Capitolo 8

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Mi sveglia con solo il lenzuolo addosso e un pezzo di carta insieme a una rosa sul cuscino dove avrei dovuto trovare Jace. Presi entrambi e lessi il biglietto.

Amore mio,

siamo dovuti partiti molto presto e non ho voluto svegliarti. Quello che è successo stanotte è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata. Incontrare te è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata e averti affianco è ancora meglio. Non ho provato niente del genere con nessuno e ti prometto che appena torno ti racconterò la storia delle cicatrici che ho sul torace (grazie ancora per non avermela chiesta stanotte). Appena torno voglio trovarti proprio come ti lasciata, sorridente accanto a me.

Tuo Jace.

P.s. Dai un bacio a Elly da parte mia.

Mi alzai con il sorriso sul volto e attai la lettera tra le foto della parete della mia camera.

Portai Elly all'asilo e poi andai a lavoro.

Appena entrai in aula i ragazzi continuarono a chiacchere e lanciarsi pallina. Mi schiarì la voce una, due, tre volte, ma niente. Così mi avvicinai e uno dei ragazzi che era seduto sul tavolo.

"E tu chi sei pupa?" l'aula si zittì e io decisi di stare al gioco.

"seguimi e lo scoprirai" dissi in modo seducente facendo alzare i fischi nell'aula.

Lui spavaldo si alzò e mi seguì appena gli diedi le spalle. Appena vidi allungare una mano verso di me gliela presi e lo immobilizzai mettendolo in ginocchio. Poi parlai alla classe che mi guardava perplessa con tono duro e severo.

"Sono Amanda Anderson la vostra nuova insegnante e superiore. Ora che ci siamo presentati mettiamo in chiaro un po' di regole." Strinsi la presa ne braccio del ragazzo che fece un verso di disapprovazione. "numero uno, esigo rispetto nel gruppo. Chi non porterà rispetto avrà delle pesanti ripercussioni. Numero due non siete qui per giocare! Voglio impegno e determinazione se no quella è la porta. Numero tre io per voi posso essere una amica, sorella e una spalla su cui piangere ma sono un vostro superiore quindi esigo rispetto anche se ci sono pochi anni di differenza tra me e voi ma posso darvi molto come voi a me." Mollai improvvisamente il braccio del ragazzo che preso alla sprovvista cadde faccia a terra. "Signori guardatevi a destra e a sinistra questa sarà la vostra nuova famiglia per i prossimi anni. Il vostro percorso inizia ora."

Tutti mi fissavano in silenzio e il ragazzo andò a sedersi. Feci fare un giro di presentazioni e poi li portai in palestra ad allenarsi. Osservai un ragazzo che gemeva di dolore a ogni colpo e gli altri ragazzi ridevano nel vederlo soffrire.

"Tutti in fila ora!" corsero tutti a mettersi in fila in ordine.

Guardai il ragazzo di prima negli occhi e gli toccai il braccio stringendolo appena. Fece subito una smorfia di dolore.

"Togliti la giacca e la canottiera bianca" gli dissi con tono calmo.

"io veramen..." lo interruppi subito e lo guardai con sguardo duro.

"non era una richiesta ma un ordine" si tolse la casacca e la canottiera. Riuscì a vedere il suo corpo pieno di lividi.

"Qualcuno mi può dare delle spiegazioni?"

Nessuno rispose così uscì dalla sala e tornai con uno scatolone e lo appoggiai per terra.

"se nessuno si fa avanti sta notte vi faccio sistemare l'archivio da cima a fondo finché ogni fascicolo non sarà in ordine alfabetico"

Nessuno si fece avanti così li portai all'archivio che era enorme.

"cominciate pure" mi misi seduta con le gambe su una scrivania e mi misi ad analizzare i vari casi.



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