Capitolo 25

4.3K 177 8
                                    

"Non posso crederci che mi hai convinta ad andare in questo stupido posto.. perchè mi trovo qui?" Mi domandò Kelly dubbiosa e scocciata guardando davanti a se il locale.

Proprio quando decisi di dirle il motivo, davanti a noi si parò la figura muscolosa ma stranamente elegante di josh.

Corrugai la fronte quando lo vidi conciato come uno apposto, con la camicia i pantaloni e le scarpe eleganti, e non trasandato come sempre..

A Kelly di sicuro non sfuggì la scena, perché la sua mascella a momenti rischiava di appoggiarsi sul suolo.

Poco dopo lui si fermò davanti a noi e avvicinandosi a Kelly dandole un bacio sulla guancia dolcemente, mentre lei si riprendeva dal suo chissà quale trans lui mi fece un cenno e mi disse chiaramente mandandomi via, senza mezze misure ma gentilmente "grazie chris.. ora ci penso io."

Annuì e accarezzando la spalla di Kelly che mi guardava corrucciata e abbastanza infuriata con me, la lasciai al suo corteggiatore.
Speravo andasse tutto bene e che non mi dovessi pentire di ciò.

Tornai verso la mia macchina e vi salì dentro.

Misi in moto e decisi di andare da Bryan, anche se gli avevo detto che avevo un impegno con Kelly, decisi di andare da lui e inventarmi qualche scusa per coprire ugualmente Kelly.

Ultimamente andava tutto bene tra me e Bryan. In apparenza sembravano perfetti l'uno per l'altro e forse era davvero così e io ci tenevo davvero a lui, ma sentivo anche che quel Tyler in qualche modo mi aveva abbastanza sconvolta emotivamente e sentimentalmente..

Scacciai il pensiero e guidando per le strade notturne di Miami, presi la solita scorciatoia e andai verso casa di Bryan.

Non gli diedi nessun preavviso ma sapevo che per lui non sarebbe stato un problema.
Parcheggiai e suonai al campanello.
La governante Jeffereson,  che ormai mi conosceva da quando ero in tenera età, mi accolse e mi fece entrare volentieri nella villa di Bryan.

"Salve signorina. Come sta?" Mi domandò sinceramente interessata.

"Tutto bene Diana. Sto cercando Bryan. " le domandai velocemente ma gentilmente sorridendole.

Lei sorrise ma subito dopo si rabbuiò a disagio.

"Il signorino in questo momento è occupato.. se vuole le dirò che è passata." Rispose lei chiaramente in imbarazzo.

Corrugai la fronte  " no tranquilla, posso disturbarlo tranquillamente.. lo saluto velocemente. È in camera sua giusto?" Le  risposi semplicemente andando verso le scale e salendole sicura.

"No aspetti signorina.." insistette inseguendomi, perché si ostinava a non volermi fare incontrare Bryan?

Era strano che si comportasse così.

Salì l'ultimo gradino e andai verso la stanza di Bryan. L'apri sorridendo e aspettandomi qualche amico di Bryan o cose così.
Ma erravo di brutto.

Mi misi una mano davanti alla bocca scioccata, non potevo crederci..

Lui si accorse di me e mi guardò negli occhi spaventato e scioccato.
"Cazzo.. chris. Aspetta.. " disse lui,  mentre indietreggiavo e mi scontrai per sbaglio con la governante rammaricata.

Scossi la testa mentre le lacrime mi inondavano il viso.

Corsi giù delle scale e uscì da quella fottuta casa.

Salì in moto e me ne andai da lì.

Guidai mentre piangevo con la vista appannata e i battiti del cuore che accelerarono come la mia macchina.

Cazzo.. non era possibile che potesse capitarmi questa cazzo di sfiga. Perché tutto mi andava a rotoli perché ultimamente dovevo solo soffrire?

Quando feci per asciugarmi le lacrime e le guance non mi accorsi che sbandai, uscendo dalla strada fortunatamente derapai su una specie di piazzola di sosta..

Il cuore batteva ancora più forte e con i fari della macchina puntati al campo davanti a me e nel buio notturno, iniziai a colpire il volante con rabbia.

Aspettai qualche minuto e quando ebbi riacquistato le facoltà mentali presi il telefono è chiamai l'unica persona volessi veramente sentire.

Uno..
due..
tre squilli..

Non mi avrebbe risposto.. perché avrebbe mai dovuto farlo?

"Pronto?" Rispose una voce roca..

"Tyler?" Domandai con voce flebile e così fragile che poco dopo mi schiarì la voce.

Ci fu un attimo di silenzio e poco dopo la sua voce si sentì "chris.. tutto bene?" Domandò incredulo.

Tirai su con il naso e guardai davanti a me nel vuoto.

"No va tutto di merda.. te invece?" Gli chiesi cercando di saperne qualcosa di più. Mi era mancato sentire la sua voce.

"Si, diciamo che me la cavo.. " rispose chiaramente presto di sprovvista ma con sempre tono deciso e profondo.

"Okey.. meglio allora.." risposi distrattamente solo per occupare il silenzio.

" perché mi hai chiamato?" Chiese dopo interminabili ma pochi secondi. Aveva un tono esitante ma allo stesso tempo molto curioso.

"Avevo voglia di sentirti.. e volevo.. " iniziai a dire, cercando di non risultare patetica.

"Quando ritorni a Miami?" Dissi senza altri giri di parole.

Lui sospirò e disse chiaramente infastidito "non lo so.. ma non devi pensarci. Hai Bryan e hai la tua vita a cui pensare. Non pensare a me o a quando ritornerò o se ritornerò."

Corrugai la fronte e risposi velocemente "le cose sono cambiate e continuano a cambiare. Quindi non ci sono speranze che possiamo vederci?"  Continuai a dire così tirando su con il naso e asciugandomi le lacrime che continuavano a scendere.

"Chris stai piangendo? Ma che ti è successo?" Mi domandò con voce seria e fredda. Era quel tono di voce suo che mi incuteva un po' di paura.

"Storia lunga.. comunque va bene. Scusami e fai come se non ti avessi chiamato va bene?" Gli dissi cercando di reprimere la vergogna e altre lacrime.

"No aspetta.." disse lui con voce incrinata da non so quale emozione.
Senza pensarci gli riattaccai e gettando il telefono sul sedile scossi la testa e rannicchiandomi sul sedile in cui ero seduta continuai a piangere, cercando di liberarmi dall'amaro in bocca e il senso di voler vomitare.

****
Aprì gli occhi e nonostante il mal di testa fortunatamente oggi non avevo scuola.. guardai la sveglia e decisi di restare ancora a letto per qualche ora, ma l'unica cosa che feci era fissare il soffitto ripensando a tutto.

Ripensavo a quelle immagini impresse nella mia testa della rabbia che dentro me cresceva sempre di più dentro di me, per tutto quello che stava succedendo intorno a me e a me.

Burning LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora