Capitolo 12

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Pov's Tyler
"Non posso credere che tu stai insieme a quel ragazzino da quando avevate il biberon.." dissi un po' inorridito e sorpreso alla sua rivelazione.

Avevamo da poco finito di mangiare le pizze, dopo aver parlato di svariati argomenti.
Non riuscivo ancora credere di averla invitata qui, sapevo che era sbagliato.

Di una cosa ne ero certo mi sarei divertito molto volentieri con quella ragazzina e mi sarei anche divertito a prenderla per il culo come le altre solo per andarci a letto. Anche se vacillavo un po' di sicurezza, c'era qualcosa di strano in lei, qualcosa di cui sono sicuro non riuscirei ad interpretare bene.

Più ci parlavo, e più lei mi raccontava di se, più io volevo conoscerla e ne rimanevo quasi affascinato per non dire eccitato quando si leccava il labbro inferiore o si scostava i capelli lunghi dietro alle spalle.

Quella ragazzina me lo faceva venire duro, dovevo essere sincero in un qualche modo dovevo riuscire a portarmela a letto.

Se volevo entrare davvero nelle sue grazie, avrei dovuto giocarmela diversamente da come giocavo con le altre ragazze. Questo era poco ma sicuro.

"Eh già, io e Bryan siamo cresciuti insieme, e come noi anche Kelly e Matt solo che per loro è stato diverso.
Kelly e Matt solo negli ultimi 2 anni hanno ufficializzato e sono diventati una coppia.
Io e Bryan ormai siamo praticamente inseparabili.." rispose lei assorta e sorridendo leggermente, mentre fissava un pezzettino di carta con la quale giocherellava tra le dita.

Bevendo un sorso di birra e alzando un sopracciglio le domandai a brucia pelo e deciso
"se siete così inseparabili allora perché non lo hai chiamato o non sei andata da lui?"

Lei mi guardò interdetta e scuotendo il capo scocciata.
"Allora?  Me lo vuoi dire quale è stata la causa della tua fuga o come dici tu *staccare la spina* ?" Mi domandò di rimando evitando in modo perfetto la mia domanda e stupendomi.

Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans e mi accesi una sigaretta, sotto la sua espressione infastidita.

"Sei sicura che lo vuoi sapere ragazzina? Non ti lamentare dopo se hai paura e non riesci a dormire.." le dissi beffeggiandola e sogghignava, mentre lei alzava gli occhi al cielo e sbuffava.

"Ti meraviglieresti se solo sapessi le cose che ho sentito..  neanche ti immagini quali robe so. Quindi su sputa il rospo." Disse lei curiosamente e con aria spavalda mentre si metteva composta sulla sedia ed incrociava le braccia sotto il seno prosperoso.

Il mio sguardo per pochi secondi mi cadde in volutamente li nelle sue belle bocce, per poi subito dopo ritornare a guardarla negli occhi.

A lei fortunatamente sfuggì la mia repentina sbirciatina.. aspirando il fumo della sigaretta che poco dopo sbuffai, decisi di raccontarle le parti più interessanti e forse sarei riuscito a farle paura. Quella ragazzina mi sembrava troppo ingenua per sapere di quanta merda le strade di questo mondo e di cui anche le persone sono ricoperte.

"Sono venuto qui per affari e non per staccare la spina. Mi occupo di trafficare armi e droga e a volte arrotondo il tutto con qualche altro lavoretto." Le dissi tranquillamente mentre lei mi scrutava seriamente e poi subito dopo scoppiò a ridere fragorosamente.

Corrugai la fronte divertito mentre un sorriso sorpreso mi spuntava sulle labbra.

" ma tu sei proprio fuori di testa.. se non pensassi che stai mentendo avrei potuto quasi crederti, dall'espressione seria con cui me lo raccontavi." Mi disse lei scuotendo la testa divertita e riprendendosi lievemente dalla risata di poco prima.

"Già.. " le risposi ridendo scuotendo anche io la testa.

"Comunque a parte gli scherzi rispondi alla mia domanda.." mi sollecitò rapidamente.

"Volevo farmi una vacanza e ritornare dove vivevo alcuni anni fa tutto qua. A breve ritornerò dove ero e riprenderò la mia solita vita." Risposi dicendole l'altra parte di verità a cui avrebbe creduto molto più semplicemente.

Lei annuì incerta e senza insistere rimase in silenzio a guardarmi come si cercasse di studiarmi.

Non distaccai lo sguardo dai suoi occhi calcolatori e magnetici.
Sarei potuto stare lì a guardarle quei bellissimi occhi e non stancarmi nemmeno un secondo.

Poco dopo lei sembrava essersi quasi ripresa da non so che cosa, e balbettando lievemente disse " forse dovrei andare.. si sta facendo tardi" disse lei continuando a guardarmi e alzandosi dalla sedia.

Seguì in un modo quasi sincronizzato il suo corpo, alzandomi tranquillamente e guardandola ancora negli occhi.

"Se vuoi puoi restare.. non è un problema." Gli dissi inconsapevolmente.

Lei sembrava stupida dalla mia esclamazione.
Era incerta e non sapeva se andare o rimanere glielo leggevo bene negli occhi.

"È meglio che vad.." iniziò a dire, interrompendola deciso e fregandomene mi avvicinai a lei come calamitato da lei.

"So che vuoi restare. Senti anche tu questa sensazione tra di noi, te lo leggo negli occhi." Gli dissi con voce roca mentre lei indietreggiava verso il bancone per rimanere poco dopo bloccata.

"Non è vero.. non c'è nessuna sensazione. Ti sbagli." Negò lei cercando di essere seria e sicura.

Scossi la testa e avvicinando il mio capo a pochi centimetri dal suo viso le sussurrai " lo sai che ho ragione."

Deglutì mentre spalancò leggermente le labbra e guardandomi intensamente.

Decisi di pensare bene alle mie mosse e di giocarmela davvero in una maniera diversa con lei e la cosa mi eccitava.

Indietreggia e le lasciai il suo spazio sorridendo arrogantemente.

"Stronzo.." la sentì bisbigliare mentre mi voltai e mi incamminai verso la sala.

" ti ho sentita.. seguimi ragazzina." Le dissi sicuro e divertito.

"Perché? " mi domandò lei curiosamente, iniziavo a capire che lei era quel tipo di ragazza che ti tassava la minchia con tre mila domande e la sua curiosità.

"Perché si, ci guardiamo un film visto che resti." Le ricordai buttandomi sul divano nero in pelle a forma di L.

"Non ti ho ancora detto che io resto o no." Rispose con decisione e andando un sopracciglio come se volesse avere un aria minacciosa..

A me sembrava solo buffa..

"Ah davvero? Quindi che fai allora? Resti o no? Perché se resti scelgo io il film, e se invece non resti lo scelgo comunque io il film. " le risposi accedendo la TV a schermo piatto da cinquanta pollici.

Lei sbuffò e ancora in piedi poco dopo si sedette sul divano lasciando dello spazio tra di noi, mentre m guardavo che film scegliere e mentre lei continuava a scrutare la sala attentamente.

Scelto il film che anche lei apprezzò iniziammo a guardarlo e talvolta commentarlo.

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