CAPITOLO 14

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"Quindi fino a quanto rimanete?"

"Staremo qui per molto, quasi due mesi"

Sorrido a questa bella notizia e continuo a mangiare i cereali dentro la ciotola piena di latte.

Mi lavo i denti e, insieme ad Alessio, esco di casa.

Fuori scuola mi aspetta Filippo. Emy arriva poco dopo insieme a Lorenzo. Si tengono per mano e lui continua a dirle cose all'orecchio mentre lei ride timidamente.

In classe mi metto seduta sul mio banco a chiacchierare con Emy.

Quando vedo Luca entrare dalla porta abbasso lo sguardo.

"Viene verso di noi" sussurra Emy per non farsi sentire da Luca.

"Che faccio me ne vado?" Chiede ancora sussurrando.

"No, no!! Non ti permettere..." scuoto violentemente la testa con occhi supplicanti ma lei si allontana guardandomi e mimando uno 'scusa' con le labbra.

Faccio appena in tempo a mandarle uno sguardo omicida, che Luca mi saluta.

"Ciao"

Mi giro e davanti a me c'è un Luca sorridente e tranquillo.

"Dobbiamo parlare..." dico a bassa voce.

"Certo dimmi pure"

"L'altra sera, nello sgabuzzino...."

"Oh, è stato fantastico..."

"Già..." c'è un piccolo momento di silenzio, ma poi ricomincio a parlare. "Ecco, volevo scusarmi con te, io non so cosa mi sia preso, probabilmente erano le luci, o forse l'atmosfera o forse i brividi, ma-"

"Come questi?" Mi interrompe avvicinandosi a me mentre mi sfiora delicatamente il braccio e mi guarda negli occhi.

Dal mio braccio, una scarica di brividi mi attraversa la schiena e mi fa venire la pelle d'oca.

Continuiamo a guardarci negli occhi e l'unica cosa che vedo è un verde scuro con filamenti gialli che partono dalla pupilla verso l'esterno. Sono semplicemente ed unicamente fantastici.

~driiiiiiiiiiiin~

Distolgo lo sguardo, uscendo dalla trans in cui mi ero rinchiusa: i suoi occhi.
Mi vado a sedere al mio banco e vedo Emy che sta ripassa scienze.

"Ma non ho capito, la forza di Coriolis è apparente o no? Se si muove vuol dire che non è apparente, ma se non si muove come fa a essere una forza?!?"

Cinque ore passate a guardarci...
Cinque ore passate a pensarci...
Cinque ore per rendermi conto che forse Luca con me ha sempre avuto un rapporto speciale...

Ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano sorridevo, mi veniva naturale.

Non sono riuscita a scrivere troppi appunti perché non ero molto concentrata.

Pensavo.

Pensavo a lui.

Come fa a farmi venire i brividi solo sfiorandomi?

Come fa a farmi sorridere con uno sguardo?

Cosa c'è di diverso?

Passeggio tranquillamente guardandomi le scarpe. Il sole è troppo forte per alzare sguardo senza accecarsi. Nonostante sia inverno.

Riesco a vedere le mie scarpe allstar bianche e i miei jeans. Vedo il marciapiede e spero che nessuno mi cammini davanti, perché non lo vedrei.

Fa ancora freddo, è quasi Natale. Fortunatamente non sta piovendo, ormai piove quasi tutti i giorni.

Attraverso la strada spalancando gli occhi quanto più mi è permesso dal sole.

Appena arrivo al marciapiede dall'altro lato della strada, sento un rumore di ruote nell'acqua dietro di me e poi un freddo improvviso mi colpisce.

"Ah, diamine!!"

Poggio lo zaino sulla panchina lì vicino e strizzo l'orlo della mia maglietta.

"Come faccio?!" Esclamo mettendomi una mano sulla fronte.

"Serve aiuto?"

Mi giro e un ragazzo mi sta guardando.

"No, no grazie..."

"Sicura? Se vuoi posso darti un passaggio con la macchina..."

"Oh, no. Ti sporcherei tutta la tappezzeria, non fa nulla, io abito qui vicino."

"Ok, allora lascia almeno che ti accompagni a casa"

Esito un po', ma poi accetto.

Per la strada ci siamo presentati. Si chiama Mattia ha diciassette anni ed è fidanzato con una certa Giulia.

Incredibilmente ho scoperto che questa ragazza andava nella mia stessa scuola alle elementari e ora frequenta il mio stesso indirizzo al liceo.
Ho ancora il suo numero di telefono...

Arrivata a casa ringrazio Mattia ed entro a casa.

"Dove sei stata?!? Io dico... mi vuoi avvertire quando fai un po' più tardi?!? O almeno potevi dirmi dov'eri o-"
La voce di Alessio viene interrotta da quella di mio padre.

"Basta ora. Credo che Clara abbia capito." Mio padre mi prende lo zaino dalle mani e lo poggia per terra.

Mia madre esce dalla cucina e guardandomi fa un faccia tra il sorpreso e il curioso.

"Oh Clara, ma cosa hai combinato? Vieni qui, levati questi vestiti bagnati, prima che ti venga la febbre."

"Mi dispiace di avervi fatto preoccupare, attraversando, una macchina è passata in una pozzanghera e mi ha sporcata, non volevo farvi preoccupare, mi dispiace..." abbasso lo sguardo.

"Non ti preoccupare, però la prossima volta avverti ok? Adesso va a cambiarti." Salgo in camera mia e dopo essermi cambiata e aver pranzato, cerco sul computer le mie foto delle elementari.

Giulia è in qualche foto, me la ricordo: era una bimba simpatica e un po' pazza.

Mi ricordo i pomeriggi al parco e mi ricordo quando mi mettevo in un angolino a pensare alla mia vecchia vita, in quel paesino vicino Torino, di cui non ricordo nemmeno più il nome.

Ero triste, mi mancava il mio principe ,i pagliacci Fiacca e Bistecca o l'albero delle arrampicate o il laghetto con i cigni, non mi servivano a dimenticare il migliore amico che io abbiamo mai avuto; i pomeriggi migliori della mia vita ; quelli che ricorderò per sempre.

Ciò che non ricordo è, invece, il perché me ne sia andata.

Io ricordo che stavo con Luca poi nulla. Solo una stanza vuota tutta di legno e tanta sete. Poi solo L'ambulanza e il bambino con gli occhi in lacrime che correva dietro l'ambulanza.

Solo una parola: scusatemi.

Con affetto
~heysonoemy~

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