PERCY JACKSON - OBBLIGO O VERITÀ - THE BEGGINING OF THE END

¡ Viva la Revolución!

Il clima che si era creato nella stanza era più teso di un filo tirato al massimo. Da un lato, vicino a Reyna come misteriose guardie del corpo c'erano Nico, Hazel, Frank e Will. Di tutti, sicuramente Frank era lì solo per due motivi principali: il primo era che voleva stare vicino alla sua ragazza; il secondo che, in quanto Pretore insieme a Reyna, doveva starle vicino. In realtà vi era un terzo motivo, ma Frank si vergognava un po' di questo: aveva una paura matta di finire nello sgabuzzino insieme a Rachel. L' Oracolo e lui non avevano mai legato molto, e non ci teneva a iniziare a socializzare dentro ad uno sgabuzzino invaso dall'orribile profumo snob di Drew.
Nico era sicuramente quello a più agio. Aveva la testa accanto alla gamba di Reyna, e una mano appoggiata sul ginocchio della sua amica. La spalla era appoggiata sulla clavicola di Will, lasciando così trapelare una assoluta sensazione di tranquillità e benessere.
Will era semplicemente Will. Borbottava ricette mediche a intervalli di due secondi, si abbronzava persino con la luce lunare che trapelava dalla finestra aperta e sorseggiava un Estathé.
Hazel aveva una espressione indecifrabile, seduta a pancia in giù per lasciare respirare la schiena e con un impacco che Will le aveva consigliato per fare in modo che il tatuaggio si sviluppasse sulla sua schiena in tutta sicurezza. Aveva la testa appoggiata sulle gambe di Frank, e, a guardarla da lontano, si sarebbe detto che stesse dormendo. (Il che, alle due di notte, non è proprio malaccio).
Dall'altra parte della stanza, ammassati un po' sul divano celeste e un po' sul tappeto, c'erano tutti gli altri. Jason Grace era piuttosto teso, e teneva una mano intorno alla vita di Piper. Il gesto poteva sembrare carino, ma entrambi i ragazzi sapevano che era per evitare che Piper si lanciasse contro il Pretore.
Percy e Annabeth erano sdraiati sul divano mezzi addormentati e osservavano la scena leggermente inebetiti, mentre Leo e Calypso avevano cominciato a chiacchierare fitto fitto, con le dita di Leo che tamburellavano la spalla della ragazza.

All'improvviso, Reyna si alzò dalla poltrona, facendo sobbalzare Hazel e la Percabeth.
- Non capisco questa interruzione- tuonó questa - Ma è ora di tornare al gioco.- lanciò un'occhiata di traverso a Percy - Vedo che sei stanco, Jackson. Allora meglio che inizi da te, non si sa mai che tu ti addormenta senza aver partecipato. -

Ottavo giro - quinta vittima

Percy si mise a sedere goffamente sul divano, trascinando con Annabeth.

- Obbligo o verità? -

Percy ci mise un attimo a metabolizzare la domanda; dopotutto fino a pochi attimi prima stava per addormentarsi.
- Verità. - decise infine.

Reyna fece di nuovo quella espressione che aveva sempre quando in Senato trovava una carta vincente per far valere le sue idee. In quel contesto però, la cosa turbò il figlio di Poseidone.
- Percy, cosa hai fatto lo scorso San Valentino? -

Ahi! Quello si che era un tasto dolente nella sua esistenza. Ma Percy non voleva finire nello sgabuzzino, quindi decise che era meglio svuotare il sacco. Prima di tutto, si volse verso Annabeth.
- Sapientona , tu lo sai che ti amo tantissimo...- Iniziò a dire.

- Per i cereali di Demetra, cosa hai fatto? - Lo interruppe lei.

Percy prese le mani della compagna. - E lo sai che qualsiasi cosa succeda, noi staremo sempre insieme. Ma...-

Annabeth lo guardò di sbieco.
- Hai di nuovo fatto esplodere la fontana del parco perché un bambino ha calpestato il tuo gelato al puffo?-

Percy alzò le mani.
- No. - guardò Reyna e poi Nico, che alzarono i pollici per spronarlo a continuare.
- Vedi, tesoro, ti ricordi che regalo ti ho fatto lo scorso San Valentino? -

Annabeth annuí. Testa d' Alghe le aveva regalato una cena in un lussuoso ristorante dell' Upper West Side e la aveva poi portata ad un concerto dei Coldplay, una delle sue band preferite. In poche parole, una delle serate più belle della sua vita movimentata.