Capitolo 29

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Ero scoppiata in lacrime tra le braccia dell'uomo che amavo. Non avrei mai dovuto farlo, non avrei mai voluto che Kyle mi vedesse in quelle condizioni ma, non cel ho fatta. Avevo bisogno di sfogare tutte le mie paure, i miei pensieri e le mie sofferenze. Amavo Kyle profondamente e non sapevo quanto questo potesse essere possibile. Ci si può innamorare di una persona tanto velocemente? Era amore vero quello che provavo io? Tipo quello che si legge nei libri, si vede nei film oppure viene raccontato da chi ha amato sul serio. Era questo il mio dubbio e più cercavo di capire e meno capivo. Era contorto lo sapevo ma non riuscivo a darmi una risposta. Sapevo solo che non avevo mai provato qualcosa del genere, solo la sua risata oppure un suo piccolo gesto, evocava in me delle sensazioni strane ma bellissime. Era un qualcosa che non si poteva di certo spiegare.
"Va tutto bene sono qui" ripeteva Kyle mentre ero rannicchiata sul suo petto e singhiozzavo. Con un braccio mi toccava i capelli mentre con l'altro mi stringeva a se. Il nostro rapporto era notevolmente migliorato, a piccoli passi eravamo riusciti ad arrivare fin qui ma sapendo che Kyle era lunatico, non mi fidavo molto. A due giorni ormai dall'operazione, ero entrata nel pallone più totale. Le mie certezze erano crollate di colpo, le mie speranze svanite e il mio cuore si stava sgretolando sempre di più.
Ero seduta in giardino a piangere per l'ennesima volta quando,Kyle era venuto e si era sistemato vicino a me.
"Perché piangi?" avevo scosso la testa. Non volevo che lo sapesse. "Ti sei per caso convinta che non riuscirò a sopravivere all'intervento?" una risata amara mi era uscita dalle labbra. Tutto il contrario avrei voluto rispondergli ma non potevo e non volevo. Con una mano avevo asciugato le lacrime e senza guardarmi indietro, ero entrata dentro. Domani saremmo partiti tutti e quattro, perciò dovevo preparare le valigie. Ci avevo impiegato più tempo possibile in modo tale da non dover vedere Kyle. A pranzo non ero scesa e a cena avevo mangiato una mela. Non avevo fame, sentivo solo una morsa nello stomaco che melo stringeva a tal punto da fare male,molto male. Quella notte, non avevo chiuso occhio, mi giravo continuamente nel letto alla ricerca di una posizione comoda ma la verità era che non avevo bisogno della posizione per dormire, ma solo di una testa libera dai pensieri e di un cuore nuovo.

Non Lasciarti MorireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora