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Jimin afferrò il suo telefono e staccò la sveglia. Si alzò a malavoglia e scese al piano di sotto, dove c'era Namjoon ad aspettarlo. Fecero colazione insieme, una colazione abbondante preparata dalla signora Linda.

"Jimin chi è quella ragazza che porti spesso qui?" chiese curiosa la signora Linda.

"E' la mia ragazza" affermò senza troppi problemi Jimin, mentre si portava alle labbra la tazza contenente del latte.

A Namjoon per poco non rimase alla gola il biscotto, che subito bevve un po' di latte freddo.

"La tua ragazza?" chiese il ragazzo massaggiandosi la gola.

Jimin annuì solo per poi continuare a bere il latte rimanente. Namjoon fece uno sguardo incredulo guardando Jimin per sapere i dettagli, e soprattutto per sapere se fosse la verità.

"Vado di sopra" disse Jimin per poi asciugarsi le labbra e correre al piano di sopra senza alcun problema.


Dormi?

Cosa vuoi ancora Jimin?

Voglio incontrarti, non ho cattive intenzioni.
Ti porto in un bel posto!

Jimin non posso...

Non avere paura, ho detto che non ho cattive intenzioni. Passo a prenderti.


Anna corse nel bagno del pub per darsi una piccola sistemata, passò a prendere lo stipendio e andò fuori. Era l'ultimo giorno del mese, era terminato un altro anno ed era l'ultimo giorno dell'anno.

La ragazza uscí fuori dal pub, sempre ben coperta, ad aspettare Jimin.
Appena quest'ultimo arrivò, lei si guardò intorno e salí in macchina.

"Ciao Jimin." disse lei freddamente guardando davanti a sè.

"Sei arrabbiata con me?" chiese lui poggiando la sua mano su quella della ragazza.

Lei lo guardò, per poi guardare davanti a sè.

"Va bene, allora mi farò perdonare." si arrese Jimin sorridendole.

Faceva abbastanza freddo quel giorno, la neve era piuttosto alta e quasi tutti erano rintanati nelle loro case.

Durante il viaggio Anna dormí per la troppa stanchezza della notte precedente, mentre Jimin ogni tanto le lanciava piccoli sguardi sorridendo.

Era cosí bella...

"Siamo arrivati piccola." sussurrò lui guardandola, ma non ricevendo alcuna risposta.

Quasi Anna russava rumorosa, quindi Jimin scese dall'auto e corse ad aprire la portiera della ragazza. La prese in braccio come se fosse una sposa, la sua sposa, ed entrò in casa.
La poggiò lentamente sul divano in pelle scura e si affrettò a chiudere la porta principale, prese del legno di scorta e accese il camino di fronte al divano.

Si sedette accanto ad Anna, aspettando che si svegliasse.
Anche se lei non lo sapeva, aveva un potere: quello di farlo impazzire all'idea che qualcun'altro potesse toccarla.

Accarezzava di continuo il viso della ragazza mentre sorrideva contento, lo era perchè finalmente lei era con lui, anche se arrabbiata per la notte precedente.

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