Capitolo 11

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AUSTIN

Rimasi per un attimo appoggiato alla porta, mentre osservavo quella jeep rossa uscire dal vialetto di casa.

Sospirai, passandomi una mano fra i capelli. Quella ragazza cominciava a fare uscire lati di me che non pensavo nemmeno di possedere. Riusciva facilemente ad agitarmi, più di chiunque altro, e mi rendeva irrequieto. Solo con la minima vicinanza mi faceva diventare nervoso e sentivo sempre il cuore palpitare ad un velocità disumana.

Infatti, poco prima nella mia camera mi aveva messo talmente in una situazione, diciamo "strana", che pensavo che di lì a poco il mio cuore sarebbe scoppiato come una bomba a mano.

-Cosa stai facendo?-, sentii chiedere da una voce familiare alle mie spalle. Sussultai dallo spavento e mi voltai a guardare mia sorella Lydia. Da dove diamine era sbucata? Non l'avevo vista in giro per la casa. Osservai i vestiti che indossava e notai che era in tenuta sportiva. Sicuramente era stata tutto questo tempo in palestra.

-N-niente...-, risposi subito, distogliendo lo sguardo e chiudendo la porta di casa.

Lei mi fissò interrogativa, aveva capito che c'era qualcosa sotto,-Sono sempre più convinta che non sei normale, Austin. Si tratta di quella ragazza?-, osò domandare, con stampato in faccia un sorrisetto furbo.

I muscoli del mio viso si contrassero e sentii il solito calore espandersi sulle mie guance,-N-NO!-

Scoppiò in una fragorosa risata,-Ah, no? Allora spiegami come mai sei così rosso? Dimmi la verità, vi state frequentando per diventare "amici molto intimi"?-, fece il segno delle virgolette usando le mani.

Strabuzzai gli occhi pieno di vergogna,-Certo che no! Noi siamo solo "semplici amici"-, imitai il gesto che aveva fatto lei.

-Mhm, se lo dici tu!- e facendomi l'occhiolino, se ne andò di corsa al piano di sopra.

-Quanto inutile stress...-, borbottai fra me, scuotendo la testa.

-

Osservai il piatto di fronte a me ricco di carne succulenta e di verdure squisite. Le voci dei miei genitori inondavano la sala da pranzo, mentre discutevano di argomenti vari, fra cui il viaggio di lavoro in Cina di mia madre. Infilzai un pezzetto di carne e me la portai alle labbra, gustando quel suo sapore delizioso. Il mio sguardo si concentrò sulla figura imponente di mio padre, seduto a capo tavola. Aveva stampata in faccia la sua solita espressione da superiore, mentre ascoltava mia madre. Ormai, dopo tutti questi anni, mi ero abituato a non fare più caso al suo atteggiamento altezzoso rispetto a tutti noi. Solo perchè era un famoso chirurgo, si reputava il più sapiente e intelligente della casa. I suoi discorsi e le sue idee era gli unici che non potevano avere dei difetti, mentre quello che pensavamo noi veniva ogni volta criticato e smentito.

-Caro, lo sai che il nostro Austin ha portato finalmente a casa un'amichetta?-, sentii dire a mia madre e quasi mi strozzai con il cibo che stavo masticando.

Cominciai a tossire rumorosamente e svelto allungai una mano verso il bicchiere d'acqua. Dopo qualche sorso mi ripresi, osai alzare lo sguardo verso la mia famiglia e li vidi tutti in silenzio a fissarmi.

-Amica? Chi sarebbe?-, lanciai un'occhiatta di rimprovero a mia madre, non appena mio padre cominciò l'interrogatorio. I suoi occhi severi mi scrutavano in attesa di una risposta.

Mi ricomposi immediatamente,-Si chiama Zahra Mason, è una mia compagna di scuola...-

-Che lavoro fanno i suoi?-, la sua solita domanda non tardò a farsi sentire. Di solito capitavano solo con mia sorella questi discorsi inutili, invece oggi, per mia sfortuna, capitavano a me. Fu strano trovarsi in quella situazione tanto familiare, quanto sconosciuta. Vederla su mia sorella era un conto, ma viverla sulla mia pelle era tutt'altra cosa.

FASHION OF HIS LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora