Piangeva.
Si era svegliata nuovamente a notte fonda, per colpa di un incubo. Jenny aveva appena sognato di nuovo quella scena,davanti a scuola. E da lì era cominciato tutto. Se ora si trovava in quell' inferno era tutta colpa di Cristian.
Arrivate le sei e mezzo Jen si alzò dal letto e andò a fare colazione. Rastrellò per trenta minuti Intagram, Facebook, Snapchat eccetera alla ricerca di quelle foto e di quei video con i quali la tenevano sotto scacco. Per fortuna ancora non si parlava di lei. Fortunatamente quelli della banda di Cristian ancora non avevano postato nulla sui social. Sua madre entrò in cucina poco dopo. Aveva la faccia stanca di chi non dorme bene da giorni, i capelli neri arruffati e gli occhi marroni pieni di ansia e preoccupazione.
-Hai dormito stanotte amore mio?-
-Si mamma, tutto ok- mentì Jen.
-Sicura?-
-Si mamma ti ho detto di si-
-Hai fatto colazione?-
-Non ancora.-
-Sei sicura di non volermi dire nulla? Che non vuoi parlare con una persona estranea per esempio la psicologa della scuola?-
-Si mamma, sono sicura. Sto abbastanza bene. Non ho bisogno di parlare con Elena- era una bugia di quelle grosse.
Jen aveva tremendamente bisogno di parlare con qualcuno e di sfogarsi, le avrebbe fatto bene e magari le avrebbero dato qualche consiglio su come superare questa storia, ma Jen aveva deciso che sarebbe stata forte e non ne avrebbe parlato con nessuno.
Dopo aver bevuto il caffè tornò in camera sua e scelse accuratamente i vestiti da indossare. Un paio di jeans e una felpa poi entrò in bagno e chiuse a chiave la porta. Si tolse la maglietta e i pantaloni del pigiama e rimase in mutante e reggiseno. Osservava attentamente le sue forme:aveva proprio un bel fisico, da paura dicevano tutte le sue amiche ed i suoi compagni prima che le fosse stata strappata la sua intimità. Fece la doccia, si rivestì e si lavò i denti. Poi iniziò ad armeggiare con i trucchi. Un po' di matita e di mascara per incorniciare quei suoi occhi marroni e un po' di crema. Si osservò il collo da dove, già da un po' di tempo, erano scomparsi i lividi. Ancora se lo ricordava come se li era procurati. Era stata la scintilla che aveva acceso la miccia della bomba che poi era esplosa.
Iniziò tutto alla fine della terza media. Erano fuori da scuola e Cristian teneva per il colletto un altro ragazzo meno robusto di lui, con gli occhi azzurri e i capelli scompigliati: Lorenzo.
Lorenzo era un amicomolto stretto di Jen ed erano molto uniti tanto che sembravano quasi fidanzati da come siparlavano e si abbracciavano. Ma Jen era fidanzata con Cristian, il ragazzo più popolare della scuola, quello dietro il quale strisciavano sempre, tutte infila, le ragazze, quel ragazzo che non aveva mai rivelato la sua vera identità. E Cristian era geloso. Geloso di Lorenzo. Cristian considerava Lorenzo lo sfigato della scuola e gli metteva sempre i bastoni tra le ruote, si lanciavano sempre occhiate spaventose.
Così quel giorno lo aveva spettato fuori da scuola e aveva deciso di dargliele. Quando Jen era uscita, Cristian, aveva il pugno alzato e teneva per il colletto Lorenzo che, steso a terra, le aveva già prese di brutto e gli usciva sangue dal naso. Intorno ai due c'erano altre trenta persone dai dodici ai sedici anni che si erano raccolte per vedere e filmare la rissa o per meglio dire l' aggressione. Allora Jen aveva iniziato ad urlare chiamando Cristian per nome. Cosa gli stava succedendo?
-CRI! CRI! COSA STAI FACENDO?! FERMATI CRISTIAN! FERMATI!-
-Ehi, tesoro!- rispose disinvolto, come se fosse normale picchiare a sangue gli altri -stavo dando una lezione al tuo amico-
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Piangere, Vivere, Sorridere
RandomCosa può succedere se tutti ti tormentassero? Ti uccideresti o continueresti a vivere? Abbasseresti la testa o avresti il coraggio di affrontare i bulli?