
Non mi sembra vero amore.
Ci credi?
Nostra figlia...
Lui sorride prendendo la mia mano.
Mi da un bacio su essa poi annuisce.
Ace: sai, ti assomiglia molto.
E un Angelo peccati che stanotte le infermiere mi hanno chiamato per far smettere di piangere la piccola che svegliava tutti.
Poi mi anni chiamato perché il sui cacciare disturbava tutti.
Io: allora si che w uguale a me.
Mi sembra di di vedermi quando ero piccola.

Sorrisi poi mi se detti sul letto e lui al mio fianco.
Ace: buon compleanno amore mio.
Mi baciò tirando fuori dalla tasca una scatola un paio di chiavi.
Ace: un regali dei tuoi genitori.
Ci anno regalato una bellissima casa, hanno portato già tutto e quando uscire mo da qui potremo già trasferirvi.
Rimasi sorpresa.
Lo abbracciai incredula.
Io: e fantastico...non so che dire...
Potrei dire che e il mio e regalo che ho ricevuto ma sappiamo entrambi chi e il miglior regalo...
Grazie Ace. Grazie per avermi reso felice ed essere sempre al mio fianco.
Ti amo...

Alla fine finiti con delle lacrime di gioia che tentai di asciugar con un sorriso sulle labbra.
Io: scusa sono una frignona lo sai ormai.
Ace: anche io ti amo, senza te la mia vita non ha senso, saremo una famiglia unita e vedrai che quando potrai ti di ammetteranno a scuola.
Io in tanto quando la piccola sarà un po crescita mi impegnerò a trovar lavoro così da non dipendere dai tuoi.
Vedi che essere più grande di te a dei vantaggi?
Annuisce poi smetto di piangere e gli do un bacio.
Lui mette via le chiavi.
Un paio di ore e le infermiere lo cacciarono per farmi un controllo.
Mi dissero che non era consigliato che dessi il mio latte alla bambina per via di una malattia che avevi da piccola.
I farmaci che presi non anno reso buono il mio latte.
L'avrebbe uccisa.
Mi dissero che dato la mia malattia cera il 70% che come a me venisse anche a lei.

Mi dissero che la bambina sarebbe restata sotto osservazione nei prossimi due giorni.
Io potevo tornare a casa anche subito.
Mi diedero le indicazioni per la sala nove stavano i bambini.

Rimasi un po scioccata da quelle parole e dopo averle dette ad ace e agli altri io mi feci abbracciare.
Ace: vedrai che starà bene.
Lei e forte come te vedrai che saremo felici.

Riuscita a calma e mi andammo dove mi avevano indicati.
Alla finestrella cera la mia famiglia a guardare la mia bambina, era la prima della fila e cerano i giornalisti che dal vetro scattavano foto poi vennero da me ed ace.
Cercai di evitarli e al mio posti rispose mio marito.

Chiesero come si chiamava e altri piccoli dettagli come il peso e l'ora, dato che era la prima di quell'anno.
Mi chiesero poi anche della mia nascita dato che era raro che madre e figlia siano state nel giornale x li stesso motivo, tantomeno che anche il padre condivida la stessa data di compleanno.
Ci chiamarono la famiglia dei primi di gennaio.
Scherzavano ovviamente, sapevi che a nessuno sarebbe importato di noi fin quando quelli di pomeriggio cinque non ci invitarono ad essere intervistati in studio.
Rifiutammo ovviamente.
Per un po fu difficile scollarsi i giornalisti di dosso anche quando dimisero la bambina.

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