Fra domande imbarazzanti e scelte sconcertanti

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Il turno stava continuando con una armonia che stupiva tutti: forse ciò era dovuto alla presenza rassicurante di Calypso, o forse al fatto che ormai tutto l'alcool era svanito, lasciando posto ad una mite spossatezza. Erano questi i pensieri che circolavano veloci come il vento nella mente di Hazel, che aspettava il suo turno. Gli eventi di qualche minuto prima la avevano lasciata con una faccia da pesce lesso per tutto il tempo, dato che lo shock era stato immenso per lei, poverina, che a si vergognava pure di baciare Frank in pubblico per via del suo estremo pudore, eredità non gradita degli anni '40 ( insieme ad una dea psicopatica che ce la aveva a morte con lei, ma erano dettagli irrisori). Comunque, come aveva considerato prima, ora nella stanza c'era pace: Will e Nico stavano placidamente seduti sul divano (perché, come aveva detto prima il fratello, lui era troppo gay per stare per terra come tutti i comuni semidei), Rachel beveva l'ennesima Lemon Soda e parlava con Thalia a proposito di arte moderna. Leo e Calypso discutevano sul fatto di comprare o meno una fornitura a vita di estintori per ogni evenienza, Percy e Annabeth si guardavano languidamente, Jason e Piper stavano dando una mano a Frank, che si era impigliato con il cappuccio della felpa nella maniglia della porta del bagno. In poche parole, il turno sembrava essersi fermato, il che, per Hazel, era una benedizione inaspettata. Purtroppo non era la prediletta di Thyche, e, pochi attimi dopo, Leo aveva tossito per attirare l' attenzione, e aveva lanciato uno sguardo penetrante a Hazel.

- Allora, Haz. Sei pronta?-

- Sono stata forgiata pronta.- disse lei giusto per impressionare Leo. Annabeth, dal canto suo, sollevò un sopracciglio, ma tacque.

Quinto giro - quinta vittima

- Okay. Carina la citazione, Haz. Penso che se Magnus fosse qui, applaudirebbe.-

Avevano conosciuto Magnus grazie a Annabeth qualche mese prima, e Leo era rimasto completamente impresionato dalla sua spada: le faceva domande, la soppesava di continuo, chiedeva chi la avesse forgiata,e puntualmente riceveva risposte poco garbate. Bisognava considerare che quella povera spada ne aveva già subite di cotte e di crude, ma che sarebbe stata una crudeltà affidarla alle mani da artigiano di Leo, che probabilmente la avrebbe smontata per capire la funzione dei vari meccanismi facendo venire un colpo apoplettico al povero Magnus.

- Obbligo o verità? - chiese quindi Leo.

- Verità. - rispose lei, nervosa.

Lui sembrò avere la domanda già pronta.

- Quale è stata la cosa che più ti ha colpito quando sei arrivata nella nostra epoca?-

Se a prima vista quella poteva sembrare una domanda del tutto casuale, fece riflettere molto Hazel. Le bastava pensare a quando, nei primi mesi che aveva passato a Nuova Roma, Frank la aveva invitata a mangiare un panino in un ristorante, e lei, giunta sul luogo, era rimasta al di fuori di esso, dato che non c'era scritto se le persone di colore potessero avere l'accesso libero. Erano questi i piccoli cambiamenti che avevano fatto apprezzare a Hazel il nuovo mondo in cui viveva; un mondo in cui persone come lei, come Nico e Reyna potevano essere ciò che volevano diventare senza avere paura. Una paura che forse Nico stesso aveva provato, quando viveva a Venezia, ma una paura che forse non era del tutto cessata. Vedendo che tutti la guardavano curiosi, Haz prese un bel respiro. Perché tutte le domande filosofiche capitavano solo a lei?

- È stato un po' di tempo fa, ma penso sia la cosa più importante per me. Ero a casa, a Nuova Roma, e ho acceso la televisione. Lì, in primo piano, c'era il volto di un uomo che, con la mano sul cuore, cantava il nostro inno. Era un uomo di colore, ed era il mio presidente. Non si può descrivere ciò che ho provato: gioia, stupore, ma tanta, tanta gratitudine. Perché era stato il popolo ad eleggerlo, un popolo che forse iniziava a capire che non importa il colore della tua pelle, che ci sono bianchi cattivi come neri cattivi. In fondo, ni ha fatto pensare all'antica rivalità fra Romani e Greci, ragazzi. Certo, ci sono ancora delle divergenze fra bianchi e di colore, e preferirei che non servisse una guerra contro una pianta carnivora un po' cresciuta a farle terminare.- concluse con un sorriso.

PERCY JACKSON - OBBLIGO O VERITÀ - THE BEGGINING OF THE ENDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora