Capitolo 33

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Stava andando tutto bene, finché non capii che qualcosa non andava. Lo vedevo strano quella sera e non riuscivo a capire il perché. Ad un certo punto, sospirò, smise di accarezzarmi i capelli e si mise a sedere tenendomi per mano.
《C'è una cosa che dovrei dirti》iniziò lui. Tenne lo sguardo basso sulle nostre mani, come se si vergognasse a parlarmi e iniziai ad entrare nel panico. Mi accarezzò il palmo della mano con la punta delle dita disegnando piccolo cerchi concentrici.
《Dimmi》gli dissi incoraggiandolo, sperando nel frattempo di incoraggiare me.
《È che non so come dirtelo》
《Fallo e basta. Come viene, viene. Non ti preoccupare》
《Devo andare in Qatar》disse alzando lo sguardo, come per capire cosa stessi pensando solamente guardandomi in faccia, guardando la mia reazione a quell'affermazione. Mi prese alla sprovvista con quella frase. Lo sapevo benissimo che sarebbe dovuto partire, ma non ci avevo mai dato tanto peso finché non mi ritrovai a parlarne.
《La gara, già》dissi io con un filo di tristezza nella voce. Sapevo già che sarebbe partito giovedì perché me l'aveva già anticipato, ma era brutto doverselo sentir dire.
《Non fare quella faccia. Lo so, devo partire presto perché venerdì ho le prove e vorrei già essermi abituato al fuso orario, anche se è solo un'ora》disse lui accarezzandomi la guancia con l'altra mano.
《È che vorrei passare più tempo con te》dissi io.
《Ci possiamo sentire per telefono quando ho qualche momento libero, possiamo fare anche le videochiamate se ti va》cercò di rassicurarmi lui.
《Lo so, ma non è la stessa cosa. È che mi mancherai》dissi io.
《Anche tu mi mancherai》disse prima di posare e sue labbra sulle mie. Quello era un bacio un po' particolare per me ed io sentii la differenza. Era colmo di tristezza ed era un po' come se quel bacio servisse a placare l'invasione di tristezza che mi invase completamente. Quando ci dividemmo, io abbassai lo sguardo.
《Ehi, è solo per qualche giorno. Passerò da te prima di partire per Jerez, te lo prometto. Magari ci sentiremo per capire meglio i dettagli. Ma passerò a trovarti. Dopo la gara di domenica ho una settimana ancora libera prima dell'ultima gara del mondiale》disse lui per darmi un momento di gioia. Io lo abbracciai senza dire niente e tornammo a sdraiarci. Le sue parole mi rimbombavano nella testa e non c'era modo di farle stare zitte. Era orribile doverle stare ad ascoltare perché mi ricordavano costantemente che lui se ne sarebbe andato via da me. Lo sapevo che quella non era una delle mie giornate migliori e si era conclusa in bellezza con questo pensiero. Cercai di non pensarci perché ero intenzionata a passare quei momenti che mi rimanevano con lui.
《Domani sera ci vediamo ancora?》chiesi io.
《Non lo so. Ho il volo domattina alle nove e dovrei essere in piedi piuttosto presto》rispose lui stringendomi la spalla.
《Okay》risposi io quasi rassegnata. Quindi, quello sarebbe stato il mio ultimo giorno con lui prima della sua imminente partenza e trasparì la tristezza che avevo dentro. Gli occhi iniziarono a bruciare, ma trattenei le lacrime. Non volevo piangere davanti a lui: mi sarei sentita debole ed era l'ultima cosa che avrei voluto. D'istinto abbassai lo sguardo e ricacciai indietro le lacrime appena in tempo. Mi pose due dita sotto il mento e mi alzò leggermente la testa per far sì che potessi guardarlo negli occhi.
《Non ti preoccupare. Ci vedremo presto》mi disse lui accennando un sorriso prima di darmi un bacio. Quando dividemmo le nostre labbra, affondai la faccia nell'incavo tra il suo braccio e il petto, per poterlo sentire più vicino a me. Dopo di ché tornai a guardarlo. Era così dannatamente bello ed io non potevo ancora credere a tutto quello che era successo tra noi in così poco tempo. Mi persi nuovamente nei suoi occhi e continuai a guardarlo finché non ricordai ogni singolo dettaglio del suo viso. Quando arrivò l'ora di andare, ci alzammo e iniziammo a mettere via le cose.
《La facciamo qualche foto?》chiesi io. Non sapevo perché, ma volevo fare una foto con lui. Ne avevo già due, ma quelle non valevano, perché il quel periodo ero solo una fan, mentre in quel momento ero molto di più.
《Certo. Vieni qui》disse lui appendendo i caschi al manubrio e sedendosi sulla moto facendomi segno di sedermi davanti a lui. Tirai fuori il telefono e aprii la fotocamera frontale. Era strano stare seduta al posto del guidatore. Mi faceva uno strano effetto stare al posto di Fabio. Lui mi aiutò a sedermi bene e poi mi abbracciò da dietro. Sorridemmo entrambi e scattai un paio di foto. Le foto non erano perfettamente illuminate perché di luce naturale ce n'era poca e dovevamo accontentarci della luce artificiale prodotta dal lampione. Dopo di ché mi diede un bacio sulla guancia e scattai un'altra foto. Poi prese possesso del mio telefono e mi fece segno di dargli a mia volta un bacio sulla guancia. Così feci e sentii il suono prodotto dalla fotocamera. Poi si girò verso di me e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie e poi scattò un'altra foto. Mi restituì il telefono e mi disse:《dopo inviamele》. Io annuii bloccando il telefono e rimettendolo in borsa. Scesi dalla moto e Fabio riprese il suo posto prendendo i caschi. Mi passò il mio è, una volta infilato, mi riaccompagnò a casa.

Quando arrivammo davanti a casa mia, spese il motore e ci togliemmo i  caschi. Scesi dalla moto e lo abbracciai, con il pensiero che avrei dovuto aspettare parecchio tempo prima di poterlo abbracciare di nuovo. Lui ricambiò l'abbraccio in silenzio e rimanemmo così per un tempo che pareva infinito. Poi lo guardai e lo baciai. Lui mi accarezzò i capelli e disse:《ci vediamo presto》. Io, non sapendo che dire annuii e dovetti di mala voglia entrare in casa. Mi separai lentamente da lui, godendomi quegli ultimi istanti al suo fianco. Il mio cuore mi diceva di non andare, di rimanere accanto a lui e di non lasciarlo andare in Qatar, mentre la mia mente mi diceva che sarebbe stato via solo qualche giorno e che non avevo nulla di cui preoccuparmi perché lui sarebbe tornato da me. Entrai in casa con questi pensieri contrastanti che di certo non aiutavano a farmi stare meglio.

Ami più lei che me||Fabio Di GiannantonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora