Capitolo 33

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Uscita dalla stanza, mi ritrovo Lucie davanti a guardarmi preoccupata e sollevata, evidentemente si aspettava di vedermi uscire ferita.

Ferita sì, ma non nella pelle.

-E' tutto ok?- mi chiede lei, posandomi una mano sulla spalla per consolarmi.

-E' solo pazzo- dico solamente -Appena puoi, buttalo giù dalla finestra e nascondi il corpo- le faccio l'occhiolino per sdrammatizzare la situazione.

-Sicura? Perché da qui fuori, vi avrà sentito tutto l'hotel urlare- sospiro e mi appoggio al muro per riprendermi.

Il modo in cui Bryan si è comportato...

Il modo in cui mi ha guardata ed ha parlato...

Non lo avevo mai visto così.

Mi domando cosa stia facendo adesso dentro la stanza da solo.

E pensare che io l'ho anche aiutato e mi ero preoccupata per lui.

Mi sale la rabbia solo a pensarci.

Comunque, ho ragione io. Non può essersi innamorato in sei giorni di me, è impossibile.

Avrà scambiato l'attrazione per amore.

E' così, di sicuro.

-Come sta il vostro amico?- ci giriamo entrambe verso la persona che ha parlato; mi ritrovo difronte un uomo di mezza età, dal viso burbero e stanco, ma un sorriso che sembra smentire questa mia prima impressione. Ad accompagnare il sorriso raggiante, si aggiungono due pupille completamente nere, come le mie, con l'unica differenza che i suoi occhi tendono di più al grigio.

-Be', ha dato un po' di matto- risponde Lucie, indicandogli con lo sguardo la porta chiusa della camera -Ma non è pericoloso, papà. Almeno credo...- l'uomo annuisce e si passa velocemente le mani fra i capelli, sono molti corti e dal colore ramato, tuttavia, alla luce del corridoio dell'hotel appaiono più scuri.

-Mi domando il perché sia svenuto, probabilmente un calo di pressione- ipotizza lui, appoggiandosi con la schiena al muro davanti a noi due, per poi posare lo sguardo su di me.

-Non mi presenti la tua amica? Prima non abbiamo avuto il tempo- Lucie spalanca gli occhi e ci guarda mortificata.

-E' vero, scusatemi- ridacchia -Sky, mio padre, Jérôme Roussel- lui mi accenna un sorriso -Papà, lei è Sky Walters; la ragazza dell'ascensore-

-Allora sei tu che hai aiutato mia figlia- il sorriso di lui si allarga maggiormente -Te ne sono eternamente grato, questa ragazzina è goffa come non so cosa- Lucie gli da uno schiaffetto alla spalla e lui, come risposta, le scompiglia i capelli con un giocosa carezza.

Sorrido difronte ad una scena così amorevole e mi allontano da loro per lasciarli tranquilli.

Quando sto per tornare dalla mia stanza, la voce di Lucie mi chiama a sé.

-Non te ne starai mica andando?- mi si avvicina -Cosa faccio con il Dio greco che ho dentro la mia stanza?- abbassa la voce per non farsi sentire dal padre.

-Ah non lo so, io con lui non ci parlo- metto le mani avanti, scuotendo la testa.

-Buttalo fuori e lascialo dormire a terra come i cani- lei mi guarda confusa -Io in camera mia non ce lo porto- anche perché non è solo mia, ma anche di Chris dato che dormiamo nella stessa stanza.

-Be' , di certo non possiamo portarlo a casa a quest'ora, sono le due di notte- mi fa notare e subito la stanchezza di quell'ora mi piomba addosso tutta insieme.

-Facciamo così...- inizia, afferrandomi il braccio per avvicinarmi a lei -Io vado a dormire nella stanza di mio padre, mentre tu vai nella tua e Bryan resta nella mia. Ti va bene?-

Labbra SconosciuteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora