Capitolo 14

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-Arriveranno tra dieci minuti, Sky!- mi urla Chris dalla camera.

Deve calmarsi, tanto tra poco ho finito.

Sono in bagno e mi manca solo da pettinarmi questa chioma bianca strana che mi ritrovo in testa.

Noto per la prima volta che i miei capelli sono così lisci che sembrano fili d'acciaio, al contrario di quelli di Chris; i suoi sembrano nuvole scure e soffici.

Senza pensarci troppo, prendo la spazzola e velocemente mi pettino con nonchalance.

Neanche voglio andarci a questa cena, lo faccio solo per Chris.

E continuo a ripetermelo per tutto il tempo.

Esco dal bagno con un sospiro e mi ritrovo Chris con lo smoking.

Rimango a fissarlo allibita.

Lo invidio perché sta bene con tutto.

Potrebbe tranquillamente entrare in un ristorante di lusso tutto nudo e gli invitati applaudirebbero gustati alla vista del suo esile ma ben scolpito corpo.

Come lo so?

Eh, beh...

-Credi sia troppo?- mi chiede facendo una piccola giravolta su se stesso.

-Dipende se vuoi fare colpo o no, ma direi che per una cena può andare- commento divertita dai suoi modi impacciati nel auto-considerarsi.

-Certo che non voglio fare colpo!- prende il portafoglio e il cellulare -E' solo che mi piace essere coerente nel fare le cose- ammette sincero.

Annuisco dubbiosa ed esco dalla stanza, seguita poi da lui.

Stiamo per prendere l'ascensore, quando nel corridoio incontriamo l'ultima persona che avremmo voluto vedere per tutta la serata.

-Viene anche lei?- mi indica parlando con quel suo classico tono sgarbato e odioso, tanto che vorrei schiacciarle la testa fra le due porte dell'ascensore.

-Sì, è la mia migliore amica. Viene anche lei. Se dobbiamo suicidarci, lo facciamo in due almeno- risponde Chris alle mie spalle, non la sta nemmeno guardando.

Gli stringo di nascosto la mano per calmarlo, fargli capire che non deve affrontarla da solo.

-Non voglio che venga anche lei- continua testarda la donna squadrandomi da capo a piedi.

Simpatica, vero?

-E a noi non ce ne frega niente- mi afferra il polso e prima che possa ribattere, Chris mi trascina dentro l'ascensore.

-Spero che questa serata duri il meno possibile- sospira passandosi una mano sul viso.

-Anch'io- concordo e mi appoggio alla parete lucida alle mie spalle.

Aperte le porte, usciamo con passo veloce da quell'Inferno, ritrovandoci davanti all'entrata ad aspettarli.

Ci sediamo su una panchina lì vicino e rimaniamo in silenzio.

Nessuno di noi due ha voglia di parlare.

-Comunque non mi hai detto com'è andata il tuo appuntamento con il figlio del sindaco- comincia sorridendo nella mia direzione.

E' vero. Con tutte le cose che sono successe, non abbiamo minimamente accennato a questo fatto.

-Cosa vuoi che ti dica?- comincio a giocherellare con l'orlo del vestito blu di stasera -Mi ha portato fuori a pranzo e Bryan mi ha riportato qui in vespa-

Chris mette le mani in avanti, come se poggiasse su un muro invisibile, e piega la testa di lato.

-Ferma. Ferma. Ferma- si avvicina di più a me sulla panchina -Mi stai dicendo che, Nathaniel ti ha fatto vedere la scuola, ti ha portata fuori a pranzo e il biondo ti ha riportata qui. Qui qualquadra non cosa, amica mia- scuoto leggermente la testa.

Labbra SconosciuteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora