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«perché devi sempre fare il bambino? vatti a cambiare e smettila di lamentarti»
aveva sbottato yoongi, avvicinandosi a me e afferrandomi per il braccio.
mi trascinò fino alla camera da letto senza alcuna delicatezza e iniziò a tirare fuori dall'armadio pantaloni che, onestamente, mai avrei indossato. neanche se fosse l'unica cosa a disposizione e avessi attorno a me vecchi pervertiti del cazzo.
oh no, proprio per niente.

«scegli tu quale» disse, ghignando nel vedere la mia espressione schifata.
ah, quel bastardo lo stava facendo di proposito.

«non metterò mai nulla del genere, non sono stato abbastanza chiaro? eppure parlo la tua stessa lingua. nonostante tu sia molto ignorante, speravo fossi in grado di capire»
sbottai, sentendomi un po' male nel vedere la sua espressione cambiare in una smorfia ferita.
mi morsi il labbro, mentre mi buttava addosso i pantaloni e usciva dalla stanza, senza blaterare altro se non un comando ben chiaro: 'tra dieci minuti devi essere fuori'.

cercai un modo per non dover mettere quei pantaloni e, dopo aver guardato un po' tra i vestiti di yoongi, presi una maglietta abbastanza lunga da coprirmi il sedere e la indossai.
era un ottimo modo per scampare alla vista di quegli orrendi pantaloni, che, onestamente, mi facevano venire la pelle d'oca.

corsi quando fui sulle scale, notando che, nel perdermi nei pensieri, avevo di certo disubbidito al coprifuoco (non che mi importasse, ma non volevo fargli più altro torto. la colpa mi stava divorando l'animo: era per questo che avevo deciso di fare il bravo ragazzo solo per quel giorno. giusto per farmi perdonare).
quando gli fui davanti, un sorriso imbarazzato si fece largo sul mio bel faccino e esposi una piccola piroetta.
«non si vede nulla con questa addosso, va bene?»
mormorai, fingendomi timido e carino.
non lo ero affatto, yoongi aveva potuto costatarlo, eppure mi accarezzò il viso come si fa ai bambini e annuì.
nei suoi occhi avevo notato una dolcezza che non mi era familiare e il mio cuore era letteralmente andato a prostituirsi, rifiutandosi ancora di rimanere al suo posto e di sottostare al mio volere.

-

la pace durò, però, molto poco, visto che, quando finalmente arrivammo al centro commerciale, un ragazzetto un po' più piccolo di me iniziò a girarmi attorno e a cercare di alzare la mia maglietta.
era abbastanza seccante, ma cercai, per quanto fosse possibile, di evitare quella situazione.
quello che sembrava più incazzato dei due e che mi preoccupava maggiormente era, però, yoongi, che aveva iniziato a stringere un po' troppo le sue mani, tanto che notai le sue nocche diventare bianche.
«cazzo, scopami» ansimai senza rendermene conto, notando le vene che fuoriuscivano dalle sue braccia.
e dovete credermi se vi dico che era tutto così fottutamente eccitante che non riuscì a farne a meno.

«cosa?» domandò yoongi, il suo sguardo mostrava chiaramente la sorpresa e io me ne sentì immediatamente tremendamente imbarazzato.
«n-niente...» risposi, arrossendo e guardando altrove, solo per notare ancora quel ragazzo fissarmi.
«no, jimin. ti ho sentito. devi ripeterlo» ghignò il biondino, afferrandomi per i fianchi e lasciando che i nostri corpi combaciassero perfettamente.
era una così bella sensazione che chiusi gli occhi, solo per godermela tutta fino alla fine e nel migliore dei modi.

un altro sospiro lasciò le mie labbra piene, non appena sentì le sue mani palparmi i glutei e la sua bocca sul mio collo.
ormai mi stavo abituando alla sensazione della sua lingua a contatto con la mia pelle, ed era passato relativamente pochissimo tempo.
«scopami, yoongi» sussurrai nel suo orecchio, dopo aver preso tutto il coraggio da non so quale parte del mio cervello.
non pensai minimamente al fatto che uno, eravamo in un luogo pubblico e due, la gente ci stava fissando, e non amorevolmente.

❝shit.❞ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora