Capitolo 8

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Kirsiktar

"Come ti senti bambina?" chiede Rosie non smettendo di sorridere.

Mi limito ad alzare le spalle e guardare in terra, ma a parte la paura iniziale e l'imbarazzo di essere stata vista nuda – per la seconda volta – da Aiden, devo ammettere che sto discretamente.

"Scommetto che hai fame, vero?"

Anche questa volta mi stringo nelle spalle ma non posso evitare di sorridere quando entrambe sentiamo il mio stomaco brontolare.

"L'alfa mi ha ordinato di farti mangiare e poi ti troveremo un lavoro adatto all'interno della magione."

La guardo scettica, a meno che non abbiano parlato in privato, davanti a me non hanno aperto bocca.

"Io credevo che avrei dovuto fare solo una cosa."

"Ci sarà tempo per quello, prima ti devi mettere in forze. Ci vuole un po' di carne sopra a queste ossa." ridacchia, prendendomi un polso e passandoci le dita ossute.

Da che pulpito...

"E poi il nostro alfa è molto impegnato. Sono i primi giorni del suo dominio; Che possa regnare a lungo." aggiunge subito, in tono solenne.

Continuo a non capire perché questa donna è così affezionata a queste bestie, in particolare ad Aiden.

Percorriamo gli stessi corridoi che abbiamo attraversato la prima sera, deserti anche adesso, fermandoci solo quando arriviamo in una grossa cucina che è quella che avrei trovato se il lupo non mi avesse aggredita.

"Qui i domestici preparano da mangiare per tutti gli abitanti del castello, rimane vuota solo di notte e un paio di ore tra i vari pasti, durante le quali viene chiusa a chiave per non permettere a ladri o scansafatiche di approfittarne. L'alfa e i membri più vicini a lui hanno una cucina privata, nell'altra ala."

Spiega paziente, facendomi cenno di sedermi mente lei traffica ai fornelli.

"Hai mai svolto lavori domestici?"

Si volta verso di me, porgendomi un bicchiere colmo d'acqua.

Lo prendo, bevendo con foga e finendola subito, così che lei è costretta a riempirlo.

"A dire il vero no. Quando ero degli Warren facevo solo l'indispensabile per non morire di fame, lontana dai membri della famiglia."

Per un attimo mi si chiude lo stomaco, ripensando a cosa ero costretta a fare per non morire di fame ma senza farmi vedere.

È solo un attimo perché Rosie mi mette davanti un piatto fumante di carne dall'odore speziato, delle patate lesse ed un cestino di pane.

Inizio a mangiare con una voracità senza pari, sotto lo sguardo intenerito della signora.

"Chi siete veramente?" domando tra una forchettata e l'altra.

"Non capisco bambina, cosa vuoi dire?"

Si siede di fronte a me, guardandomi con attenzione.

"Lui... lui parla con voi... nella mente, me ne sono accorta. Perché?" chiedo bisbigliando, come se fosse un segreto e ci fossero orecchie indiscrete.

La dolce e di cuore risata di Rosie mi fanno sentire una sciocca.

"Ecco, vedi, la mia famiglia è al servizio dei Lerac da molti anni ormai. Anni fa c'era una ragazza che, insieme alla sua famiglia, per colpa di debiti sostanziosi del padre, furono costretti a prestare servizio all'interno dei loro domini.
In quanto umani, erano costretti a svolgere i lavori più umili, faticosi, certe volte anche umilianti, ma la figlia entrò nelle simpatie di un giovane lupo, molto vicino all'alfa Anaximander, il padre di Aiden.
Lei gli si concesse svariate volte, non avrebbe potuto fare altrimenti, e da questa unione nacque una bambina.

L'amante dell'alfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora