"Jimin mi hai fatto sporcare i pantaloni!" sussurrò Anna, e a Jimin comparve un ghigno di soddisfazione.Anna chiuse il suo cappotto lungo, potendo coprire cosí la parte del suo pantalone sporcata.
Arrivati al piano previsto i due ragazzi salutarono i due adulti, e uscirono dall'ascensore.
Quando Jimin aprí la porta di casa sua, Anna rimase allibita: si aspettava un arredamento peggiore, visto un ragazzo cosí svogliato.
"Benvenuta nella mia dimora, mia piccola modella." le sorrise Jimin posando le chiavi di casa sul mobile all'entrata.
Anna si tolse il cappotto e lo poggiò sul divano in pelle nera, mostrando cosí il suo sedere rotondo perfetto, nei jeans.
Jimin aveva piani malefici su di lei, giá sapeva cosa farci, l'aveva immaginata tante volte fremere sotto di lui."Il bagno è da quella parte, se vuoi pulirti." Jimin le indicò la strada nel bagno con un sorriso perverso puntato in viso.
Anna gli sorrise e corse in bagno sperando di poter riuscire a pulirsi. Una volta in bagno si sfilò i pantaloni restando con le sue mutandine bianche e aprí il getto d'acqua del lavandino. Bagnò la parte sporcata e, fortunatamente, riuscí a pulirla.
Mentre stava per afferrare l'asciugamano per asciugarsi le mani, vide una scatola nera, con un fiocco nero di raso. Curiosa com'era, aprí quella scatola e si ritrovò il completo che Jimin le mostrò nella foto e insieme ad esso trovò anche un biglietto bianco profumato.
'Piccola modella indossalo per il tuo daddy.' lesse in mente, Anna.
Non era uno dei classici completi che indossava quando era una modella, era molto piú dettagliato, piú o meno sapeva come indossarlo. Ma la domanda era: davvero Jimin avrebbe voluto che lei lo indossasse?
Dopo averlo indossato, si guardò allo specchio e si sistemò i capelli, chiuse gli occhi per un attimo e sospirò pesantemente. Non sapeva nemmeno perchè lo tesse facendo, in fondo nessuno la stava obbligando. Forse era solo per pura curiosità, voleva provare qualcosa di nuovo che non aveva ancora avuto l'opportunità di provare.
Legò il gancetto delle mutandine, in nero trasparenti, alle calze nere. Agganciò i vari ganci del reggiseno fra di loro, indossò la lunga vestaglia nera trasparente e uscí dal bagno.
"É questo quello che mi hai mostrato nella foto?" chiese Anna facendo una giravolta a Jimin, che stava giocando con un aggeggio a forma di uovo fra le mani.
Si fermò alla vista di Anna con quel completo, i suoi occhi brillarono a quella visuale paradisiaca. Le stava a pennello, molto meglio di quanto si aspettasse.
La guardò con un ghigno sul viso e si alzò di scatto, si avvicinò a lei e ,con il suo piccolo indice, accarezzò la spalla della ragazza. Quella carezza fu subito seguita da una scia di baci.
Accarezzó con l'indice la curva del collo, raggiunse la spallina del reggiseno e ce lo infilò sotto, incontrò l'ostacolo dell'elastico del reggiseno. Con un piccolo sforzo lo sollevò e lo fece scivolare oltre la spalla. Anna lo fissò con occhi grandi di desiderio. Alzò il mento per offrirgli un più facile accesso al collo e lui si accostò al profumo della sua pelle.
Jimin spostò il dito dal braccio al seno, passando leggero per l'incavo dell'ascella. La pelle di Anna era morbida, sicuramente resa setosa da qualche crema di quelle che usano le donne. Il biondo inserí la mano intera dentro lo scollo del reggiseno, agganciò con forza il suo seno grande e lo torturò."Quanto ti voglio." ansimò Jimin subito dopo aver mordicchiato il lobo della bassa.
Mentre le sue labbra erano concentrate sul collo di Anna, con le mani, sganciò i ganci che mantenevano stretti i nastri intorno al bacino di Anna. Infilò le mani nelle mutandine nere di Anna, e infilò quel piccolo aggeggio, con cui prima giocava, nel sesso della ragazza facendole liberare un urlo dal dolore insopportabile e fastidioso.
"Stai zitta!" gli urlò arrabbiato Jimin.
"Fa male..." disse Anna con un fil di voce.
"Ti ho detto di stare zitta!" le urlò ancora Jimin, dandole uno schiaffo sulla natica arrossandola e facendo sussultare e chiudere gli occhi dallo spavento alla ragazza.
Jimin sospirò e ritornó di nuovo a morderle la spalla e il collo. Si tolse il maglione in lana, che iniziava a farlo accaldare, o forse era Anna a farlo accaldare.
"Stai calma piccola, fra un po' non fará piú male." le sussurrò Jimin sulle labbra.
Il ragazzo infilò di nuovo le mani nelle mutandine di Anna e spinse il bottone sull'estremità di quell'aggeggio che iniziò a vibrare sempre piú veloce.
La ragazza si accostò al muro, inarcò la schiena e iniziò ad ansimare a dismisura. I liquidi di Anna iniziarono a colare giú per le gambe e ,appena Jimin vide ciò, si inginocchiò a pulire via il tutto dalle gambe della ragazza con la sua lingua.
"Credo possa bastare." disse Jimin estraendo quell'oggetto strano.
"Ora devo godere io." pensò Jimin guardando la sua erezione ben gonfia.
La portò in cucina dove erano pronti due calici di cristallo, contenente champagne.
Si misero uno di fronte all'altro e alzarono i due bicchieri fino a farli toccare."Alla nostra salute." disse Anna.
"Ai nostri rapporti sessuali." disse Jimin facendo arrossire Anna.
Bevvero tutto d'un sorso e si sorrisero entrambi.
La prese per mano e la portò in camera sua, dove era tutto dipinto di rosso. Anna si fermò sotto l'arco della porta della camera e si guardava intorno. Quando Jimin le si accostò dietro, la ragazza spinse il capo sulla spalla del biondo.
Jimin la toccava, voleva che fosse sua in quel preciso istante. La spinse lentamente sul letto e le sfilò la vestaglia, prese una benda da una busta.
"Non te lo dimenticherai mai." le sussurrò Jimin all'orecchio, per poi circondarle la testa con quella benda, coprendole gli occhi.
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MODEL ✓
Fanfiction[A BREVE IN REVISIONE] Non c'era bisogno di dirsi qualcosa, parlavano i loro occhi per loro. Lei era diversa da tutta la gente e l'aveva cambiato totalmente. Lui l'aveva capita, l'aveva amata. Cʳ. schatjemeisje Iniziata 05.02.2017 Terminata 05.08.20...