_capitolo 11&12_

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Il giorno dopo in classe Lorenzo non smetteva di guardare Jen. Si chiedeva se avesse letto la lettera. Se leggendola si fosse emozionata e avesse scoperto di amarlo come lui amava lei.

Ma Jen non lo guardava e continuava a non volergli parlare. A lei non importava più nulla di lui. Si rifugiava nella lettura e nel nuoto.

Non aveva neanche più cura di mettersi da mangiare per il pranzo ma trovava sempre un panino nello zaino e non sapeva chi glielo aveva messo, era uno di quelli con i pomodori, la rucola, il prosciutto e il formaggio: il suo preferito. In classe si alzava solo per andare in bagno, cambiare aula o andare a ritirare la sua verifica con sopra scarabocchiato un cinque o un sei: Jen aveva perso anche la voglia di studiare e imparare.

La lettura dei libri era diventata matta e disperata e spesso le letture erano accompagnate da spuntini: fortunatamente Jen aveva ripreso a mangiare come prima. Andava spesso da sola al parco o in centro. Usciva raramente con Marica, che era l'unica con cui avesse rapporti di amicizia, che comunque non erano come una volta.

Quando andava al parco sfogava la sua tristezza leggendo Leopardi, quando andava a nuoto invece trasformava la sua rabbia per Lorenzo in grinta.

Il nuoto era l'unica cosa che la distraeva e le dava conforto. Quando si tuffava nell' acqua della piscina che sembrava azzurra era come se il cloro lavasse via tutta la tristezza e le preoccupazioni. La rabbia si trasformava in forza nelle braccia e nelle gambe e procedeva spedita a rana, a stile libero, a dorso e perfino a delfino. Era come se qualcuno avesse fatto un incantesimo all' acqua. Grazie a Jenny, la sua squadra stava vincendo il campionato.

Ed erano queste le poche cose che davano a Jen la forza di andare avanti.

Lorenzo in tanto era molto triste a sua volta. Il suo adorato nonno, che per lui era come un papà, era stato trasferito in ospedale.

Come Jen, anche Lorenzo non aveva voti brillanti: stava molto male. Lui aveva sperato che dopo aver letto la lettera, Jen, sarebbe tornata ad essere sua amica e magari avesse ricambiato i suoi sentimenti, invece lei era sempre più lontana e lui sempre più giù di morale. Nonostante tutte le ragazze della scuola gli andassero dietro lui aveva occhi solo per Jen, solo per quella ragazza che aveva conosciuto in prima media e che aveva aiutato già molte volte. Lorenzo aveva come unica ragione di vita Jen. La amava proprio. Non era come tutte le ragazze che aveva avuto in precedenza. Tutte storie durate un mese. Tutte ragazze che non aveva mai presentato ai suoi genitori, che non aveva mai amato per davvero. Lui amava Jen che non ricambiava.

A Lorenzo sarebbe bastato anche solo averla come amica, anche solo poterle parlare. E invece non era così. Sembrava che la fortuna si girasse dall'altro lato quando lo vedeva svoltare l' angolo della strada.

Quel giorno però la fortuna non cambiò strada quando lo vide e decise di aiutarlo.

Il professore di Italiano entrò in classe come al solito. Si sedette alla cattedra come al solito. E iniziò ad annunciare che gli studenti avrebbero fatto un lavoro a coppie, diversamente dal solito.

Ogni coppia doveva di scrivere un tema e delle riflessioni su un poeta a scelta.

Il compito di decidere le coppie se lo assunse il professore. La fortuna volle che Lorenzo fosse messo in coppia con Jen.

-Lorenzo lavorerà con Giada, magari riesce un po' a salire con la media ...-

-Professore, voleva forse dire con Jennifer?-

Piangere, Vivere, SorridereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora