CAPITOLO 14

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"Glielo avete già messo?" chiedo impaurita a Ron.
"Si, non se n'è accorto minimamente" risponde ridendo.
"Dici che si..." ma non termino la frase. Harry sta bevendo e io, Ron e Hermione siamo dietro l'angolo dell'entrata della Sala Grande a guardare. Luna e Draco sono ai rispettivi tavoli ma lo fissano anche loro pronti a intervenire. Harry si alza e viene richiamato da Romilda (che conosce i nostri piani) la quale gli chiede se c'è qualcosa che non va.
"Tutto a posto... sto solo... mi gira la testa... vado in dormitorio, fortuna che oggi è domenica e non salto nessuna ora di lezione. Ci vediamo..." dice a stento, ma noi lo sentiamo. Iniziamo a camminare verso l'entrata come se niente fosse ma veniamo spinti da Harry che borbotta "Scusate..."
Ma poi si ferma, come impietrito. Immobile. Di sasso. Non si gira, ma noi ci fermiamo e con la coda dell'occhio lo guardiamo. Harry è lì fermo, al centro del corridoio, fissa il vuoto. Non capiamo, ma sentiamo che emette strani suoni, come striduli, che sembrano lamenti. Mi sento in colpa, come se fossi io la causa della sua sofferenza. Ho paura di una sua eventuale reazione, ma anche del suo stare lì immobile. È come se il tempo si fosse gelato. Hermione si gira verso di noi e sussurra:
"Tenete pronta la bacchetta"
"Eh si Granger, streghetta brillante e intelligente. Farete meglio a tenerla pronta la bacchetta, perché potrete opporre quel minimo di resistenza che sapete fare. Quanto sei brillante Granger. Hai compreso fin da subito quello che avevo in mente, ma non ho opposto resistenza: volevo vedere a che punto arrivavate. Mi chiedo perché tu sia stata smistata in Grifondoro e non in Corvonero... Ah, ho capito. Il coraggio. Quello stupido sentimento che fa fare ai ragazzi cose estreme, da pazzi. E infatti eccovi qui, stupidi ragazzini."...

Hinny - Love is a new adventure Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora