praticamente scappai via da lui, chiudendomi in bagno e cercando di pensare soltanto all'acqua calda che scendeva lungo il mio corpo.
mi rilassai solo per un attimo, poi ricominciai a pensare a yoongi.
era terribilmente perverso. la cosa che mi spaventava? non mi dispiaceva affatto tutta quella situazione, anzi, l'amavo totalmente.
era bello sentirsi voluti, anche se l'attrazione fisica non era assolutamente corrisposta.
innanzitutto perché ero assolutamente sicuro che lui fosse completamente incompetente in materia (scoprì solo in seguito che il mio pensiero era, sotto tutti i punti di vista, errato. diamine, se era competente), poi perché puzzava terribilmente tanto di merda di maiale.
se avesse fatto una doccia, una volta ogni tanto, probabilmente non avrei avuto così tanti problemi.uscì solo dopo che mi fui lavato perfettamente e insaponato abbastanza da togliere quel disgustoso odore da dosso.
mi asciugai più in fretta possibile e indossai nuovamente la maglietta che mi era stata donata e, ovviamente, dei boxer, anche abbastanza grandi, ma che riuscivo comunque a mantenere fermi sulla mia vita.
mi aggiustai i capelli e piagnucolai, mentre notavo allo specchio il mio viso senza trucco.
detestavo quella situazione, terribilmente tanto, e non potevo far altro che lamentarmene.
ero abituato ad esporre apertamente i miei problemi, anche con il pericolo di risultare viziato da far schifo.tornai nella mia 'camera' così, evitando gli altri sei ragazzi e aggiustando senza voglia le coperte sul mio letto.
«avete del trucco?» domandai ad un tratto, speranzoso di ricevere una risposta positiva.
loro risero, probabilmente considerandola una battuta abbastanza divertente.
cosa potevo aspettarmi da loro?«no, -rispose yoongi, con un tono di ovvietà che mi innervosì particolarmente- ma posso andare a comprarti qualcosa con la mia paghetta della settimana. tanto dovrei comunque fare delle compere» continuò e il mio cuore iniziò a battere forte, per lui.
si era dimostrato, per la prima volta, utile a qualcosa.«davvero?» chiesi ancora, questa volta seguendo la frase con un abbraccio e allacciando le gambe al suo bacino.
gli baciai più volte il viso, stringendolo a me.
«grazie, grazie, grazie, grazie» urlai, inconsapevolmente felice delle mie azioni.yoongi affondò il suo viso sul mio collo e io arrossì terribilmente tanto, rendendomi conto della situazione a dir poco imbarazzante.
«no, ma se avessi avuto una paghetta ti avrei assolutamente comprato del trucco. solo per ricevere ancora abbracci del genere e per rubarti qualche bacio sulle labbra.»-
per il resto del giorno avevo cercato di evitare gli sguardi e le frecciatine dei ragazzi e, più in particolare, di yoongi, fallendo miseramente al primo tentativo e finendo in punizione per aver quasi strappato via i capelli a taehyung.
una settimana senza cibo.
come se fosse sul serio una punizione, pensai allora.
ma la fame si fece vedere ben presto, dopo il lavoro.
la voglia di qualcosa con cui colmare il mio stomaco vuoto, superava quella di dimagrire, talmente era forte.
eppure non ne feci parola.
non chiesi scusa e non ne ebbi il minimo ripensamento.yoongi si presentò nel mio letto verso le due di notte e la prima cosa che notai fu un profumo inebriante di fiori, successivamente le sue labbra pericolosamente vicine alle mie.
«yoongi?» domandai con voce bassa, per non svegliare il resto del gruppo.
«ssh, non parlare troppo forte. okay, piccolo? ti ho portato qualcosa da mangiare e ho comprato una sorpresa per te. non me ne intendo molto, quindi non so quanto possano essere buoni, ma... per favore, non arrabbiarti. ho fatto del mio meglio» sussurrò nel mio orecchio, sembrava triste e sconsolato.
beh, io ero tutt'altro.
si era dimostrato veramente interessato a me e io mi sentivo bene.«grazie, daddy» miagolai, prendendo le sue mani e portandole sul mio corpo, cercando di fargli capire che aveva il permesso di toccarmi ovunque volesse.
meritava una ricompensa.lo hyung sembrava più sorpreso che altro, ma non se lo fece ripetere due volte: inziò ad accrezzare prima la mia schiena, poi le mie cosce, senza, però, toccare nulla di troppo privato.
ne fui commosso e grato, nonostante dovetti ammettere che avrei voluto le sue mani sul mio sedere.
«ti ho preparato un panino. è tutto quello che ho trovato. mi dispiace» mi comunicò e io iniziai a divorare ciò che mi era stato portato, devoto alla sua empatia. o forse, semplicemente, al suo interesse nei miei confronti.
quando ebbi finito, rimanemmo stesi nel mio letto a rilassarci.
lui mi baciava il collo, io gli accarezzavo i capelli.
passavo le dita tra le sue morbide ciocche e odoravo il loro profumo.
poggiava le labbra sulla mia pelle candida e la mordeva e leccava, senza lasciare segni.
non ero riuscito a non notare quanto mi calmasse averlo addosso fino a quel momento.