Capitolo 28

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Avete presente quando, mentre sognate, provate quell'orribile sensazione di star cadendo all'infinito, sentendovi la pancia così vuota ed attorcigliata da non avere più il tempo di pensare a qualcosa di razionale?

Ecco, questo è quello che sto provando io adesso, stando dritta con la schiena davanti a Nathaniel e Bryan sotto il letto.

Ripeto.

Bryan sotto il letto e Nathaniel nella nostra stessa stanza.

Qualcuno ha la chiave della finestra cosicché io possa buttarmi fuori alla svelta?

-Nathaniel, non è meglio parlare fuori?- tento di persuaderlo dal restare qui dentro, sapendo che Bryan sentirebbe tutto.

-Non vorrei svegliare i miei anche se sono già a letto, loro hanno un ottimo udito- dice in fretta, facendo un passo verso di me.

-Perché sei qui?- chiedo poi con un sospiro.

-Come perché?- mi guarda stupito -Non ricordi il modo in cui ci siamo lasciati stasera?- sì, me lo ricordo eccome.

Annuisco adagio.

Lui mi prende la mano, lentamente, senza guardarmi negli occhi, e la stringe.

-Senti, mi dispiace- si porta le nostre mani intrecciate alla guancia, poggiando le mie dita dolcemente sulla sua pelle -Non intendevo dire quello, lo sai. Ero solo arrabbiato per una stupida idea che mi era passata di mente-

-Quale?- fatico a parlare, la tensione mi sta restringendo la gola. Ho il timore di parlare, sapendo che un'unica parola sbagliata potrebbe rovinare tutto in un secondo.

-Ah, una cavolata- cerca di buttarla sul ridere, nonostante nessuno di noi due stia ridendo -Credevo che tu... Sì, insomma.... Provassi qualcosa per Bryan- abbasso lo sguardo, vergognandomi del mio essere. Faccio così schifo da non riuscire neanche a guardarlo in faccia, affrontarlo direttamente.

Rimango in silenzio a testa china.

Posso avvertire perfino il silenzio di Bryan sotto il letto.

-Aspetta...- interrompe la calma Nathaniel, squadrandomi di colpo -Perché hai i vestiti di mio padre addosso?-

Alzo la testa di scatto.

-Cosa?!- allontano la mano dal suo viso per tastarmi il pigiama. Come possono essere di Gabriel se me li ha dati Bryan?

-Io...- inizio a sudare -Ho... Ho incontrato Jim, me li ha dati lui dato che non avevo portato dietro un pigiama- Nathaniel mi guarda per qualche altro secondo, per poi annuire titubante.

-Strano comunque che ti abbia dato quelli di mio padre e non di mia madre- considera, osservandomi dall'alto in basso.

-Andava molto di fretta e poi...- cosa posso dire? -Ecco, sì, è andata così- ridacchio nervosamente -Ma perché dobbiamo parlare dei vestiti, scusa? Sei venuto qui per questo?- tento di deviarlo da quell'argomento, decidendo di chiedere spiegazioni a Bryan più tardi.

-Hai ragione- afferra di nuovo la mia mano e mi porta verso il letto; io mi affretto a sciogliere l'intreccio delle nostre dita e bloccarmi prima di raggiungere il materasso.

-Possiamo parlarne quando sarà mattina? Sono stanchissima, Nathaniel- dico sincera, tutto quello che è successo questa notte mi ha distrutto, tra scene di cui avrei fatto a meno e petti nudi sbattuti in faccia.

-No Sky, voglio risolvere questa storia. Starei male per tutta la notte altrimenti- si siede sul letto che sprofonda di poco, opprimendo il povero Bryan che c'è sotto.

Si sente un lamento. Non mio né di Nathaniel.

Lui si guarda attorno aggrottando le sopracciglia.

Labbra SconosciuteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora