Chiedo scusa in anticipo per tutti gli errori che sono presenti nei vari capitoli. Vi ringrazio per la comprensione 😉
Buona lettura!!Avevo racimolato tutto, non che avessi molto anzi. Giusto due borse dove dentro ci stavano i miei vestiti, quei pochi che avevo e delle fotografie, ricordi di mia nonna e di mio padre che non sapevo più che fine aveva fatto. Avevo dato anche le chiavi al padrone di casa, era più tranquillo rispetto al giorno che si era presentato a casa ma voleva ugualmente i suoi soldi e glieli avrei dati tutti. Avevo chiamato nuovamente il taxi e una volta caricati i bagagli mi ero diretta verso l'enorme villa che da oggi in poi sarebbe stata la mia casa.
Nonostante la servitù fosse di una gentilezza unica, il padrone di casa era un tantino stronzo ma con i dovuti modi pensavo che sarei riuscita a tenergli testa.La mia stanza, era tutta bianca a partire dalle pareti e finire con l'arredamento. Quest'uomo probabilmente mancava di fantasia o qualcosa del genere. Persino le coperte erano di quel colore, dio che orrore. Aprendo l'armadio avevo infilato le borse che contenevano le mie cose e con calma avevo riordinato tutto. Avevo sistemato sopra il comodino alcune foto, nelle pareti avevo appeso alcuni poster che ritraevano topolino e per finire nel letto avevo messo il mio orsetto di peluche. Una volta terminato tutto, avevo indossato una tuta da ginnastica e delle scarpe comode della nike. Erano le uniche scarpe di marca che possedevo, le trattavo come se fossero un gioiello. E pensare che il mio capo aveva soldi da buttare e di quelle scarpe, ne avrebbe potuto comprare negozi interi.. Guenda mi aveva detto che Kyle era un ricco imprenditore, orfano da soli quindici anni e donnaiolo. In seguito al suo incidente, avvenuto cinque mesi fa, oltre ad aver perso la sua vecchia vita, ha perso anche le sue donne che ovviamente non starebbero mai con un invalido. Che mondo crudele. Kyle avevo perso tutto, gli rimaneva solo il suo lavoro che ormai non poteva più svolgere come prima. Ero dispiaciuta per lui ma, continuavo a pensare che fosse uno stronzo.
"Jennifer qui ho appeso tutto il programma giornaliero di Kyle, credo che sia ora del bagnetto" Guenda era una donna squisita ma chissà perché, il modo in cui aveva detto che era ora del bagnetto non mi convinceva molto. Comunque, a passo svelto mi ero diretta verso il corridoio e dopo averlo attraversato tutto, ero arrivata nella stanza del Sign Jefferson. Senza bussare ero entrata e lo avevo trovato appeso alle lenzuola. Doveva essere caduto. Mi ero affrettata ad aiutarlo ma ovviamente lo stronzo non si smentiva mai. "Cela faccio da solo lei si occupi di altro" faceva sempre cosi, mi aveva avvertito Guenda, aaah l'orgoglio maschile! Senza dargli ascolto, l'avevo aiutato a mettersi seduto sopra la sedia, era ora del bagnetto tanto. "Lei è sempre così testardo?" "come dice?" avevo sorriso, a volte mi faceva tenerezza, solo a volte però. "Lo sa benissimo a cosa mi riferisco. Nom giochi a fare l'eroe altrimenti si aggrava la situazione" aveva sbuffato e con una smorfia di dolore aveva detto solo "peggio di così non posso stare" era vero, ma odiavo chi si piangeva addosso, la vita andava vissuta e anche se non sempre era facile, non significava che doveva essere impossibile.
Arrivati in bagno iniziò il vero tormento. Lo aiutai ad alzarsi e con un braccio lo presi sotto l'ascella. Mi inchinai poi in direzione della vasca e aprì il rubinetto. "Ora posso fare da solo" alzai gli occhi al cielo. Non era possibile! "Ma lei allora è proprio di coccio" "senta le ho detto che posso farcela da solo." Ero allibita, non aveva la sensibilità dal sedere in giù e pensava di riuscirci. Mi venne da ridere davvero. "Dice sul serio?" Guenda corse in mio aiuto, sapeva che avrebbe fatto così, evidentemente era una routine. In due lo sdraiammo sulla vasca e lentamente lo spogliai. Quando arrivai a toglierli i pantaloni però iniziò nuovamente a fare storie. Dio che tipo! La domestica, mi fece un cenno facendomi capire che ci avrebbe pensato lei, così lo lasciai a Guenda quel compito e io intanto preparai da mangiare. Carl intanto, era salito al piano di sopra a sistemare le camere che avevo saputo erano dei genitori. Quando anche Guenda ebbe terminato di lavare Kyle, andai dritta nella sua stanza e preparai il letto e il tavolino dove avrebbe pranzato.
Era triste la sua vita, viveva praticamente tutti i giorni nella sua stanza, che odorava di disinfettante alcool e medicinali vari. Ma io dico, con queste bellissime giornate primaverili non poteva fare un giro nel giardino oppure per la strada?! Guenda mi aveva detto che glielo avevano proposto in tanti ma lui aveva sempre rifiutato, voleva stare barricato in casa, odiava che qualcuno lo vedesse ridotto così. Che tristezza, mi ripromisi che l'avrei portato già dal giorno seguente, era ora di smetterla di vivere sotto una campana di vetro.
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Non Lasciarti Morire
Romanzi rosa / ChickLitJennifer è quella che si definisce, una ragazza diversa. Piena di vitalità e con tanto amore da dare, si ritrova a fare i conti con un lavoro insolito ma di cui è già pratica. Kyle potrebbe rivelarsi il suo peggior nemico o forse, l'amore della sua...