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ricordo bene quale fu la loro reazione nel vedermi scendere bello e raggiante dalle scale fino al salotto.
fu questo a rendermi particolamente fiero del mio aspetto: la consapevolezza che da quel giorno in avanti non si sarebbero più permessi a prendermi in giro.

i miei occhi erano contornati da della matita nera, le palpebre da ombretto color pesca e quintali di fondotinta e fard sul viso.
il lucidalabbra era una piccola aggiunta che ero riuscito ad ottenere derubando la proprietaria di qualche attrezzatura.
indossavo una maglietta di yoongi che mi arrivava fino alle cosce e soltanto dei boxer sotto.

i loro visi urlavano palesemente aiuto e non riuscivano a staccare gli occhi da me.
di certo io li puntai soltanto sul mio yoongi, che sbavava nel mentre.
mi sedetti immediatamente accanto a lui e poggiai il viso sulla sua spalla, guardandolo di sottecchi e afferrando la sua mano solo per far intrecciare le dita.

«come sono?» domandai, fingendomi insicuro e accarezzandogli le nocche per distrarmi dal ridere.
rimase lì impalato per un po', a fissare davanti a sé come se fosse stato illuminato dalla luce divina.
«sei... wow» mormorò e io sorrisi, mentre sentì le guance andare a fuoco.
l'imbarazzo era palpabile, soprattutto perché con noi vi era la madre di quelle pesti.
ci stava fissando attentamente, quasi come se la sua intenzione fosse quella di perforarci la pelle.
probabilmente aveva capito che c'era qualcosa sotto, soprattutto tra me e yoongi.

a distrarmi da quei pensieri fu la mano di yoongi sulla mia coscia, che presi a fissare attentamente, nella speranza di scappare dallo sguardo indagatore della donna che non faceva altro se non mettermi in soggezione.

«oggi voi due andrete a fare la spesa in città. se volete prendere qualcosa per voi, la vostra paga settimanale è sul tavolino accanto alla porta d'entrata» disse ad un tratto, indicandoci.
«e sarebbe educato e giusto se tu spendessi un po' del tuo denaro per qualche vestito per jimin, visto quello che ti sei permesso di fare» continuò e io mi sentì abbastanza male per lui.
«lo avrei fatto anche senza il tuo permesso» rispose a sua volta, yoongi.

-

ci misi davvero tanto a trovare qualche pantalone che mi fasciasse bene il culo tra quelli che avevano i ragazzi, ma quando trovai un paio di jeans veramente stretti, mi sentì fiero del mio aspetto.

avevo notato yoongi guardarmi male, mentre indossavo il tutto e facevo in modo che il mio sedere fosse in risalto.
gelosia? probabilmente e in tutta onestà, lo era.

«andiamo?» domandai, prendendolo sottobraccio e mostrandogli il più bel sorriso che riuscissi a fare.
«no, cambiati. i pantaloni mostrano troppo. in città guardano» sbuffò, e io ridacchiai per l'imbarazzo. si stava seriamente comportando da fidanzato possessivo e a me andava seriamente più che bene, quella situazione.
«e allora? voglio trovarmi un ragazzo» piagnucolai, stringendomi a lui e spingendolo a uscire di casa.

fui ovviamente nuovamente ostacolato da lui, che mi prese per il polso e mi fermò.
lo sguardo mostrava realmente tutta la sua rabbia e un po' me ne sentì spaventato.

ti prego, baciami. pensai.
non riuscivo a guardare oltre.

«non usciremo di qui finché non avrai messo addosso qualche altro tipo di pantalone» mi avvisò, autoritario, e io mi sedetti sul divano a gambe incrociate.
«allora rimarremo qui.»

❝shit.❞ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora