Capitolo 26

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Mi arrivò un messaggio dalla mamma:"sono arrivata". Salutai le mie amiche con la promessa di tenerci aggiornate tramite messaggio e uscii di casa. Salii in macchina e la mamma mi riportò a casa dove mi sarei fermata solo un minuto, giusto il tempo di prendere il casco. Mi feci una coda bassa, avendo ormai imparato la lezione, e uscii di casa armata di casco aspettando l'arrivo di Fabio fuori dal cancello, senza neanche aspettare un suo messaggio. Non mi andava di stare chiusa in casa. Sentii il rumore di una moto in fondo alla via e capii subito che era Fabio. Si fermò proprio davanti a me e lasciò il suo booster acceso mentre scese da esso slacciandosi il casco per darmi un bacio per salutarmi. Subito dopo ci allacciammo i caschi e rimontammo in moto. Ormai ero abituata e i gesti mi vennero automatici, ma la meravigliosa sensazione di salire in moto con mi aveva ancora abbandonata. Chissà se anche a Fabio faceva lo stesso effetto dopo tutti quegli anni passati in moto. Mi sarebbe piaciuto saperlo, ma non era il momento di chiederglielo e lo lasciai guidare tranquillamente. Mi portò nuovamente al circuito di Misano e passammo per i paddock dove spense la moto. Scendemmo da essa e lasciammo i caschi sulla sella. Mi resi conto che aveva parcheggiato il booster davanti al camion del team Del Conca Gresini, il suo team. Il camion era bianco e blu e c'era un'enorme scritta "DEL CONCA", lo sponsor principale. Mi guidò nei box, dove lo aspettavano Marco, Luca e Antonio, i tre meccanici che conobbi il giorno prima. Accennai un saluto, mentre Fabio aveva la mania di salutare un milione di volte. 
《Aspettami qui》disse lui, mentre sparì dentro ai box. Io rimasi lì a guardare la moto e ad ascoltare i tre tecnici parlare di cose incomprensibili per le mie orecchie. Sistemarono le ultime cose e riposizionarono la carena della sua HONDA NSF250RW da allenamento, leggermente diversa da quella di gara, o almeno lo era esteticamente. In quel momento, riapparì Fabio con addosso una tuta molto simile a quella che utilizzava in gara, ma più rovinata, con dei graffi sulle saponette. Teneva il casco in mano e si avvicinò ai tre tecnici per parlare. Io rimasi lì al mio posto, in silenzio. Mi sentivo estremamente inutile, però non mi dispiaceva stare lì a guardare. Un secondo dopo, sentii un rumore di passi dietro di me e apparì Jorge Martin. Aveva già indossato il suo casco e mi fece un segno di saluto con la mano. Ricambiai il saluto sorridendo timidamente. Non feci caso alla presenza della sua moto e di altri due tecnici finché lui no si avvicinò a loro. Ero troppo concentrata a cercare di non sembrare lì che non feci completamente caso alla sua moto. Fabio si avvicinò a Jorge, il quale si tolse il casco e si avvicinarono entrambi a me. Mi salì il panico. Che dovevo fare. Fabio mi presentò a Jorge ed io gli allungai la mano per stringergliela. Lui si tolse il guanto e me la strinse, poi si rimise il guanto.
《Rimani qui anche dopo?》mi chiese con un pesante accento spagnolo. Fabio rispose anticipandomi:《Rimane a vedere che giriamo, dopo improvvisiamo》. Lui annuii e i suoi tecnici lo chiamarono e se ne andò.
《Vado anche io. Segui pure loro. Puoi guardare anche da qua, se vuoi vedere tutto il giro》mi disse indicandomi dei monitor a lato. Io annuii, lui mi diede un bacio sulla guancia e si mise il casco voltandomi le spalle per andare dai suoi meccanici che gli avevano acceso la moto e gliela stavano tenendo in piedi. Lui montò in sella e uscì dal box seguito da Jorge.
Io rimasi lì a vedere dagli schermi Fabio iniziare a girare eseguendo perfettamente le staccate delle curve. Dopo qualche giro, vidi che si fermò sulla linea di partenza e iniziarono a fare dei test per controllare il motore e la velocità di reattività con l'acceleratore per vedere cosa potevano migliorare. Solo allora uscii di qualche passo dal box per vedere come funzionava il mondo delle due ruote e non ero abituata a vedere il "backstage". C'era un sacco di lavoro da fare sulla moto. Iniziarono a fargli fare dei test di velocità su un breve tratto. Dopo una mezz'oretta passata così, rientrò al box e si tolse il casco e i guanti lasciando la moto nelle mani dei tecnici. Lui si sedette e bevve un po' d'acqua. Era visibilmente sudato. Aveva dei ciuffi di capelli appiccicati alla fronte ed una gocciolina di sudore che gli stava colando dal lato destro della fronte e lui se l'asciugò subito con un piccolo asciugamano. Si rialzò e mi passò delicatamente una mano sul braccio sorridendomi, prima di andare a sentire i meccanici che ormai avevano tutti i guanti neri. Fabio tornò a prendere il casco e il guanti e se li infilò in un attimo prima di rimontare in sella e continuare i test. Vidi i suoi tecnici annuire, per cui credo che le modifiche avevano dato i loro risultati. Quando finirono i test della giornata, Fabio tornò al box e lasciò di nuovo la moto ai meccanici. Lui andò a cambiarsi e ad asciugarsi.
《Ora devo andare in palestra con gli altri. Non credo che ti facciano entrare lì》disse lui, come per scusarsi.
《Non c'è problema》dissi io, poi aggiunsi:《portami pure a casa. Ci vediamo un altro giorno》
《Ma ché altro giorno. No, no. Noi ci dobbiamo per forza vedere stasera! Passo io. Non accetto un no come risposta》
《Sempre se i miei mi lasciano uscire》
《Ti lasceranno uscire. Altrimenti ci parlo io》
《Conoscendo mio padre, qualsiasi cosa tu gli chieda, non darà in grado di dirti di no. Magari te lo farò conoscere un altro giorno. Credo che ti piacerà》
《Va bene. Allora andiamo》disse prendendomi per mano. Salutò tutti, compreso Jorge che era appena rientrato. Io salutai con la mano prima di andare via. Salimmo sul booster e mi riaccompagnò a casa. Non spense neanche la moto. Si levò il casco, mi diede un bacio e mi accarezzò la mano prima di dirmi:《passo per le nove》. Poi si rimise il casco mentre io annuii e lui sfrecciò via.

Ami più lei che me||Fabio Di GiannantonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora