Kirsiktar
Ormai da sola, decido che nell'attesa forse è meglio se mi guardo un po' intorno. È inutile stare ferma in mezzo alla stanza e non ho certo intenzione di farmi trovare inattesa del suo arrivo.
Osservo la camera, riscaldata dal calore di un fuoco vivace e scoppiettante, abbastanza grande da contenere un letto bello spazioso, rialzato da una pedana di legno scuro, liscio, come a voler chiarire la sua posizione elevata rispetto a tutti gli altri anche mentre dorme.
L'ambiente è decorato da mobili, mensole e librerie dal gusto elegante, raffinato, forse un po' disordinato ma niente di cattivo gusto o macabro.Cosa mi aspettavo?
Teste di esseri umani e Vampiri appesi alla parete come trofei di caccia?
Rabbrividisco alla sola idea.
Ci sono delle fotografie, libri sparsi, ma la cosa che più mi stupisce è vedere tanti, tantissimi dischi in vinile e un giradischi.
Non ne vedevo uno da un sacco di tempo, quando ero piccola mia cugina ne teneva uno molto più piccolo di questo nella sua stanza e ogni tanto, quando i nostri genitori erano fuori per ispezioni, controlli o missioni, lo accendevamo e ascoltavamo la musica.
Ci passo delicatamente le dita sopra la superficie, riportando alla memoria quegli unici ricordi dolci della mia infanzia.
Mi allontano prima che la malinconia abbia il sopravvento, cammino per la camera e mi affaccio alla finestra.
Con mia grande sorpresa mi accorgo che non è sigillata come mi sarei aspettata, così la spalanco facendo entrare il gelo ed il vento invernale.
Mi sporgo respirando l'aria gelida, chiudendo gli occhi, e immaginandomi come uno dei tanti granelli di neve che viene trasportato dal vento.
Solo quando ormai ho perso sensibilità al naso e alle dita delle mani, mi allontano chiudendo la finestra. No perché mi dispiaccia morire di freddo o di febbre – perché sì, al giorno d'oggi si può morire di semplice febbre – ma non voglio essere pestata a sangue da un cane solo per aver fatto qualcosa che non dovevo fare.
È continuando a spostare lo sguardo che noto una porta più piccola, alta quasi quanto me, che immette in un'altra stanza, e con mano tremante abbasso la maniglia.Cosa ci sarà al suo interno?
Forse una sala delle torture, con seghe, pinze e lacci di cuoio, ed altri strumenti per seviziare e procurare dolore per il proprio gusto e divertimento.
Prendo un profondo respiro, entro e...
Ah, il bagno.
No che io sperassi davvero che ci fosse una stanza del dolore, pensavo solo che... non importa ciò che penso io, non è mai importato e non succederà mai.
Chi mi può assicurare che non esista davvero?
Magari è solo nei sotterranei, lontana dalle orecchie altrui perché questi maledetti non vogliono sentire le urla delle vittime che loro stessi si divertono a torturare e uccidere barbaramente.
A questo pensiero, ne si aggiungano altri, di racconti da parte degli uomini di mio padre che ogni tanto ascoltavo di nascosto, che parlavano di come questi esseri che si proclamavano superiori, riuscivano a dividere in due una persona con un morso solo, di tutte le stragi che compivano nel cuore della notte ad accampamenti o avamposti di Uomini, solo per il diletto di sterminarci o ridurci in ginocchio o di distruggere il cibo dei Vampiri.No che questi altri siano migliori.
Ci usano come sacche di cibo ambulante, la maggior parte delle volte nemmeno ipnotizzano le loro vittime, beandosi così delle urla e dell'odore della disperazione che emaniamo quando veniamo attaccati.
Forse era davvero meglio essere spedita nelle mani dei Vampiri: qualche morso, una settimana di vita e poi il nulla.
La morte.
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L'amante dell'alfa
WerewolfI vampiri ed i licantropi sono diventati le razze dominanti sulla terra a seguito di una guerra che ha quasi portato la razza umana all'estinzione. Tutto quello che gli uomini possono fare è lavorare per loro e giurare fedeltà assoluta a queste due...