Capitolo 3

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《Sicurissima. Premi invio》disse lei decisa. Confermai l'ordine e pagai con la carta online. Mi arrivò, pochi minuti dopo, una e- mail di avvenuto pagamento e stampai i biglietti allegati. Li misi in una cartelletta trasparente per non perderli, mentre i pass li misi in due porta badge così da poterli tenere addosso senza perderli. Li presi e li posizionai dentro a una scatola blu. La chiusi con del nastro adesivo e ci poggiai sopra un fiocchetto rosso. Aspettammo il giorno del suo compleanno per dargli il regalo, dato che era un lunedì e la gara si sarebbe svolta la domenica successiva.
Come al solito, mio papà andò al lavoro ed io e la mamma, dopo la scuola, andammo a fare compere e prendemmo una torta con sopra la frutta che a lui piaceva tanto. Tornate a casa gonfiammo un paio di palloncini che mettemmo sul tavolo accanto alla torta e alla scatola con il regalo. Quando tornò a casa, si vedeva che era contento della sorpresa, ma non aveva ancora visto il regalo. Prima di scartarlo volle mangiare una fetta di torta che era alquanto invitante e il sapore non deluse le aspettative.
Successivamente prese il regalo e lo aprì: la sua faccia quando lo vide fu indimenticabile. Al primo impatto era come se si fosse paralizzato, ma poi si mosse e prese i biglietti in mano e, quando si accorse che sotto ai biglietti si nascondevano i pass, cambiò espressione e iniziò a ridere.
《No. Non ci credo. Per il paddock? È veramente mio?》disse continuando a guardare stupito quei badge con i pass.
《 Sì Marco, è tutto tuo 》rispose mia mamma evidentemente contenta che il regalo gli fosse piaciuto.
《Ma, Laura, non era necessario》rispose abbracciando la mamma.
《Si invece. Era quello che volevi e poi ti meriti una giornata di svago》
《Qui ci sono due biglietti, quindi vieni anche tu?》. Mia mamma scosse la testa e disse:
《Anna si è offerta volontaria di venire con te》. Mio papà era evidentemente molto contento di andare a vedere la gara con me.
《Veramente?》 disse lui. Neanche io credevo che ci sarei andata. Mai nella vita avrei immaginato che sarei andata al circuito di Misano. Io annuii in risposta alla sua domanda.
《Non ci credo! Sei malata per caso?》 disse mettendomi la mano sulla fonte per controllare se avessi la febbre.
《No, papà. Sto bene》dissi ridendo. Ci ringraziò per il regalo e si tenne la scatola con dentro tutto nel suo armadio, così non avrebbe perso nulla.
Mio papà era molto contento. Avrebbe incontrato tutti i suoi piloti preferiti ed era normale che fosse emozionato. Non l'avevo mai visto così contento. Era più felice in quel momento di quando ritrovò quei vecchi guanti in garage.
Ogni mattina, quando facevamo colazione, mio papà faceva il countdown dei giorni che rimanevano alla gara. La cosa era strana perché di solito ero io a fare così e vedere per la prima volta mio papà che impazziva dalla voglia di andarci mi sollevava il morale. Quella era la dimostrazione pratica che io non ero l'unica matta della famiglia.
Sabato mattina, il giorno prima della gara, io e papà decidemmo come avremmo organizzato la giornata successiva.
《Innanzitutto, ora ci prepariamo uno zainetto con dentro dei panini e da bere perché staremo via tutto il giorno. Poi, domattina per le 7 voglio già essere là, dato che le gare iniziano alle 9, quindi alle 6 tutti in piedi che per le 6:30 si parte. Arriviamo là e staremo in fila per entrare. Ci controlleranno i biglietti e poi potremmo entrare e salire sugli spalti. Dopo di che ci vediamo le gare e, dopo le premiazioni, potremmo scendere e andare nei paddock. Poi se incontriamo qualcuno ci facciamo qualche foto insieme. Tutto chiaro, Anna?》disse papà.
《Sì capo. Tutto chiaro. Mi raccomando, ricordati i biglietti e i pass, altrimenti non ci fanno entrare》risposi.
《Non ti preoccupare. Non me li dimentico》
《Speriamo》
《Non ti fidi, donna di poca fede?》
《Non molto》
《Madre mia!》disse papà mettendosi una mano sul cuore facendo una faccia stupita simulando un infarto.
Io scoppiai a ridere e applaudii dicendo:
《Bellissima interpretazione. Bravo, mi hai emozionata. Le mie congratulazioni》. E a quel punto anche mio padre scoppiò a ridere.
Dopo di che, andammo a prendere le cose che ci sarebbero servite: io presi due zaini dal mio armadio, mentre mio papà iniziò a tirar fuori i panini che avremmo preparato la mattina successiva, almeno sarebbero rimasti freschi. Io presi quattro bottigliette d'acqua da mezzo litro; due per me e due per papà. Le misi negli zaini e nel mio ci misi dentro anche il portafogli con dentro un po' di soldi, anche se sapevo che non li avrei utilizzati, ma preferivo essere pronta ad ogni evenienza. Controllai il meteo e per il giorno dopo davano sole, ma decisi comunque di portarmi appresso un ombrello piccolo. Questa fissa di non avere abbastanza cose per risolvere ogni problema l'avevo ereditata dalla mamma. Lei, più di me, portava sempre parecchie cose in più che non avrebbe mai utilizzato solo perché pensava:"non si sa mai; potrebbe servire". Questo ragionamento iniziai a farlo anche io e fu così che iniziai a portare un sacco di cose inutili in giro, anche se pian piano cercavo di portarmi appresso sempre meno roba.
Mio papà andò a dormire molto emozionato e non sapevo nemmeno se sarebbe riuscito a dormire. Io, stranamente, ero un po' agitata, ma non sapevo perché. Io sarei andata solo in veste di figlia-accompagnatrice-fotografa. Non avevo motivo di essere coinvolta in questa follia, ma chissà perché il pensiero di andare ad assistere dal vivo ad una gara del motomondiale mi agitava. Non era un'ansia tipo paura, ma un'ansia tipo "perché sono ancora qua, voglio andare là subito". La cosa mi faceva sentire ancora più strana e avevo paura che la mamma potesse aver ragione: avevo paura che potessi appassionarmi anche io alle moto, ma la cosa era impossibile. Le avevo sempre disprezzate eppure mi ritrovavo ad essere agitata e a sperare che il tempo passasse in fretta per poter andare a Misano.

Avevo paura avesse ragione.

Ami più lei che me||Fabio Di GiannantonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora