Tre candele illuminavano fiocamente la stanza, dando vita a fantasiosi giochi di ombre dietro le tremolanti fiammelle.
Lei se ne stava rasente al muro, osservando l'Imperatrice alle prese con la complicata capigliatura, seduta di fronte allo specchio. Erano alcuni minuti che tentava di estrarre un lunga spilla, che proprio non ne voleva sapere di venire via.
Fece un passo avanti, aiutando la giovane donna. Con alcune abili mosse liberò il lungo oggetto di metallo dalla matassa di capelli corvini della giovane.«Grazie Nanako, stavo quasi per uscirne pazza» rise Shizumi, passandosi la spilla fra le dita.
Lei annuì con un breve inchino, e tornò ad occupare la sua posizione alle spalle della donna.
Era sera inoltrata, ormai, ma il castello era silenzioso. Azzardò uno sguardo al di fuori della finestra, e ciò che vide le fu molto familiare.
La cinta muraria e il cortile erano immersi nell'oscurità, illuminati soltanto da qualche torcia posta qua e là, ma notò con piacere un intenso via vai di sentinelle. Forse quegli occidentali avevano finalmente imparato a gestire la sicurezza di un castello. A quel pensiero, le sue labbra si piegarono in un sorriso, sotto l'elmo che le copriva il volto.
Sapeva bene di essere il principale motivo di quell'innalzamento della sicurezza all'interno delle mura di pietra. Quando aveva dato fuoco ai granai, probabilmente doveva essere saltata qualche testa.«Nanako, non ti da fastidio portare quella roba in testa per tutto il giorno?» chiese improvvisamente l'Imperatrice, osservandola dallo specchio.
«Ci ho fatto l'abitudine, Imperatrice» rispose lei in tono sicuro.
«Puoi toglierlo, adesso. Non ti vedrà nessuno qui» insistette la giovane, rivolgendole un gran sorriso.
Non se lo fece ripetere due volte.
Si tolse l'elmo, sistemandolo sottobraccio, e poi sfilò la lunga benda che le teneva il volto nascosto.
Tirò un silenzioso sospiro di sollievo: finalmente poteva respirare liberamente.
Con gesto automatico della mano, poi, slegò la crocchia di capelli sulla nuca, e questi le ricaddero ordinatamente lungo la spalla sinistra della corazza.Shizumi la guardò di nuovo, contemplandola per diversi secondi, e poi sorrise.
«Riesci ad essere bellissima, ma semplice allo stesso tempo. Quanto ti invidio» disse allegramente la giovane, mentre tornava a passarsi la spazzola tra i capelli.
Adesso, senza tutta la tintura bianca a dipingerle il volto e con i lisci capelli corvini lasciati liberi, ritornava quasi ad essere la ragazzina di diciannove inverni che era. Con la delicata pelle color nocciola, il piccolo naso e quei due tanto splendidi quanto sottili occhi scuri, non capiva proprio cosa le potesse invidiare.
Rappresentava la bellezza e la genuinità allo stadio più alto. Cosa potava mai avere meno di lei?«Con quella corazza, la spada... non ti servono gioielli e acconciature particolari per accrescere l'armonia delle tue forme. Sei bella così come sei» disse Shizumi voltandosi verso di lei, quasi a rispondere alla sua tacita domanda.
Non poté far altro che arrossire. Non era una cosa nuova ricevere apprezzamenti simili, ma mai a farglieli era stata una persona di tale carisma e sincerità. Forse era presuntuosa a pensarlo, ma si disse che, se quelle parole erano uscite dalla bocca di quella donna, non potevano che essere veritiere.
«Vi ringrazio, Imperatrice» disse, ancora leggermente in imbarazzo.
Shizumi continuò a spazzolarsi i capelli, ma poi proruppe in un lieve gridolino di dolore, e prese a massaggiarsi la parte bassa del collo.
«Va tutto bene?» chiese lei, facendo un passo in avanti.
«Si, non preoccuparti... ho questo torcicollo da stamattina, diamine che dolore...» rispose la giovane, ancora dolorante.
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L'Arte della Spada
Fantasy"Le ferite sanguinanti non sono le uniche ferite che vengono inflitte dalla guerra" Tre popoli. Tre guerrieri. Un mondo perennemente in guerra. Quando lo scontro tra culture diverse diventa l'unica via per la diplomazia, saper uccidere diventa l'uni...