Capitolo 25

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Ansia.

Tanta ansia.

L'unica parola per descrivere il mio stato d'animo in questo momento.

La sola persona che riesce a capire la mia agitazione senza che io ne parli è ovviamente Chris; mi guarda come se provasse per me pietà e solidarietà allo stesso tempo, cercando di darmi la forza di non svenire e di non far cadere la testa dentro la coppa di gelato che ho davanti. Manca poco che chiedo anche al gelato di aiutarmi come con il gambero.

Non mi fa bene essere nervosa e avere del cibo avanti agli occhi. Per niente.

Sono terrorizzata da quello che potrà succedere quando arriverà Bryan, ma, se devo essere sincera, una parte di me è contenta e rassicurata dal suo arrivo. Ancora non ho capito quale pensiero prevalga sull'altro.

Abbasso la testa sul gelato e ne prendo una cucchiaiata. Dopo il sorbetto di prima, con cui mio padre per poco non si è strozzato appena scoperto che Bryan era un'altro ragazzo con cui mi sono vista, è arrivato il gelato alla crema con una spruzzata di zucchero a velo sopra. Dall'aspetto sembra delizioso, tuttavia il problema sorge quando immagino che gli spuntino due paia di occhi e una bocca.

"Succederà il caos" mi dice la crema con un ghigno.

"Lo ferirai senza ritegno" continua ed io mi sento sempre più male.

Da quando un gelato mi fa da coscenza?

Scuoto la testa e la faccia del gelato sparisce, tornando solo normale crema.

Mi guardo un po' attorno.

Chris sta parlando con suo padre; i miei genitori discutono con Lucinda e Nathaniel sta mangiando il gelato tranquillo, nonostante stia letteralmente fulminando con lo sguardo la madre. Penso sia per il fatto che lo abbia informato dell'arrivo di Bryan. Comunque, prima o poi dovrò capire il perché quei due si odino così tanto e sono certa che non sia solo per me. Ne sono sicura.

Aspetta.

Controllo due volte il tavolo e inorridisco quando mi accorgo che Gabriel e Morgan non ci sono.

Un'idea mi si forma nella mente e subito non posso fare a meno di provare dispiacere per Chris e Nathaniel; almeno loro non hanno notato niente.

Devo andare in bagno per calmarmi o qui rischio di avere un infarto sul momento.

-Se non vi dispiace, io vado un momento al bagno- Nathaniel si gira verso di me e sorride.

-Vuoi che ti mostri dov'è?- domanda, smettendo di mangiare e cominciando ad alzarsi. Quando mio padre capta le nostre parole, si gira subito verso di noi, precedendo la mia risposta.

-Sky saprà trovare perfettamente la strada da sola, ne sono sicuro. Non c'è bisogno che tu l'accompagni, ma grazie per esserti offerto- mio padre ha un sensore per queste cose, capisce subito tutto. Peccato non aver preso questa qualità da lui.

-O... Okay- gli risponde Nathaniel, rimettendosi a sedere e scusandosi con lo sguardo.

Prima di andare alla ricerca del bagno, mi volto verso mio padre. Mi rivolge un'ultima occhiata come per mettermi in guardia e continua a parlare con mia madre e quella di Nathaniel.

Esco dalla sala da pranzo e mi dirigo verso quello che sembra un corridoio lungo e con poche porte ai lati.

Come non detto. Mi sono già persa.

Grazie papà.

Sbuffo e continuo a camminare per la casa, aprendo porte a caso nella speranza di beccare un bagno. Di questo passo lo troverò quando tutti saranno già a dormire.

Labbra SconosciuteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora