Kirsiktar
Le tende vengono scostate malamente, facendo filtrare la luce abbagliante all'interno della mia stanza. Mi riparo gli occhi con una mano mentre mi tiro su e cerco di mettere a fuoco la figura femminile che, in tono sgarbato, mi dice di scendere.
"Forza, sfaticata! È ora di darsi una mossa."
Scosta le coperte lasciandole cadere a terra e dopo essere uscita, se ne ritorna con un carrellino carico di vassoi.
"Questa è la tua colazione ed il tuo pranzo. Vedi di rimetterti in forze per stasera." scoperchia i vassoi, mostrandomi una quantità di cibo che non avevo mai visto prima.
"Hai tempo un'ora."
Non saluta, non si volta nemmeno a guardarmi, sbatte la porta allontanandosi subito.
Mi prendo un attimo di tempo per svegliarmi e capire fino in fondo perché mia zia ha fatto irruzione nella mia stanza e mi abbia portato tutta questa roba da mangiare.
Sbadiglio rumorosamente, mi gratto la testa e all'improvviso, chiaro e limpido come il cielo estivo, so il motivo di tutto questo affaccendarsi per me.
Mi vogliono in forze ed in perfetta salute per questa sera, perché devo risultare bella e sana per il signore dei licantropi, altrimenti si potrebbero sentire offesi da un regalo troppo magro e debole. E per fare ciò, non mi possono far mangiare il solito pezzo di pane con della zuppa.
Vorrei avere la volontà di rovesciare tutto, rompere le brocche di tè, latte ed acqua, di sputare sopra il loro cibo, ma la verità è che non ho mai visto così tanto cibo e il mio stomaco sta già gorgogliando da ieri sera.
Mi avvento sulle prime cose che mi capitano, la pancetta ed il maiale affumicato, le uova, staccando pezzi di pane grossi e mangiando con grande voracità. Bevo avidamente il latte, per poi gettarmi ancora sul cibo, mischiando la colazione con il pranzo.
E pensare che mio padre, mia zia e tutti gli altri mangiano così ogni santo giorno.
Polverizzo il contenuto di ogni vassoio in poco tempo, sentendo lo stomaco tirare tanto che credo che mi esploderà.È una sensazione bellissima.
Sto bevendo l'ultimo sorso di tè quando la porta si spalanca, lasciando intravedere mia zia ed altre due donne.
Ovviamente con il letto e il carrello non c'è posto per loro tre, così sono costrette ad aspettarmi fuori.
Le seguo prima che mia zia dia in escandescenza, seguendole in una zona della casa che non avevo visto perché mi era preclusa.
"Dove stiamo andando, zia?" chiedo titubante, guardandomi intorno.
"Ti devi preparare, la festa inizierà tra qualche ora."
"Ma è solo mattina." azzardo a ribattere, ma a giudicare dallo sguardo assassino che mi rivolge la sorella di mio padre, capisco che non ha affatto gradito.
"No, stupida. È pomeriggio perché qui qualcuna si è svegliata tardi dopo che è stata fuori tutta la notte." sbotta acida.
Svoltiamo in un lungo corridoio e dopo averlo percorso tutto, entriamo in una enorme e calda stanza, con il caminetto acceso, un lettino rialzato e una vasca di rame che viene riempita di acqua bollente.
"Togliti gli abiti."
Guardo mia zia, non tanto sicura di aver capito bene.
"Sei sorda per caso? Spogliati." mi intima dura.
Ed io per paura di incorrere nelle sue ire, prendo a spogliarmi.
Strato dopo strato i miei stracci cadono sul pavimento, sotto lo sguardo delle donne presenti e sotto ad un immenso e fastidioso imbarazzo. Mi sento spogliata dei miei abiti e della mia dignità; il mio malessere aumenta quando vengo obbligata a salire sul lettino ed allargare le gambe.

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L'amante dell'alfa
LobisomemI vampiri ed i licantropi sono diventati le razze dominanti sulla terra a seguito di una guerra che ha quasi portato la razza umana all'estinzione. Tutto quello che gli uomini possono fare è lavorare per loro e giurare fedeltà assoluta a queste due...