Capitolo 18

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Nonostante le mie continue insistenze, lui era determinato a voler pagare il conto per intero.《Lascia almeno che ti offra qualcosa la prossima volta》dissi io.
《Guarda un po'! E siamo già a due uscite prima che parta. Come sono fortunato!》rispose facendomi ridere.
Salutai Clara e Claudio, i miei camerieri preferiti e ci dirigemmo verso la porta. Me la tenne aperta per farmi uscire per prima ed io lo ringraziai con una riverenza e lui stette al gioco facendomi un inchino, facendo bisbigliare le altre coppie lì presenti e facendomi ridere. Era la prima volta che non mi importava di quello che pensava e diceva la gente attorno a me.
Diedi un'occhiata veloce al telefono. Avevo centinaia di messaggi che decisi di ignorare beatamente e vidi che erano solo le 21. Avevo ancora un'oretta per stare con lui.
《Bene. Che si fa?》dissi mettendo via il telefono.
《Non lo so. Tu cosa vuoi fare?》rispose lui.
《Andiamo a fare un giro?》proposi.
《Ci sto》disse lui portandomi la sua mano destra. Io sorrisi e gli strinsi la mano. E iniziammo a camminare senza meta, mano nella mano. Il cuore mi batteva forte, mi tremavano le gambe e quasi anche le mani e avevo una paura matta di sudare. Ma non mi importava più di tanto. Non mi importava nemmeno della gente per strada che ci guardava. Non mi era mai capitato di sentirmi così. Come mi disse una volta Ivetta:"se non conquisti prima la mente di una persona, non le conquisterai mai il cuore". E lui c'era riuscito perfettamente. Si era infiltrato nella mia mente in così poco tempo che non mi accorsi nemmeno io di cosa stesse succedendo nella mia testa. Era diventato il mio pensiero fisso e l'unica cosa che mi importava in quel momento era tenergli la mano e non lasciarla mai andare.

Incrociai alcune persone che conoscevo per la strada. Erano quelli che alle medie mi prendevano in giro perché ero grassa e la loro faccia quando notarono che tenevo la mano di Fabio era impagabile. Ovviamente nessuna delle due parti salutò: né io salutai loro, né loro salutarono me, ma entrambi avevamo capito chi eravamo.
Ad un tratto Fabio si fermò e mi disse:《Forse è meglio iniziare a tornare indietro. Per che ora devi essere a casa?》
《Non lo so. Non ho chiamato mia mamma, ma domani ho scuola quindi non troppo tardi》risposi io.
《Sono le dieci adesso. Se vuoi ti posso riportare io. Ho la moto》propose lui.
《Non penso sia una buona idea andare in moto con questo》dissi indicando il vestito.  
《Non c'è problema. Andiamo a piedi》
《Ricordami una cosa: dove alloggi?》
《Hotel San Marco. Perché?》
《Stai scherzando?》
《No》
《È qui a due passi. Non mi va di farti arrivare fino a casa mia, dall'altra parte della città per poi farti tornare indietro》
《Per quello ti avevo proposto la moto. L'avevo parcheggiata all'hotel. Non sarà così lontana casa tua》
《Se partiamo ora arriveremo tra quaranta minuti circa. Non mi va di farti fare tutta quella strada》
《Non ti preoccupare》
《No veramente, poi dovresti tornare da solo》
《E che problema c'è》
《Sei sicuro?》
《Sicurissimo》disse annuendo. Poi aggiunse:《Da che parte dobbiamo andare》. 
《Di là 》 dissi indicando una strada alle mie spalle.
《Andiamo allora》disse imboccando la strada che gli avevo appena indicato. Era completamente fuori di testa. Era impensabile fare tutta quella strada a piedi. Io avevo i tacchi, ma fortunatamente, grazie a Carola, avevo già messo i cerotti delle vesciche, quindi i piedi non mi facevano male, per niente. Portarmi a casa dall'altra parte della città per poi rifare la strade al contrario per tornare all'hotel. Nonostante pensai che fosse autolesionista per questo, mi fece un sacco piacere che si fosse offerto di portarmi in moto.  Era stato carinissimo a offrirmi un passaggio, ma non era il caso. Mi godetti comunque la passeggiata e fui io a guidarlo fino a casa mia, dato che lui non sapeva la strada. A metà strada mi suonò il telefono. Dovetti lasciare la mano a Fabio per tirare il cellulare fuori dalla borsa e lessi il nome sul display: "mamma". Risposi:《Pronto?》
《Anna, sono la mamma. Va tutto bene?》chiese.
《Sì, perché?》
《Ho visto che non rispondevi ai messaggi e mi stavo preoccupando》
《Ah, scusa. Non vi avevo neanche visti》
《Come sta andando la serata?》. Alzai lo sguardo e vidi che Fabio mi stava guardando come per capire cosa stessi dicendo a mia mamma e, data la sua mania di urlare, quasi, al telefono, era piuttosto facile sentire tutto. 
《Bene》risposi.
《Ok. A che ora devo venirti a prendere?》chiese.
《Stiamo tornando a casa》
《E come?》
《A piedi》
《A piedi?》
《Sì》
《Va bene. State attenti》
《Sì. A dopo》
《A dopo》. Riagganciai e misi via il telefono.
《Tua madre?》chiese Fabio.
《Sì, mia madre. Voleva sapere quando torniamo a casa》dissi io. Calò il silenzio ed io gli porsi la mia mano destra. Avevo bisogno di tenergli la mano, non sapevo nemmeno perché, ma mi faceva sentire al sicuro. Lui sorrise e mi prese la mano che gli avevo porto. 
Continuammo la nostra camminata verso casa. Lo feci svoltare nella mia via, decisamente la più stretta e buia della città. La definii il Bronx di Cattolica, qualche anno fa e da lì continuai a chiamarla così.
《Siamo arrivati》dissi fermandomi davanti al cancello di casa mia.
《Che casetta carina》disse lui dandole un'occhiata da fuori.
《Vuoi bere qualcosa?》chiesi io. Come mi era venuto in mente anche solo di pensarlo?! Ormai era troppo tardi per ritrattare.
《No, grazie. Sono a posto così. Ci vediamo domani》disse prendendomi entrambe le mani. Si avvicinò di più a me e subito mi vennero in mente tutti i film e le serie tv che avevo visto. Questo è il classico punto in cui la coppietta felice si bacia, giusto? Allora iniziai ad entrare in panico. Cosa dovevo fare? Lui si avvicinava sempre di più, ma poi all'ultimo mi diede un bacio sulla guancia. Il mio respiro si fece pensante e sperai che lui non se ne fosse accorto. Poi si staccò lentamente da me e fece un passo indietro lasciandomi le mani.
《Ci vediamo domani》disse iniziando a camminare all'indietro facendomi l'occhiolino e mandandomi un bacio con la mano.
《A domani》confermai io. Lui si girò e si mise le mani in tasca mentre iniziò a camminare per tornare all'hotel.

Ami più lei che me||Fabio Di GiannantonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora