porca puttana.
questo è il primo pensiero che mi passa per la testa, quando metto piede nella merda di quella fattoria, letteralmente.
oltre ad aver rotto il mio specchio durante il tragitto casa-casa a causa di alcuni piccoli incidenti, il che voleva dire sfiga per i miei prossimi sette anni, avevo anche sporcato le mie scarpe di ultimo modello con lo sterco di chissà quale animale.
per non parlare del fatto che stava diluviando e tuonando e io non avevo portato con me un ombrello.chiesi al tassista di sbrigarsi, invece di ridere delle mie sfortune, e quando fummo davanti alla porta della mia nuova casa, lui con in mano le mie valige costosissime e io che tentavo di ripararmi inutilmente con le mani, ero completamente zuppo e posso dirvi per certo che fino a quel momento non mi ero mai bagnato così tanto in vita mia.
non feci in tempo a bussare che mi trovai davanti sei ragazzi e due signori che sembravano avere una quarantina di anni.
i più giovani ridevano e si parlavano nell'orecchio, cosa che mi fece incazzare perché, insomma, cosa volevano da me quei mocciosi?, mentre i due adulti mi accoglievano con un sorriso dolce, che, ovviamente, non ricambiai affatto.
non ero felice di stare lì, la cosa era abbastanza ovvia e dovevo farlo capire, finché non mi avrebbero riportato nel mio luogo.
dove, una star come me, doveva vivere.mi feci strada nella casa, ordinando al mio tassista di portare le valige direttamente nella mia camera e sedendomi nel divano, più comodo di quanto mi aspettassi.
e, mentre quello eseguiva gli ordini e dopo che se ne fu andato, aspettai che gli altri parlassero e mi spostassero la situazione.